Si chiama Youtopia il film di Berardo Carboni che uscirà nelle sale italiane il 25 aprile 2018, incentrato su una ragazza disposta a mettere all’asta la propria verginità per aiutare la famiglia, in crisi economica.

E in effetti il punto di partenza da cui parte il film (qui il trailer), è proprio questo: cosa è disposta a fare una diciottenne per raccogliere del denaro, per qualunque scopo esso serva? Nel caso di Matilde, interpretata da Matilda De Angelis, la necessità di guadagnare arrivando a una scelta tanto estrema  arriva dopo aver saputo che la madre, sommersa dai debiti e senza lavoro, sta per perdere la casa.

La ragazza scopre sul web un mondo nuovo, una vera e propria scorciatoia per facili guadagni,  utilizzando il proprio corpo per spogliarsi davanti alla webcam. Quando la situazione familiare si complica ulteriormente, Matilde arriva   organizzare un’asta online per vendere la propria verginità. “Youtopia tratta dei temi di attualità – ha spiegato a RepTv il regista Berardo Carboni –  perché la mia intenzione era quella di realizzare un film contemporaneo“.

E in effetti, per quanto possa sembrare incredibile, la storia di Matilde è la storia di tante ragazze e donne che, in un mondo sempre più esasperato dall’onnipotenza dei social, dalle scorciatoie virtuali, dalla mania dei soldi facili e talvolta anche da una profonda crisi di valori e di moralità, si aggrappano all’idea, disperata, di poter vendere il proprio corpo. Per ragioni diverse, magari, per una ricarica sul cellulare come per pagare i debiti, per avere un guardaroba nuovo oppure per mandare avanti la famiglia. Accettando di vivere spesso una doppia vita, un’esistenza parallela, di azzerare la benché minima pietà di se stesse pur di raggiungere un obiettivo, la nuova, triste realtà delle verginità all’asta o del sesso venduto per pochi spicci a suon di click suona tanto come un deprimente schianto verso un baratro dove non solo la mercificazione del corpo femminile – manifesto del femminismo di nuova generazione – è sbattuta in faccia, ma si propaga attraverso questa sorta di prostituzione, morale prima ancor che fisica, in versione 2.0.

L’universo raccontato da Youtopia, ben lontano dall’essere, appunto, pura utopia, spazia da giovanissime che si spogliano davanti alla web cam a madri di famiglia che si improvvisano più disinibite delle stelle del porno, da chi accetta di mostrare un seno ai “primi dieci che si collegheranno”, a mo’ di televendita, a chi, invece, candidamente riserva al miglior offerente il privilegio di essere la sua prima volta.

Non solo verginità vendute, nel complesso mondo del sesso via Web ci sono le cosiddette camgirl (o webcam-girl) ragazze o donne che, senza muoversi dalla propria propria camera, fanno soldi mostrandosi in intimo, chattando con gli spettatori per cui improvvisano spettacoli erotici, magari mentre di là mamme, papà, o mariti guardano pacificamente la tv. L’offerta è varia, ci sono categorie proprio come se ci si trovasse a un supermercato a luci rosse, età e tipologie di donna differenti, all’insegna del “tutto è concesso”. Come se, chissà perché, si pensasse che, trattandosi di “virtuale” si tratti solo di un gioco, di una goliardata. Di qualcosa che non è vero, non esiste.

Se la storia di Matilde è frutto di una finzione scenica, nella realtà le cose non sono poi diverse; in questi anni abbiamo spesso sentito parlare di giovanissime disposte a vendere la propria verginità e, se in alcuni casi, per fortuna, si è trattato solo di bufale, in altri esistono prove documentali che ne confermano l’autenticità. Da Nicole, la studentessa italiana che si è trovata vittima del suo stesso scherzo, a Rebecca, che ha annunciato su YouTube di aver messo all’asta la sua prima volta, nella gallery ci sono alcune delle storie più famose di ragazze disposte a vendere la propria verginità.

Youtopia: la verginità all'asta di una diciottene
un frame del traile di Youtopia
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