"Siamo tutti traditi e traditori" e la "filosofia delle corna" di Carla Signoris

Carla Signoris dà la sua visione del tradimento in E Penelope si arrabbiò, libro sulle relazioni di coppia e sul potere salvifico delle corna. Perché prima o poi, sostiene, tutti siamo traditori o traditi, ma sopravvivere si può, eccome...

“Superata una certa età, tutti siamo stati almeno una volta traditi e almeno una volta traditori”.

Può piacere o no, essere un pensiero condivisibile o meno, ma questa è la realtà dei rapporti di coppia secondo Carla Signoris. Schietta e senza fronzoli, com’è la sua comicità, diretta ma sempre garbata, mai eccessiva, volgare, insomma di quelle che apprezzi per forza anche se il genere non è propriamente il tuo preferito.

Lei, che vanta un’unione che dura praticamente da tutta una vita con il collega Maurizio Crozza, a cui si riferisce sempre con l’abbreviativo Mauri, si è occupata delle relazioni anche prendendo fra le mani carta e penna, o meglio un computer, con cui ha scritto Ho sposato un deficiente (nato in realtà come rubrica sul mensile Velvet di Repubblica) e Meglio vedove che male accompagnate, libri editi entrambi da Rizzoli che parlavano dei rapporti di coppia in maniera lieve, misurata. Solo con la terza fatica letteraria, E Penelope si arrabbiò anch’essa pubblicata dalla casa editrice milanese, il tono è cambiato, virando decisamente verso una visione dolce-amara dell’amore, ivi compreso appunto il tradimento.

E Penelope si arrabbiò

E Penelope si arrabbiò

Il tradimento secondo Carla Signoris.
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Tappa quasi fondamentale per ogni coppia, sostiene Carla ma a cui, superata una certa età, si comprende che si può sopravvivere, eccome.

Attenzione, però: l’atteggiamento dell’attrice/doppiatrice rispetto alla questione infedeltà non è quello della classica moglie geisha di passiva accettazione, insomma siamo lontani dai tempi in cui la donna sapeva ma taceva per “salvare le apparenze” e il matrimonio. La “filosofia delle corna” della Signoris rappresenta in realtà un desiderio forte, radicato, di dirsi proprio tutto, anche quello che una volta non si diceva o si faceva finta di non vedere, che presuppone una prospettiva del tutto nuova da cui guardare al proprio rapporto, anche quando gli anni passati insieme sono tanti.

Lei, dicevamo, è sposata con Mauri da 1991 ed è mamma di Giovanni e Pietro; ma la sua conoscenza con il futuro marito è iniziata molto prima più indietro nel tempo, addirittura a quando era appena una sedicenne. Nel tempo passato insieme, dunque, qualche momento difficile si può pure mettere in conto, semmai è un’ipocrita chi non lo fa.

In E Penelope si arrabbiò i nomi dei protagonisti cambiano, come pure le loro professioni; ma Anna e Carlo, stylist lei, medico lui, non possono che essere lo specchio letterario di Carla e Maurizio, così come di chissà quante centinaia di coppie al mondo. Forse, persino di tutte. Ovvero il riflesso di quei mariti e mogli nell’epoca dei bigliettini nelle tasche versione 2.0, dove non si fruga più in cerca del messaggio compromettente nella giacca o nei pantaloni ma sul telefono, fra le applicazioni social e WhatsApp. E non si va più a caccia della famigerata macchia di rossetto sul colletto della camicia, ma della chat compromettente celata sotto il nome del collega o dell’amico di calcetto.

Carla Signoris, però, va persino oltre a questo e, smessi gli stratagemmi per nascondere o per trovare, che si sia dalla parte del traditore o del tradito, preferisce di gran lunga il metodo della confessione, senza edulcorazione, senza abbellimenti inutili.

Il tradimento è una specie di auto-doping” ha raccontato in un’intervista a Vanity FairScatena una reazione chimica, mette in circolo endorfine, fa sentire vivi, sia che tu tradisca sia che tu sia tradito. Passato il dolore, anni dopo, si può persino provare una sorta di perversa nostalgia per certi momenti così intensi”.

L’infedeltà come terapia per allungare la vita di una coppia dunque? Carla non lo esclude. “Fa male a tutte le età, un male da bestia, però quello che con gli anni si capisce è che a questi dolori si può sopravvivere e andare avanti. Franca Rame raccontò in un’intervista che molti anni prima, a causa di un tradimento di Dario Fo, aveva persino tentato il suicidio. Eppure, ripensandoci, le veniva da ridere“.

Diciamoci tutto, dunque: non necessariamente i particolari, ovvio, ma è un sacrosanto diritto di ognuno dei coniugi ricevere almeno l’onestà, dal proprio partner; in barba, appunto, a quelle donne di una volta che sacrificavano tale diritto sotterrandolo sotto una volontaria cecità e un atteggiamento da martire dell’amore, pronta a perdonare tutto per il “quieto vivere”.

In altri tempi, le donne facevano così d’ufficio” dice Carla “l’uomo è cacciatore, la paglia vicino al fuoco brucia e vai con i proverbi che giustificavano i tradimenti. Io, se avessi una relazione, lo direi. E se ho il sospetto che mio marito mi nasconda qualcosa, lo affronto.

Credo nell’onestà dei rapporti, voglio avere gli elementi per capire che cosa ci sta succedendo. Un tradimento, spesso, arriva nel momento in cui uno dei due è distratto e non sta più investendo energie nel rapporto

Proprio qui, infatti, sta la sottile ma fondamentale differenza; un tradimento in un momento di debolezza deve essere affrontato a viso aperto, senza paure, perché sentire il proprio sentimento traballare, quello sì, è preoccupante e, se taciuto, potrebbe significare qualcosa di potenzialmente più pericoloso. Ma accettare di vivere una vita con un traditore seriale, quello mai, e Carla lo sa perché, prima di Maurizio, lo ha provato sulla propria pelle.

Io con un traditore seriale non potrei mai concepire una vita insieme. Ben prima di stare con Mauri ho vissuto un’esperienza tristissima che mi ha molto condizionato. Proprio negli stessi giorni in cui mio padre stava morendo, il mio fidanzato di allora mi lasciò per un’altra. Per anni, nel mio cervello c’è stato un automatismo doloroso tra morte e tradimento. Non è stato facile venirne fuori, nonostante l’aiuto dell’analisi e degli psicofarmaci“.

E, benché paventi una concezione tanto aperta e per certi versi coraggiosa rispetto all’approccio al tradimento, non vi fate ingannare: è molto gelosa. Tanto da vivere una vita da pendolare tra Genova, dove c’è la casa di famiglia, e Milano, luogo in cui Fratelli di Crozza, la trasmissione del marito, viene registrata. Lo fa per stare con lui, certo, ma anche perché “lo studio è pieno di ballerine“.

Come dire, parlare e sopravvivere al tradimento si può, okay, ma “marcare il territorio” per evitarlo è meglio.

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