Orientamento sessuale e identità di genere: facciamo chiarezza

Con l'espressione "orientamento sessuale" ci si riferisce all'attrazione sessuale, romantica e/o emotiva che una persona prova verso altri individui. Essa concerne, quindi, il modo di relazionarsi con gli altri, andando a profilare una variabilità di combinazioni e possibilità pressoché infinite. Vediamo di che cosa si tratta nel dettaglio.

Noi non siamo, ma diventiamo sessuali nel corso della nostra vita. Il modo in cui viviamo la nostra sessualità, definiamo noi stessi e gli altri e sentiamo in modo sessuale, infatti, non è statico e imperituro, ma è inserito in un processo in divenire, fortemente influenzato dal contesto socio-culturale in cui siamo immersi e dagli eccessi di significazione – come li definisce il sociologo Cirus Rinaldi – che lo riguardano, dovuti a una molteplicità di interpretazioni derivanti da ambiti e discipline dissimili.

In questa cornice, rientra, naturalmente, anche l’orientamento sessuale, oggetto di ridefinizioni, studi e teorie. Vediamo di che cosa si tratta.

Che cos’è l’orientamento sessuale?

Con l’espressione “orientamento sessuale” ci si riferisce all’attrazione sessuale, romantica e/o emotiva che una persona prova verso altri individui. Essa concerne, quindi, il modo di relazionarsi con gli altri, andando a profilare una variabilità di combinazioni e possibilità pressoché infinite.

Lo comprese con chiarezza Alfred Kinsey, biologo e sessuologo statunitense che per la prima volta, negli anni ’50 del ‘900, ebbe l’intuizione di considerare l’orientamento sessuale alla stregua di uno spettro, in strenua opposizione alle teorie deterministiche ed essenzialistiche dell’epoca, derivanti soprattutto dal modello tassonomico elaborato dai primi sessuologi ed esacerbato da Freud.

Lo studioso intervistò, infatti, più di diecimila cittadini e cittadine americani/e, con l’obiettivo di ricavare un numero cospicuo di informazioni ed epurare gli studi sulla sessualità da qualsiasi deriva moralizzatrice, censoria e repressiva. Ne derivò, in tal modo, la cosiddetta Scala Kinsey, basata sulla raccolta di fantasie, desideri e comportamenti e volta a misurare le numerose sfumature del continuum caratterizzato dai poli dell’omosessualità e dell’eterosessualità, con cui etichettò, così, il concetto di orientamento sessuale.

Quando si definisce e come si sviluppa

Sebbene si siano ricercate, nel corso degli anni, spiegazioni di natura psicologica, sociale, ormonale, culturale e genetica, non è ancora chiaro che cosa determini l’orientamento sessuale di ciascun individuo – qualunque esso sia. Ne consegue, dunque, che non vi sia neanche un’età specifica in cui esso si manifesta, sebbene gli scienziati concordino sul fatto che l’orientamento sessuale inizi a emergere tra la metà/fine dell’infanzia e la prima adolescenza.

Come si legge sul sito dell’Istituto A.T. Beck, appunto:

Le persone riferiscono esperienze molto diverse fra loro: alcuni lo avevano chiaro prima ancora di aver fatto esperienze sessuali, altri invece hanno attraversato numerosi momenti di esplorazione e dubbio. Ci sono persone che arrivano alla piena consapevolezza del proprio orientamento sessuale anche in età adulta, a volte, anche dopo aver avuto famiglia e figli.

In quest’ultimo caso, rivestono un ruolo preminente, senza dubbio, la serie di discriminazioni, stereotipi e pregiudizi che ancora costellano gli orientamenti sessuali che esulano dall’eteronormatività, e che vengono, perciò, considerati delle “devianze” rispetto all’eterosessualità socialmente imposta.

Orientamento sessuale e identità di genere

L’orientamento sessuale, inoltre, non deve essere confuso con l’identità di genere, che, come si evince dall’espressione, indica un comparto ben diverso della personalità. Con essa, infatti, si fa riferimento alla percezione che le persone posseggono di se stesse – a prescindere dal sesso biologico e dall’identità assegnata alla nascita in relazione a quest’ultimo –, a seconda delle definizioni (leggi anche: costrutti sociali) di “uomo” e “donna” veicolate dalla società di provenienza.

Come nel caso dell’orientamento sessuale, anche l’identità di genere può presentare diverse varianti. Un individuo può definirsi:

  • cisgender, se la propria identità corrisponde con il sesso biologico;
  • transgender, se la propria identità non corrisponde con il sesso biologico;
  • transessuale, se la propria identità non corrisponde con il sesso biologico, e la persona decide di intervenire chirurgicamente con un intervento di riassegnazione del sesso;
  • non-binary, se la propria identità esula dalla dicotomia maschile-femminile;
  • genderfluid, se ci si identifica talvolta come uomini, altre come donne, altre ancora nel genere neutro;
  • agender, se ci si rifiuta di identificarsi con un genere specifico.

Quali sono i possibili orientamenti sessuali?

E per quanto concerne l’orientamento sessuale, quali possono esserne le possibili sfumature? Vediamole insieme:

  • eterosessualità: una persona prova un’attrazione sessuale, romantica e/o emotiva per un individuo del sesso opposto al suo;
  • omosessualità: una persona prova un’attrazione sessuale, romantica e/o emotiva per un individuo del suo stesso sesso;
  • bisessualità: una persona prova un’attrazione sessuale, romantica e/o emotiva verso individui di due o più generi diversi;
  • pansessualità: una persona prova un’attrazione sessuale, romantica e/o emotiva a prescindere dal sesso biologico, dall’identità di genere e dall’orientamento sessuale degli individui coinvolti;
  • asessualità: una persona non prova un’attrazione sessuale, romantica e/o emotiva verso nessun altro individuo;
  • polisessualità: una persona non accoglie il binarismo di genere e prova un’attrazione sessuale, romantica e/o emotiva verso individui di sesso e genere diversi;
  • demisessualità: una persona prova un’attrazione sessuale solo se, contestualmente, è presente anche quella romantica o sussiste un legame emotivo con un altro individuo.

Come capire qual è il proprio orientamento sessuale

La scoperta della propria sessualità, come accennato all’inizio, è un processo: un percorso, spesso intricato e ostacolato, che può durare anche tutta la vita.

Per comprendere meglio se stessi e da chi e che cosa siamo attratti, tuttavia, il primo passo è quello di ascoltarsi a fondo, assecondare le proprie esigenze ed essere autentici, con noi stessi, e, di conseguenza, con gli altri. In questo scenario rientra, certamente, anche il rifiuto di pregiudizi e stereotipi verso orientamenti sessuali non ancora pienamente “accettati” e ritenuti “inappropriati”, i quali risultano, tuttora, gioghi dai quali è difficile svincolarsi.

In tal senso, può essere utile rivolgersi a uno psicoterapeuta esperto in sessualità, al fine di dirimere eventuali dubbi e aiutare a fare chiarezza dentro – e, a volte, anche fuori – di sé. Come si legge su Guida Psicologi:

L’obiettivo della terapia è semplicemente quello di permettere al paziente di affrontare la confusione o un’eventuale “omofobia interiorizzata”, e di sentirsi libero di poter vivere la sua sessualità senza pregiudizi e paure. Il terapeuta, infatti, ha il compito di tranquillizzare il paziente e di accompagnarlo nella scoperta di se stessi.

L’importante è iniziare, accogliersi e non avere paura di scoprirsi, passo dopo passo.

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