Vogliamo darvi una notizia: il romanticismo non è la normalità. Dimenticatevi anni di commedie romantiche, di serate passate sul divano guardando Pretty Woman o di infanzie spese sognando il principe azzurro. Non tutte le persone desiderano una relazione romantica, e questo non le rende “strane” o “anormali”, ma, semmai, semplicemente, “aromantiche”.

L’aromanticismo è talmente diffuso, contrariamente a quanto si possa pensare, da essersi “meritato” persino una settimana per sé, l’Aromantic spectrum awareness week che, peraltro, cade proprio a distanza di sette giorni da quello che è invece l’appuntamento romantico per antonomasia, San Valentino.

Ma cosa si intende per aromanticismo?

Cosa significa aromanticismo?

Prima di tutto è importante chiarire che l’aromanticismo è uno spettro, che perciò lo rendono una molteplicità di gradazioni appartenenti tutte allo stesso orientamento. Ovvero così come non vi è un singolo modo di essere romantici, allo stesso modo non ve n’è uno solo per essere aromantici.

In generale, comunque, per aromanticismo, come ben spiega un articolo di Bossy, si intende

l’assenza totale o parziale di attrazione romantica nei confronti delle altre persone. L’aromanticismo è un orientamento romantico e non sessuale: ha a che vedere con la tendenza delle persone a non provare di fatto attrazione romantica e a non immaginare di provarne. Si definisce aromantica una persona che non sperimenta né ricerca una forma di amore romantico verso il partner, verso la persona per cui si prova attrazione sessuale o, più in generale, verso gli altri.

Insomma essere aromantici non significa essere asessuali, e non significa neppure appartenere a un orientamento sessuale o a un’identità di genere. Inoltre, non è detto che il nostro essere aromantici sia globale, ovvero rivolto indistintamente a tutte le persone: possiamo essere aromantici, ad esempio, solo nei confronti di alcune persone, e questo fa capire che, almeno una volta nella vita, tutti possiamo essere stati aromantici.

A tutti sarà infatti capitato di risultare interessante a una persona che ha provato a corteggiarci, incontrando il nostro rifiuto o la nostra indifferenza; bene, quello si può definire come aromanticismo.

Lo spettro dell’aromanticismo, come detto, è molto ampio. si passa, ad esempio, dall’Aroflux, ossia una persona il cui orientamento romantico fluttua tra lo spettro romantico e l’aromantico, alle Gray-aromantic, ovvero le persone che potrebbero sperimentare, in alcuni casi rari e in determinate circostanze, un’attrazione romantica nei confronti di una o poche persone.

C’è il Demiromanticismo per cui, dopo un legame emotivo, una persona prova dell’attrazione romantica, l’Akoiromanticismo (o lithromanticismo) per cui le persone che provano un’attrazione romantica non intendano sia ricambiata, il Cupioromanticismo che fa provare all’aromantico il desiderio di instaurare comunque una relazione romantica con altre persone, il Quoiromanticismo per cui non si riesce a distinguere l’attrazione romantica da quella platonica e, infine, l’Omniaromanticismo per cui non si prova mai un’attrazione romantica.

Le caratteristiche dell’aromantico

Partendo dal presupposto che le persone sono da valutare sempre e comunque a prescindere di un’etichetta, e fermo restando il fatto che talvolta si possa essere aromantici ma non nei confronti di tutti, in linea di massima, se si volessere delineare le “caratteristiche” dell’aromantico, si potrebbero pensare in questo modo: aromantico è, ad esempio, chi non ha la necessità di esternare i propri sentimenti amorosi con azioni atte a dimostrarli. 

Ma anche chi ritiene di non essere tagliato per le relazioni romantiche e perciò rifiuta proposte di questo genere, chi non ha interesse per l’amore romantico ma, al massimo quello platonico, il che non vuol dire non essere in grado di provare, ad esempio, attrazione sessuale. Talvolta un aromantico può persino essere in una relazione ma non provare alcun desiderio di svolta romantico, restandovi solo per altri interessi (quelli economici, ad esempio).

Al di là di una mera categorizzazione, però, se c’è un punto davvero importante da sottolineare è che aromantico e asessuale non sono la stessa cosa.

Aromantico non è asessuale

Uno degli stereotipi più diffusi porta a considerare le persone aromantiche anche come asessuali, forse perché orientamento romantico e orientamento sessuale sono ancora spesso confusi, oppure perché non si riesce a immaginare una relazione romantica senza sesso, o viceversa. Invece le persone aromantiche non sono sempre anche asessuali, anzi non esistono corrispondenze biunivoche tra i due orientamenti.

Esistono infatti persone allosessuali, che provano attrazione sessuale verso qualcun*, e aromantiche, persone asessuali e alloromantiche, ovvero che provano attrazione romantica verso qualcun* ma, soprattutto, esistono persone che sperimentano attrazione sessuale e romantica diversa a seconda dei diversi individui a cui queste sono rivolte.

Sbaglia anche chi ritiene che un aromantico sia anaffettivo, dato che una persona aromantica può provare un profondo affetto e sentire un legame nei confronti di qualcuno senza però sentire il bisogno di dimostrarlo con dei gesti, oppure lasciarsi andare a manifestazioni evidenti con i familiari, o gli amici, ad esempio.

L’aromanticismo non sorge neppure dopo una delusione amorosa, come verrebbe facile pensare, e non è indice di una non volontà di impegnarsi. Si tratta solo di uno degli orientamenti che il nostro romanticismo può assumere. Che è poi il motivo per cui una persone che si sta godendo un semplice periodo da single non può essere considerata aromantica.

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