Quando in spam ci arrivavano – o arrivavano ai nostri amici maschi, mariti e compagni – delle mail che proponevano «ingrandisci il tuo pene» abbiamo sorriso. Quando abbiamo visto nella saga di Austin Powers il suo allungapene a pompa svedese e le scene ad esso collegate abbiamo riso parecchio. Quello che non possiamo fare è ridere della ginnastica per il pene. Perché è una realtà molto praticata, a differenza della fiction al cinema o delle truffe via mail. Certo, però ci sembra davvero un po’ insolito: ci sono davvero così tante persone, così tanti uomini, che si preoccupano delle dimensioni del pene?

Il motto «le dimensioni non contano, conta come lo usi» pare essere ormai al tramonto, relegato a un luogo comune privo di senso. Sì, perché la ginnastica per il pene cambia tutte le prospettive. Cambia tutto quello che credevamo vero (in un certo senso). Andiamo con ordine: su cosa si basa? Molto semplice: si basa su tutto ciò su sui si basano attività come ginnastica, pilates, aerobica o altro, cioè l’allungamento e il potenziamento dei muscoli. Solo che stavolta a essere potenziato dovrebbe essere l’organo sessuale maschile. Sì, si mira all’aumento delle dimensioni del pene, non solo un semplice allungamento ma anche un ingrandimento nel senso della circonferenza.

È difficile dire perché questa ginnastica – che tra l’altro si chiama Penis Enlargment Gym – abbia tanto successo. È troppo facile liquidare tutto parlando di insicurezze maschili e gettarsi nella psicologia spicciola. Quel che è certo è che, da un punto di vista antropologico, sono ancora tantissimi uomini che identificano la virilità con le dimensioni del pene. E che quindi si riversano in una community online che si chiama PeGym e che vanta circa 70mila utenti che si scambiano consigli e nella quale si trovano un sacco di tutorial sugli esercizi da eseguire.

Gli esercizi sono tantissimi e hanno dei nomi compositi che ricordano molto alcune mosse del wrestling. Il grosso degli esercizi ha a che fare con il rafforzamento dei muscoli scheletrici di appoggio e con quelli del pavimento pelvico. Che detto così sembra quasi qualcosa di non troppo differente con la ginnastica “interna” che noi donne apprendiamo ai corsi pre-parto. Invece non potremmo essere più lontane dalla realtà, sia come scopo finale della questione – anche perché gli esercizi che facciamo per ottenere elasticità e forza nella nostra vulva servono anche a non lasciarsi andare dopo il parto, ma non esclusivamente a quello – sia come tecnica. Perché mentre noi ce ne stiamo sedute a vagliare i cinque livelli di apertura e chiusura dei muscoli di appoggio alla vulva, i maschietti si dedicano a una cosa che si chiama «jelqing».

Dimensioni del pene
Fonte: Web

Il nome significa «mungitura» e non spiegheremo la tecnica nel dettaglio, anche perché molte di noi si saranno ritrovate a fare qualcosa di simile a qualcuno, chiamandolo però in un modo decisamente più eloquente – e con un epilogo ben diverso. Basti sapere che però questo non è il solo esercizio, della ginnastica per le dimensioni del pene, anche se è il più importante. L’ideale sarebbe dedicarsi a esso 25 minuti al giorno per cinque giorni a settimana. Un vero e proprio workout.

Bisogna tuttavia stare attenti con questo e con gli altri esercizi di ginnastica per le dimensioni del pene. I medici invitano a essere cauti, perché in realtà il corpo non può cambiare così radicalmente – la community promette un aumento del 42% delle dimensioni dell’organo – e il rischio in primis è l’aumento delle malattie sessualmente trasmissibili, la malattia di La Peyronie (chiamata anche Induratio Penis Plastica, una fibrosi che comporta la curvatura del pene e la disfunzione erettile) e molto altro come microfratture, gonfiori e abrasioni. Forse, per essere più bravi a letto, è meglio ricorrere ai vecchi consigli, cioè conoscere meglio il proprio corpo e fare tanta pratica.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!