L’elisir d’amore eterno esiste e non si tratta di nessuna magica pozione, in realtà è un qualcosa che si crea in modo spontaneo nel nostro cervello, grazie alla chimica.

Il suo nome è ossitocina, denominata anche “ormone dell’amore e della fedeltà” che è molto presente nell’attaccamento naturale tra madri e figli, ma spesso è anche il segreto per amori che durano tutta la vita.

Non viene prodotta solo in gravidanza dunque, ma anche durante l’orgasmo, essendo la responsabile delle contrazioni uterine.

Viene sollecitata dalla stimolazione del capezzolo ed è prodotta da maschi e femmine in quantità simili, probabilmente nell’uomo è associata alle contrazioni muscolari dell’eiaculazione.

L’ossitocina ha anche un effetto a livello di alcune zone specifiche del cervello coinvolte nei sentimenti positivi.

Per questo motivo è la responsabile delle sensazioni di appagamento sentimentale molto frequenti in una vita di coppia, quando si è innamorati.

L’ossitocina diventa quindi la colla che tiene insieme una coppia e la rende felice, “l’ormone delle coccole” per capirsi.

Uno studio tedesco pubblicato sulla rivista Pnas ha mostrato che, dopo una bella sniffata di ossitocina, gli uomini sono meno interessati a donne diverse dalla propria partner.

Ed è importante promuovere la monogamia, non solo da un punto di vista morale:

La fedeltà aumenta la stabilità della persona e la presta a un maggiore accudimento della prole, che a sua volta vede crescere le sue possibilità di sopravvivenza.

In un esperimento con i topi si è visto infatti che senza ossitocina diventano più promiscui.

Una ricerca israeliana ha misurato i livelli di ossitocina nel sangue di 163 persone, tra cui 60 coppie appena formate e 43 single.

Nelle coppie ovviamente il valore era molto più alto: ciò vuol dire che l’ormone è molto importante all’inizio di una storia romantica e serve a renderla stabile.

Un altro studio, questa volta americano, ha pubblicato il risultato di una ricerca che spiega come l’ossitocina potrebbe migliorare le interazioni sociali dei bambini autistici, e non a caso si è suggerito l’impiego dell’ossitocina per la cura dei sintomi ossessivi nei disturbi della condotta alimentare, e su Pharmacology, Biochemistry and Behavior c’è chi ha ipotizzato un ruolo dell’ossitocina nel proteggere da tossicodipendenza e alcolismo.

In realtà bisogna essere in grado di capire che non è eticamente corretto pilotare una molecola per risolvere i nostri problemi, soprattutto quelli di cuore.

La cautela in questi casi è davvero fondamentale.

Prima di tutto c’è da capire come mai in tutti gli esperimenti l’ormone venga somministrato per via nasale.

È vero che l’ossitocina probabilmente ha un ruolo nelle nostre attività sociali e nella genitorialità, ma non dobbiamo credere che sia tutto chiaro. Soprattutto in fatto di amore.

Un elisir e studi chimici non possono ancora risolvere il grande mistero del perché ci innamoriamo di certe persone e perché a volte questo sentimento dura tutta una vita.

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