Secondo alcuni studi, il 70% degli intervistati ha avuto una storia d’amore con un collega, rapporti destinati però spesso a fallire perché poi solo il 25% di queste storie sono durature.

Addirittura secondo lo psicologo Loick Roche, esiste una legge che stabilisce, con precisione statistica, a quante relazioni siamo esposti considerando variabili come l’anzianità di servizio ed il numero dei dipendenti, divisi per genere sessuale.

E allora analizziamo meglio l’argomento!

 

Sveglia, colazione, doccia, trucco, parrucco e poi di corsa al lavoro per 8 interminabili ore… tutti i santi giorni.

Il lavoro al giorno d’oggi è un tesoro prezioso ma quante volte avete pensato di voler scappare da questa routine? E quante volte avete preso in prestito da Sandra&Raimondo la famosa frase: “che barba, che noia… che noia, che barba!” ?

Una situazione molto diffusa… che s’interrompe quasi d’incanto quando s’inserisce un nuovo stimolo in questo circolo vizioso… il collega tanto carino che incrociamo nei corridoi!

Un collega che forse conosciamo da anni, con cui abbiamo anche condiviso la scrivania qualche volta e che all’improvviso guardiamo sotto un’altra luce. Oppure una new entry, un neo assunto o un collega distaccato da chissà quale altra sede…. Chiunque sia, riesce a farci alzare la mattina con il sorriso sulle labbra e ci fa tardare davanti allo specchio qualche minuto di più!

Ma è una situazione tutta rose&fiori ? O c’è anche qualche spina ?

 

Il lavoro come terzo incomodo

Se ci accorgiamo che proviamo un interesse per un collega, in ballo non c’è solo l’aspetto sentimentale ma anche l’aspetto professionale.

Gli approcci con l’altro sesso sono già molto delicati se pensiamo alla difficoltà di mettersi in gioco, alla paura di non essere ricambiati, all’insicurezza legata ai possibili fraintendimenti, all’indecisione tra al vita da single e la vita da coppia… e quando siamo alle prese con un collega, a questi aspetti si sommano tutti quelli legati al particolare “ambiente” in cui avviene il corteggiamento: un ambiente diviso con altri colleghi annoiati che non hanno mai di meglio da fare che sparlare su qualsiasi novità circoli tra le scrivanie, un ambiente in cui quindi i pettegolezzi sono un rischio molto elevato soprattutto perchè amplificati dal passaparola e perchè mina la credibilità della nostra posizione all’interno dell’azienda.

Il rischio quindi è quello di rovinare la propria immagine all’interno di un ambiente che frequentiamo tutti i giorni ed in cui passiamo molte più ore della giornata rispetto a quelle che passiamo a casa e che quindi dobbiamo preservare e proteggere il più possibile.

Ricordiamoci poi che, a prescindere da come andrà la storia, noi saremo poi costrette a vedere il collega tutti i giorni… una situazione che ha i suoi pro e contro in qualsiasi caso!

1) Se ci sarà un lieto fine: potrà essere un vantaggio poter condividere con lui anche le ore passate al lavoro ed alcune ricerche sottolineano che questa situazione può migliorare anche la produttività.

Ci sono però anche tanti svantaggi perché il nostro rapporto diventa a “orario continuato” senza darci mai la possibilità di staccare e di prenderci i nostri spazi necessari lontano da lui, sarà più semplice cadere nell’errore di confondere l’aspetto lavorativo con quello personale e per gli altri dipendenti sarà difficile scindere l’informazione che siete una coppia dal fatto che siete anche colleghi.

2) E se non ci sarà un lieto fine? Pensate a cosa significa avere tutti i giorni davanti agli occhi il proprio ex, a dover essere costrette a relazionarsi con lui, a dividere gli spazi, a guardarlo mentre fa gli occhi dolci ad un’altra collega o peggio ancora quando ci si troverà in disaccordo, a rischio denunce di mobbing o stalking. 

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Che fare?

E se ci rendiamo conto di essere proprio innamorate? Che cosa possiamo fare? Tenerci il segreto e rinunciare magari all’uomo della nostra vita… oppure correre il rischio?

La risposta sta solo dentro di noi, non ci sono regole uguali per tutti oppure una soluzione valida sempre. Domandiamoci piuttosto: cosa proviamo? Cosa vogliamo?

Impariamo a conoscerci meglio, diamo un nome ai nostri sentimenti così da capire se è solo una infatuazione o se c’è qualcosa di più profondo.

Analizziamo poi nel dettaglio la nostra realtà lavorativa, i nostri colleghi, il nostro capo, i clienti, gli ambienti, proviamo ad immaginare le conseguenze a cui potremmo andare incontro se decidessimo di iniziare una storia proprio con quel collega.

Se decidiamo per il NO, approfittiamo dell’occasione per dedicarci ancora di più al lavoro, cerchiamo di evitare la vicinanza con l’ “incriminato”, riempiamoci il tempo libero con un hobby o con piacevoli uscite con le amiche… e aspettiamo che l’infatuazione passi.

Al contrario, se siamo più propense al SI, scegliamo un’occasione non lavorativa ed un luogo all’esterno dell’ufficio, magari una situazione di svago in cui sarà più semplice far affidamento alla nostra ironia per evitare anche brutte figure nel caso avessimo frainteso l’interesse dell’altro.

E se invece le attenzioni sono ricambiate, allora proponete un “patto” reciproco: entrambi dovrete muovervi con discrezione, sincerità e prudenza, mantenendovi lucidi e maturi, cercando in tutti i modi di lasciare la vita personale al di fuori dell’ufficio e tenendovi per voi la notizia.

 

Ma poi, diciamoci la verità, per quanto possa essere rischioso… quanto è bello incontrare l’amore in un ambiente protetto, con una cadenza giornaliera, con la possibilità che non ci siano altri coinvolgimenti extra-orario di lavoro, comodamente alla distanza di una scrivania e soprattutto svegliarsi la mattina tanto contenti di andare a lavorare?!

 

Dott.ssa Cristina Colantuono

Cristinacolantuono@gmail.com

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