Periodo Refrattario, la Pausa Non Voluta tra un Rapporto Sessuale e l'Altro

Quante volte ci è capitato di non aver ancora raggiunto l'orgasmo mentre lui, beato e soddisfatto, se la dorme già della grossa "vittima" del periodo refrattario? Ecco di cosa si tratta, come affrontarlo e come, eventualmente, cercare di ridurlo!

È una delle pochissime cose che (a volte) ci infastidiscono ma della quale i nostri partner non hanno alcuna colpa. Noi siamo lì, iper eccitate, anche perché magari non abbiamo ancora raggiunto l’orgasmo, e vorremmo fare e rifare sesso con lui. Ma no, non si può. Niente: il suo “amico” è come morto. Non si muove, nessuna reazione, encefalogramma piatta. E lui capace che stia già ronfando della grossa: è “vittima” del cosiddetto periodo refrattario, ossia quell’intervallo di tempo che fisiologicamente coglie l’uomo dopo l’orgasmo. Il quale, va da sé, non solo non prova più piacere (eh certo, lui ci è già arrivato all’orgasmo, l’egoista) ma non riesce più nemmeno ad avere un’erezione, neanche piangendo in cinese.

Anzi, se anche piangendo in cinese riuscissimo a provocare qualche reazione nel pene del nostro partner, rischieremmo di procurargli dolore del glande o del pene stesso. Insomma, non possiamo farci molto, se non attendere che il periodo refrattario finisca.

Ma già che ci siamo, perché non capire da cosa dipenda, questo simpaticissimo periodo refrattario?

1. Ossitocina, prolattina e co.: i paroloni che causano il periodo refrattario

periodo refrattario da cosa dipende
Fonte: Web

Sì, a volte vorremmo prenderli, scuoterli e urlargli “Ti prego, ricominciamo a fare sesso, ti prego!”. Ma no, non possiamo, perché loro come scudo hanno i paroloni: ossitocina e prolattina, ossia le sostanze che vengono rilasciate durante l’orgasmo, due ormoni regolati dall’ipotalamo. E che sono responsabili in sostanza del periodo refrattario: da un lato l’ossitocina abbassa drasticamente il livello di testosterone (mannaggia!) e dall’altro la prolattina riduce – per fortuna transitoriamente – il rilascio di dopamina. Risultato: calo della libido, cioè periodo refrattario.

Certo, il periodo refrattario non dura in eterno. Molto dipende – oltre che da alcune condizioni contingenti come il contesto, lo stato emotivo e quello fisico – dall’età del nostro partner: secondo alcuni studi, infatti, se il periodo refrattario dei 18enni dura in media 15 minuti, a settant’anni il periodo refrattario può arrivare addirittura a perdurare per una ventina di ore. Nel mezzo, ci sta una gamma diversa di durata del periodo refrattario, là dove la media generale per i maschi adulti è di una mezz’oretta (Mezz’0ra?! Abbiamo tutto il tempo per metterci lo smalto e lasciarlo asciugare alla perfezione…). Le più fortunate tra noi, tuttavia, potrebbero aver incontrato uno di quei rari esemplari di maschio per i quali il periodo refrattario dura sì e no una decina di secondi o è persino assente.

Se però state cercando un metodo per ravvivare la passione fra voi e il vostro partner, in questo video vi mostriamo un sistema infallibile:

2. Che fare durante il periodo refrattario del nostro partner?

periodo refrattario cosa fare
Fonte: Web

Come abbiamo detto, durante il periodo refrattario del nostro partner potremmo metterci lo smalto, giocare a sudoku o consultare Facebook, ma forse risulterebbe un atteggiamento poco carino. Bando alle battute. Quando lui versa nel periodo refrattario non dobbiamo assolutamente – sensazione che potrebbe colpire soprattutto le più giovani tra noi – sentirci responsabili in alcun modo. Non sta rifiutando né noi né un rapporto sessuale con noi: è la fisiologia.

Quindi non ci resta che lasciargli godere in pace il suo periodo refrattario quasi come fosse il riposo del guerriero. Evitiamo in quel momento di metterci a fare progetti per il futuro sperando che nel frangente di vago torpore possa dirci sì ed evitiamo egualmente di parlare di questioni pratiche come le bollette da pagare, i problemi al lavoro, quella piastrella che si è crepata e così via. Non ci ascolterebbe (e per una volta ci verrebbe da dire che farebbe anche bene). Se proprio sentiamo l’esigenza insopprimibile di parlare, scegliamo al massimo argomenti che possono interessare a lui ma che non richiedano troppa concentrazione: un team di ricercatori francesi ha infatti scoperto che la corteccia cerebrale (fondamentale per attenzione, coscienza e consapevolezza) smette temporaneamente di funzionare subito dopo il raggiungimento del massimo piacere, vale a dire dell’orgasmo.

Teniamolo per mano, non per essere romantiche ma perché il gesto favorisce il rilascio di ossitocina e prolattina e se proprio il guerriero non dovesse riprendersi dal suo periodo refrattario, dormiamo. Ma attenzione: in questo caso lui ha bisogno di spazio e potrebbe maltollerare il contatto fisico. Dormiamo pertanto vicini ma non uno sopra l’altra, per dire. Se proprio il nostro desiderio non dovesse spegnersi, aspettiamo speranzose il mattino e le erezioni involontarie che porta con sé; peraltro alcuni studi giurano che l’ora migliore per fare sesso sia tra le 6 e le 7 circa.

Ma se proprio non avessimo voglia di aspettare il mattino, avremmo qualche chance di ridurre il periodo refrattario?

3. Periodo refrattario, ecco come (provare a) ridurlo!

periodo refrattario come ridurlo
Fonte: Web

Se proprio non riusciamo ad aspettare, possiamo provare ad aiutare il nostro partner a ridurre il suo periodo refrattario, tenendo conto che non è detto che le nostre strategie funzionino. Ecco come: possiamo per esempio buttarlo giù dal letto, letteralmente. La circolazione, infatti, è alla base dell’erezione, come sappiamo: farlo alzare in piedi per fare due passi per la casa potrebbe essere un buon aiuto per ridurre la durata del periodo refrattario. Mentre lui è lì, spiaggiato sul letto, inoltre, approfittiamone per preparargli un bello spuntino energico a base di cioccolato, banane, ginseng, miele, arachidi, noci e nocciole, tutti alimenti che dovrebbero migliorare la ripresa della sua erezione. Mentre lui mangia mettiamo un dvd, non necessariamente un film pornografico o erotico, è sufficiente che si tratti di qualcosa di una pellicola che contiene qualche scena hot o divertente: ridere insieme è già un bel passo avanti, di solito, no?

Se proprio la sua erezione non dovesse vincere il periodo refrattario, chiediamogli almeno di recuperare con il cunnilingus che potrebbe aiutare anche noi a raggiungere (finalmente) l’orgasmo. Oppure, sapendo che il suo periodo refrattario è particolarmente resistente, cerchiamo di far durare il più possibile il primo round con posizioni che possono sostenere l’erezione del nostro partner, come quella dell’amazzone e la pecorina.

Per il resto, concentriamoci sulla qualità – e non sulla quantità – dei nostri rapporti sessuali e su affiatamento e complicità che abbiamo con il nostro partner. Perché se è vero che noi donne non siamo soggette al periodo refrattario, è altrettanto vero che tra le cose più importanti in una coppia ci sono le emozioni che riusciamo a trasmetterci reciprocamente, anche durante il rapporto sessuale.

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