Genderqueer significa letteralmente genere non binario. È qualcosa che va oltre il maschile e il femminile. Ed è importante comprenderlo perché solo allora comprenderemo quanto l’identità sessuale non sia poi così scontata. Tra il maschile e il femminile ci sono tantissime sfumature, come ce ne sono altre che non possono essere etichettate. È in questo modo che la pensa Jacob Tobia, attivista per i diritti Lgbt e scrittore.
Come riporta Cosmopolitan, l’identità sessuale non è qualcosa di definito per Tobia, ma qualcosa in fieri. Genderqueer però non è sinonimo di sessualità liquida, perché dobbiamo sempre distinguere tra identità sessuale e sessualità, che tra l’altro non è detto che corrispondano sempre. Essere genderqueer significa quindi nella sua visione essere «parte di questo magico e brillante ombrello trans». Vi presentiamo questa persona attraverso le immagini e le citazioni su Instagram.
La mia vita è stata perfetta per circa tre secondi – ha raccontato – fino a che l’infermiera ha guardato giù e ha detto: «È un maschio». […] Il modo in cui le persone mi trattavano era sbagliato. Ciò che le persone si aspettavano da me era sbagliato. Ciò che dicevano su quello che potessi o non potessi fare era sbagliato.
Festa della Donna
Questa immagine è stata pubblicata in occasione della Festa della Donna e Jacob Tobia si è interrogato non solo sui recenti movimenti di contrasto alle molestie e violenze sessuali ma anche su quanto noi donne siamo spesso non inclusive.
Se, come femministe trans-inclusive, smettiamo di dire donne e iniziamo a dire donne e femmine, penso che potremmo essere capaci di assicurare che il nostro messaggio non si perda più nella traduzione. Voglio dire, la Marcia per le Donne e le Femmine suona meglio, no? È un titolo sexy e inclusivo di trans e genderqueer che posso accettare.
Diritti Lgbt
Qui è quando Jacob Tobia ha iniziato a far parte di un fondazione per i diritti Lgbt.
Aiuterò a consigliare strategie e programmi che indirizzeranno verso i bisogni dei genderqueer, trans e tutti i generi di persone nel Paese.
Una poesia
Una sua poesia.
Questo è per quei corpi che sono troppo indisciplinati, troppo indisciplinati per essere toccati
Questo per le ragazze che sono troppo indisciplinate, troppo indisciplinate per trovare qualcuno che le ami
Questo per i ragazzi troppo cortesi, troppo cortesi per essere desiderati
Questo per le curve
E i morsi ossuti
Per la barba malriposta
E per il muscolo malriposto
Per i corpi che fanno male a un tocco gentile
Le anime che fanno male alle parole gentili
I corpi che fanno male a un tocco ruvido (ma è giusto così)
Le anime che fanno male a parole dure (ma è giusto così)
Per le ragazze troppo orgogliose di essere piccole per voi
Per i ragazzi troppo orgogliosi di essere crudeli per voiÈ il capitalismo. Che cosa c’entra l’amore con questo?
È fascismo. Che cosa c’entra l’amore con questo?
È marketing. Che cosa c’entra l’amore con questo?
È cultura di massa, desiderio di massa. Che cosa c’entra l’amore con questo?
È il membro pulsante dei maschi bianchi etero cisgender ficcato nelle nostre gole collettive. Che cosa c’entra l’amore con questo?
Insicurezze
Ci può aiutare imparare a venerare e adorare le cose che siamo soliti trovare brutte in noi stessi. Ci più aiutare e mettere in rilievo le nostre insicurezze.
Riflessi
Oggi mi sento vulnerabile e ho il bisogno di riflettere. Quanto più lavoro nell’industria dell’intrattenimento più capisco che l’intelligibilità come persona convenzionalmente attraente ha molto a che fare con il successo.
Nostri maiores
Ogni volta che scrivo dei nostri predecessori trans, piango, piango e piango. È un pianto di gioia e un pianto triste. Ci hanno amati così tanto da costruire questo mondo per noi e darci tutto quello che abbiamo. Ma hanno dovuto sopportare così tanto e non hanno mai avuto il rispetto che meritano.
Una citazione
Essere femmina è avere l’onore dove c’è stata vergogna. Maggie Nelson ne Gli Argonauti.
Parafrasando
Un pezzo di una canzone di Meredith Brooks (con aggiunta).
Sono una str***a, sono un’amante
Sono una bimba, sono una madre
Sono una peccatrice, sono una santa
E non me ne vergogno (e non dovresti farlo neppure tu).
La primavera
Un’altra poesia queer, stavolta per la primavera.
Quando dicono che sei troppo
che sei stravagante
che non sei naturale
che stai solo attirando l’attenzione
che sei un mostro
indica un uccello
vestito brillantemente di piume
o un fiore appena sbocciato
che si infiamma di colori e pieghe
i petali sbiechi
e chiedi
«È troppo?
È stravagante?
È un mostro?
È perfettamente ragionevole adornarsi
per rendersi bello con un colore
per distinguersi quando si potrebbe essere confuso.
È naturale poggiarsi fieri
sul ramo più alto che si può trovare
avvolti nei colori più brillanti che si possano mettere insieme
e gridare forte:
«Io sono qui».
Ciò che si merita
Ho sempre saputo che non ci fosse niente di contraddittorio in trucco e parrucco, ma in un mondo che spesso mi dice il contrario, ci sono volte che è difficile continuare a crederlo. Ho sempre conosciuto la sublime natura della mia bellezza, ma in un mondo che spesso mi dice il contrario, ci sono volte che è difficile ricordarlo. Ho sempre saputo che merito di essere celebrato, amato, adorato, desiderato e tenuto tra le braccia, ma in un mondo che spesso mi dice il contrario, ci sono volte che quasi lo scordo.
Cosa ne pensi?