Una novità che sfiora quasi l’impensabile e che ricorda – in modo quasi inquietante – una puntata dell’ultima stagione di Black Mirror, distribuita nel mese di dicembre sulla piattaforma Netflix. Come in Hang the DJ (questo il titolo dell’infausto episodio “incriminato” della serie tv), ecco che un’app per dichiarare il proprio consenso sessuale sembra fare capolino nella nostra società moderna, stravolgendo così tutte le precedenti idee che si potevano avere in materia. Si chiama LegalFling, e come da nome (“Flirt legale”) dovrebbe garantire – a coloro che sono in procinto di avere un rapporto sessuale – un vero e proprio contratto, valido non solo virtualmente, ma anche per quanto riguarda la sfera legale. Una fortuna, penserete probabilmente, ma la verità nascosta dietro questo “accordo online” pare essere ben più oscura di quanto non sembri.

Siamo sincere, è davvero necessario stipulare un patto – per giunta legalmente riconosciuto – anche quando si parla di sesso e rapporti intimi? (Sia che essi siano condivisi con il proprio partner fisso o per l’avventura di una notte). Ciò che sembra emergere come secondo significato dietro la realizzazione di questa app non è la sicurezza (cosa a cui probabilmente gli ideatori puntavano), bensì una perdita di potere individuale in uno di quei pochi ambiti dove davvero possiamo imporci. Firmare un contratto, porre nero su bianco il proprio nome: e se si cambia idea? Se non si ha più voglia? Come funziona in quel caso? Sono domande necessarie da farsi.

Fonte: screenshot del sito internet LegalFling

Proviamo quindi ad analizzare insieme in punti che cos’è LegalFling e come funziona ma, soprattutto, anche i numerosi rischi nei quali si può incorrere.

1. LegalFling: cos’è e come funziona questa app

LegalFling è la prima app per verificare il consenso esplicito prima di un rapporto sessuale.

Questo è quello che si può leggere nel sito ufficiale di LegalFling. Quindi, come  abbiamo già accennato, secondo i creatori questa app dovrebbe garantire a due persone in procinto di avere un rapporto sessuale di stipulare un accordo legale in cui entrambi dichiarano di essere consenzienti rispetto a ciò che si andrà a compiere. Ma non solo, perché oltre al solo accordo si può concordare anche “altro”; scorrendo infatti l’homepage di LegalFling salta all’occhio un’altra piccola sezione, contraddistinta dal titolo Do’s and dont’s, insomma ciò che si può fare e non fare.

LegalFlings abbina le tue preferenze sessuali a quelle del tuo partner, chiarendo cosa poter fare e non fare.

Si legge ancora, sempre nella pagina ufficiale dell’app.

Fonte: screenshot del sito internet LegalFling

Secondo quanto scritto, ogni parte può definire infatti, in modo chiaro ed esplicito, che cos’è intenzionato a fare e cosa no, chiarendo così al partner le “sfere erotiche” o pratiche che si vogliono andare a sperimentare.

Chiedere a qualcuno di firmare un contratto prima di fare sesso potrebbe risultare un po’ scomodo e strano. Con LegalFling basta uno “swipe” per essere sicuri che il tutto sia perfettamente legale.

Ha spiegato Rick Schmitz, amministratore delegato del progetto, come riportato dal sito internet d’informazione Studio. Insomma, su carta potrebbe sembrare davvero l’invenzione del secolo: consensi scritti, possibilità di spuntare cosa si vuole fare o non fare in ambito sessuale… Ma è davvero così? E la possibilità di cambiare idea e i giusti ripensamenti dove li mettiamo?

2. Il consenso a fare sesso non è consenso a fare qualsiasi tipo di sesso

È vero, l’app parla chiaro di questo argomento: secondo quanto si legge nella sezione  Do’s and dont’s è possibile spuntare le proprie preferenze. Tuttavia, cosa succede nel caso in cui le “promesse” fatte in precedenza dovessero venire meno? Le “preferenze” iniziali possono essere le più invitanti, ma impossibili da non mettere in discussione: dopotutto se do il mio consenso per consumare un rapporto sessuale con una persona, non significa che sono disposta a fare qualsiasi cosa o che non possa cambiare idea nel frattempo. Per non parlare del fatto che, se do la mia disponibilità a provare una pratica oggi, non significa che sarò così anche la prossima volta.

Inoltre, come riporta il sito internet Gizmondo, questa nuova app sembra diffondere un messaggio chiaramente sbagliato: LegalFling, infatti, divulga un’idea semplicistica non solo sul concetto di consenso sessuale, ma anche su cosa significhi davvero consumare un rapporto di questo tipo. Ciò che emerge dalle descrizioni della pagina ufficiale del progetto è la visione quasi robotica dell’umano: ma noi non siamo macchine. Abbiamo una mente pensante, percepiamo sensazioni diverse che possono mutare in ogni istante. Siamo sincere, serve davvero una checklist o una firma nero su bianco per puntualizzare cosa vogliamo?

3. Il diritto di cambiare idea

Un punto importante sul quale è bene spendere qualche parola è anche il diritto di cambiare idea, soprattutto in ambito sessuale: una persona, dopo aver selezionato “ok” tramite l’app potrebbe comunque tirarsi indietro per diversi motivi – tutti ugualmente leciti – e non consumare l’atto sessuale. In una situazione normale di questo tipo si potrebbe unicamente finire la questione con un “Mi dispiace ma non ho più voglia”. Ma come funziona se in precedenza abbiamo firmato un accordo legale?

LegalFling spiega nella pagina riferita alla FAQ principali del progetto che sì, è possibile ritirare il proprio consenso:

Puoi revocare il consenso con un solo click attraverso l’app LegalFling.

Ma, siamo sincere, chi in un momento intimo come il sesso, penserebbe per prima cosa di prendere il telefono e selezionare “no”, soprattutto se la situazione era prossima all’evolversi? Non è più semplice esprimere il proprio disagio al partner? E se il partner dovesse alterarsi? Se dovesse impedire i ritirare quel consenso legale già convalidato?

Insomma: gli interrogativi sono talmente tanti che la confusione regna sovrana attorno alla vera funzionalità – e veridicità – di quest’app. Per non parlare delle possibili violenze nella quali si potrebbe incorrere: prima fra tutte, lo stupro. Esatto, perché se ho firmato in precedenza un accordo legale, quanto potrà davvero valere davanti un giudice la mia denuncia di violenza sessuale? Soprattutto di fronte a quei tipi di violenza difficili da verificare, come quando il partner decide di propria iniziativa di sfilarsi il preservativo (una mancanza di rispetto e di fiducia che può presto trasformarsi in un incubo). Dall’altra parte, la possibilità di confermare e poi ritirare il consenso potrebbe aprire la strada a premeditate azioni di denuncia, rese più complicate proprio da un sistema pensato per tutelare gli amanti.

In breve: può una semplice app regolarizzare una sfera intima, privata, umana come il sesso (con tutte le complicazioni che ciò comporta)? Per quanto ci riguarda, la risposta è chiaramente no.

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