Tutte noi abbiamo conservato o collezionato cose differenti, che possono essere più o meno insolite. C’è chi mette da parte i fiori ricevuti dagli ammiratori schiacciandoli in un libro. C’è chi ama i francobolli e le monete. C’è chi stipa nel proprio armadio peluche della Disney. Di recente è dilagato il fenomeno del collezionismo delle bambole reborn, inquietanti cloni di neonati che sembrano dover prendere vita da un momento all’altro. E c’è anche chi colleziona… profilattici. Non parliamo di condom integri all’interno della loro bella confezione sigillata – e quello può essere anche piuttosto comune, essendo gli involucri coloratissimi e allegri – ma di preservativi usati. Sì, c’è una persona che li colleziona (ma potrebbero essercene altre?).

Si tratta di Tonje, una donna norvegese, come racconta Tpi, a sua volta riportando da altra fonte. Tonje ha 28 anni, ma da quando ne aveva 21 ha iniziato con il suo strano hobby: collezionare preservativi usati. Sì, lo sappiamo, avete storto il naso o peggio. In effetti non sembra una cosa propriamente igienica: i condom già utilizzati sono un ricettacolo di malattie, non solo a trasmissione sessuale. E se mentre il virus dell’Hiv che potrebbe portare all’Aids è facilmente deperibile e quindi contagioso per un periodo di tempo molto limitato, lo stesso non si può dire per esempio dell’epatite. Però, immaginiamo che Tonje abbia preso le sue contromisure.

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Assodato che forse non si tratta di un’idea geniale, ecco la storia di Tonje. In pratica, nel 2010 il suo ragazzo le regalò il primo di questi preservativi usati. Pare che la donna sia affascinata dal loro odore – che sappiamo cambiare da persona a persona e, nel preservativo, è misto a un sentore di gomma – e ora ne possiede più di 1900, ma il suo desiderio è arrivare a 10mila. Tonje, da allora, appende i preservativi usati ai muri della sua stanza ed è assolutamente incoraggiata dai suoi genitori in questa passione, diremo eufemisticamente insolita. Ma come ha fatto Tonje a raccogliere tutti quei pezzi per la sua collezione?

Be’, alcuni sono suoi e dei suoi diversi partner nel tempo – la storia con il ragazzo che le regalò il primo profilattico si è andata deteriorando proporzionalmente alla passione della donna e poi è giunta alla fine. Ma in ogni caso i 1900 preservativi non provengono tutti da suoi rapporti. Tonje si fa aiutare da amici e conoscenti in questa collezione – amici soprattutto dei suoi genitori, che come dicevamo la sostengono, lei invece si è ritrovata a perdere alcuni dei propri contatti. E poi alcuni tra questi preservativi usati… li compra.

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Sì, esatto, esiste un mercato di preservativi usati, esattamente come ne esiste uno di mutandine sporche. Tonje è arrivata ad acquistare anche 20 pezzi al giorno a volte, e alcuni non sono neppure troppo economici.
È davvero difficile comprendere il suo punto di vista. Ci ripetiamo spesso che il mondo è bello perché è vario ma sono queste storie che mettono alla prova, in effetti, la nostra apertura mentale. Tonje sa perfettamente che non tutti possono comprenderla, ma non se ne cruccia:

Mi sento così felice quando vado alla cassetta postale. La gente mi invia dei preservativi usati. Per me è come se ogni giorno fosse Natale. […] Non mi interessa quello che pensano gli altri: è un hobby, c’è chi fa sport, chi colleziona auto, a me piace raccogliere i preservativi usati. Ognuno ha il suo.

Che sia solo una bufala? Parrebbe di no, ma siccome fatichiamo a crederci il condizionale è d’obbligo.
Del resto, chi siamo noi per giudicare.

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