Nel variegato universo della sessualità umana, di quello che ci piace fare e di quello che è poco conosciuto, ci sono delle sfumature non troppo nette che vale la pena comprendere, per aver ben chiaro il quadro dell’umanità intera. Una di queste sfumature è composta dai moneyslave, sessualmente schiavi di una padrona che li sottomette economicamente. Si tratta sicuramente di una figura affascinante, che fa parte del mondo Bdsm ma costituisce anche un unicum per una serie di ragioni che tra poco andremo a esplorare.

Moneyslave, il significato

Moneyslave
Fonte: Pixabay

Moneyslave – a volte potreste trovarlo scritto staccato, ovvero money slave quindi – è una parola composta da «money», cioè denaro e «slave» ossia schiavo. Non è facilmente traducibile in italiano neppure con una parafrasi, tanto più che non si tratta propriamente di uno schiavo del denaro, ma di qualcuno che del denaro non è per nulla schiavo. Ci spieghiamo meglio. In questa pratica, il sottomesso utilizza i propri fondi monetari per acquistare tutto ciò che la padrona desidera. È schiavo quindi di una padrona, che concede lui alcune aperture – ma non troppe, come vedremo tra poco – che è la destinataria dei suoi “sacrifici“. Si chiamano infatti così le considerevoli donazioni che un moneyslave elargisce alla signora del suo mondo.

Moneyslave, le regole del rapporto

Dobbiamo confessarlo, si tratta del lato forse più complicato, più difficile da comprendere, del Bdsm. Perché solo in rari casi c’è un contatto tra lo schiavo e la padrona, e quasi mai questo contatto è di natura strettamente sessuale. Lo schiavo non è necessariamente un uomo libero sentimentalmente – significa che potrebbe avere anche moglie o compagna e prole, il che rende anche abbastanza complicata questa elargizione del denaro, che diventa pesante sul bilancio famigliare.

Lo schiavo prende contatto con la padrona attraverso Internet, sia visitando dei forum dedicati, sia attraverso un qualunque social network che frequentiamo anche noi, come Facebook o Instagram. Dopo il contatto, arriva il momento dei “sacrifici” e quello che la padrona concede in cambio. Solitamente si tratta semplicemente di mostrarsi in cam – e non necessariamente poco vestita – perché non ci deve essere intimità di alcun tipo tra schiavo e padrona. Di tanto in tanto potrebbero fare eccezione delle umiliazioni di tipo sessuale.

Ci sono però delle occasioni in cui il moneyslave e la padrona potrebbero fare qualcosa che tutte le coppie del mondo fanno: lo shopping insieme. Naturalmente anche questo aspetto del rapporto ha le sue regole: nessuna intimità, ovviamente, e la padrona potrà acquistare tutto quello che vuole con i soldi o la carta di credito del sottomesso. Che potrebbe raggiungere la piena soddisfazione sessuale, se la padrona, in quella circostanza, decidesse di indossare un vestito o un accessorio donato in precedenza dallo schiavo.

Moneyslave nel Bdsm

Moneyslave
Fonte: Pixabay

Essere un moneyslave è quanto di più lontano da tutte le pratiche più conosciute del Bdsm. La ragione? Molto semplice: la mancanza di intimità. Nel sadomaso, l’intimità è fondamentale per innescare un meccanismo di fiducia, indispensabile per certe pratiche che, senza di essa, potrebbero risultare perfino pericolose. Tra l’altro, raggiungere il piacere senza contatto potrebbe essere maggiormente affine a pratiche simili alla triolagnia (ossia il piacere, legato al fenomeno del cuckold, che dipende dal vedere il proprio partner vivere esperienze sessuali con altre persone) che non al Bdsm in senso stretto. Eppure è quello che capita.

Lo schiavo, in alcuni casi, che prendono il nome di total power exchange, può anche arrivare a liberarsi dei suoi fondi nella propria interezza in favore della padrona – e a volte non se lo può neppure permettere. Il fenomeno si è diffuso a macchia d’olio negli Stati Uniti, ma è giunto anche in Italia. I social network sono il mezzo più utilizzato in questo caso per i primi contatti tra schiavo e padrona, invece che i forum dedicati come accade in altre parti del mondo.

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