Quattordicenne omosessuale suicida. Cosa è successo davvero.

Sempre più giovani le vittime della discriminazione sessuale. Il 14enne romano si sentiva troppo discriminato per via della sua sessualità ed il carico che portava era troppo grande per riuscire a sopportare tutto. Così s’è tolto la vita buttandosi dal terrazzo del palazzo dove abitava, solo dopo aver lasciato un biglietto d’addio con il motivo per cui ha deciso di suicidarsi.

ROMA, quartiere di Torraccia, a due passi da San Basilio – Roberto, andava in una scuola liceale del quartier Torraccia. Trascorreva una vita tranquilla e non lasciava intuire neanche il minimo segno di qualche inquietudine. Era un normalissimo adolescente che trascorreva l’estate tranquillamente con qualche amico, postando foto sui social network con i suoi amici. Ma questa era solo una maschera che il giovane portava, per chi  lo vedeva con occhio superficiale. Il ragazzo era disturbato dentro, dal tormento della diversità sessuale da parte dei suoi coetanei e probabilmente avvertiva la stessa discriminazione anche in famiglia. ‘Quella sera abbiamo visto la televisione insieme – ha detto il padre del ragazzo, un impiegato pubblico – siamo stati davanti alla tv fino all’1,30 del mattino e poi dopo la buonanotte siamo andati a dormire’. Così, dopo le 2 il ragazzo in piena notte scrive un biglietto d’addio che lascia attaccato sullo schermo del computer e esce di casa. Alle tre del mattino i genitori si accorgono che non è in camera sua e trovano la sua lettera con su scritto: “ Cari mamma e papà, sulla pen drive è scritto tutto quello che c’è da sapere sul perché mi sto suicidando. Vi voglio bene. Addio.”  Ecco che i genitori lo cercano dappertutto, ma sentono gridare dalla strada sotto il loro palazzo quando già è troppo tardi. Il passante, anche lui sotto choc chiama soccorso e aiuti, ma per Roberto è già troppo tardi. Il ragazzo s’è buttato dalla terrazza condominiale ed è stato ritrovato un quarto d’ora dopo. I genitori non hanno fatto in tempo a dare l’allarme perché hanno scoperto contemporaneamente la tragedia.

La procura ha attivato degli accertamenti su questo funesto evento. Ma dubitano fortemente che si tratti di istigazione al suicidio. Il corpo di Roberto presentava anche alcune ferite da taglio. All’inizio si è pensato ad un omicidio, ma subito dopo è stato ritrovato un coltello con il quale il ragazzo si era provocato ferite prima di gettarsi nel vuoto.

Ora il suo computer e il profilo del social network verranno presto analizzati dalla polizia postale per capire le origini della tragedia, ammesso che sia possibile spiegarle. Gli inquirenti ascolteranno tutte le persone a lui vicine a partire dai suoi genitori, passando poi agli amici e in ambito educativo scolastico.  L’obiettivo è quello di capire se qualcuno fosse a conoscenza del suo disagio, se il ragazzo avesse confidato di essere gay e se qualche gesto o reazione possa aver urtato la sensibilità dell’adolescente. Dunque, secondo quanto emerso finora il ragazzo non ha mai fatto cenno, almeno nella lettera, a episodi di bullismo subiti per le proprie preferenze sessuali. Nel testo si farebbe solo riferimento a un disagio psicologico sull’incertezza della strada da percorrere nella vita. Alcuni suoi compagni di scuola, affranti e sotto choc come tutto l’edificio scolastico, dicono che il ragazzo era un tipo silenzioso e introverso, ma tuttavia con gli amici di tutti i giorni si comportava in maniera normale, tranquilla. Come uno che non ha niente da nascondere.Ma come si può ora parlare di “normalità”? il ragazzo aveva qualcosa che non andava e i suoi cari sono arrivati troppo tardi per capirne il problema.

Così torna inevitabilmente tra le priorità della politica una legge sull’omofobia. La notizia di Roberto ha scosso umanamente molte persone, e non solo nella società.

Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center dice in toni più rabbiosi:“La politica smetta di giocare sulla pelle dei gay ed il presidente Letta approvi d’urgenza un decreto serio contro l’omofobia, come fatto per il femminicidio”, chiede Marrazzo. “C’e’ un fenomeno preoccupante che riguarda i giovani e il mondo della scuola dove si verificano un numero altissimo di discriminazioni verso ragazzi gay. Il governo a partire da Letta e dal Ministro dell’Istruzione Carrozza, mettano in campo politica concrete e campagne contro l’omofobia nelle scuole.  Marrazzo cita anche una ricerca di Gaycenter secondo la quale su un campione di 4mila studenti delle scuole superiori, tra i 14 ed i 18 anni, circa il 5% si sono dichiarati omosessuali, uno su 3 ha pensato almeno una volta al suicidio, ed oltre il 70% ha dichiarato che la propria scuola e la propria famiglia non sono accoglienti verso lesbiche e gay e sono spesso il primo luogo della discriminazione. Forse la stessa discriminazione che si verifica ogni qualvolta la legge non viene abrogata. Ecco cos’hanno affisso sotto casa del ragazzo:

fonte: repubblica.it
fonte: repubblica.it

Nichi Vendola ha subito lasciato un commento sul suo Twitter: “ Spero che una intera classe dirigente chieda perdono per le vittime dell’omofobia e per aver consentito che l’odio per le diversità diventasse lessico ordinario della contesa politica.

Addirittura la presidentessa della camera Laura Boldrini vuole dire la sua: “”Ho fiducia che la Camera saprà trovare alla ripresa il modo per dare risposta alle attese e varare con la più larga maggioranza una legge che ci allinei agli altri Paesi dell’Unione Europea”. Lo afferma il presidente Laura Boldrini in una nota in cui esprime il cordoglio ai familiari del quattordicenne suicida. “La tragica vicenda del ragazzo 14enne che si è tolto la vita a Roma perché non si sentiva accettato in quanto omosessuale – afferma Boldrini in una nota -, è un nuovo, drammatico grido di dolore che arriva alle istituzioni e alla politica. Esprimo alla sua famiglia tutto il mio cordoglio, anche se so bene che queste attestazioni di vicinanza non possono certo lenire una così grande sofferenza.”

Infine anche il presidente dell’arci gay Flavio Romani ha commentato: “ci fa sprofondare in un dolore terribile. Quel gesto estremo  è una sconfitta dal peso insopportabile, che ci riporta la fotografia di persone esasperate, sole, emarginate, alle quali nessuno parla e nessuno trasmette la possibilità di un futuro migliore.”

Si parla quindi di una vera e propria modifica della legge Mancino, dal nome dell’allora Ministro dell’Interno che ne fu proponente. Legge italiana introdotta nel 1993 che condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, e aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici religiosi o nazionali. La legge punisce anche l’utilizzo di simbologie legate a suddetti movimenti politici. Ma c’è chi si chiede, porterà davvero a qualcosa questa modifica? O bisognerà introdurre dei veri e propri cambiamenti PRIMA nella nostra quotidianità iniziando dal cambiamento di educazione nei luoghi scolastici, in quelli sportivi, nelle famiglie e nella cultura?

Un ennesima morte forse non è abbastanza per capire se è arrivata l’ora di abbandonare certi (inutili) pregiudizi e pensare che al di là di quello che dichiariamo di essere, siamo persone.

 

 

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!