Sesso estremo: bondage, tecniche e significato

Citiamolo subito, così ci togliamo il pensiero. Stiamo parlando di “5o sfumature di grigio”, libro e film indifferentemente, che con il loro successo planetario hanno messo i riflettori su una pratica antica quanto, in alcune forme, estrema: il bondage.

Va anche detto, a onor del vero, che il bestseller in questione ha anche creato più di una confusione in merito a cosa sia realmente il sesso bondage e, probabilmente, i film bondage che possano essere considerati davvero tali sono altri.

Ma andiamo con ordine e partiamo da una premessa fondamentale: il bondage non è violenza ed è fondamentale che tra i partner ci sia reciproca consensualità.
Anzi, il bondage esige estrema fiducia nel partner e assoluto rispetto.

Sesso estremo: bondage, tecniche e significato

Il significato di bondage

Innanzitutto: cosa significa bondage? Le origini sono da cercarsi nel verbo to bond, ovvero vincolare, collegare e inizialmente il termine fu utilizzato nell’accezione di schiavitù.

Ora il suo significato si è “specializzato”, finendo per indicare una “schiavitù” di tipo sessuale, basata su costrizioni fisiche attuate con legatura, a mezzo di fasce, corde o oggetti vari.

Più in generale, la parola bondage ha finito per identificare l’atto sessuale in cui uno dei partner, in modo consenziente, sottostà a un impedimento fisico che può essere di movimento, parola, ascolto, etc.

Psicologia del piacere estremo

Com’è possibile che la pratica bondage che, in alcune delle sue forme, può avere risvolti molto dolorosi, generi piacere e addirittura venga vissuta in molti casi come un collante per le coppia, se non un modo per darle nuova linfa vitale? Chiaro, non a tutti il bondage, e soprattutto il bondage estremo, piace. Ma probabilmente chiunque di noi sa bene quanto possa essere eccitante il sesso da bendati o con le braccia immobilizzate (basta anche fingere che lo siano vietandosi di utilizzarle), quando non sappiamo cosa il nostro partner ci farà e non possiamo fare altro che subire.

Psicologicamente parlando il piacere derivato dal bondage si basa sul processo di deprivazione sensoriale: venendo meno la mia libertà di movimento e il volontario utilizzo di alcuni sensi (sicuramente il tatto ma può essere per esempio anche la vista), tutti gli altri si acuiscono e il corpo e la mente diventano ultrasensibili ed estremamente più ricettivi, toccando così picchi di piacere sopra lo standard.

Del resto gli studi parlano chiaro: il sesso estremo farebbe bene alla salute e all’autostima.

Facciamo chiarezza: differenze tra bondage e BDSM

Ma prima di parlare di bondage giapponese e, quindi, di tecniche bondage, facciamo un po’ di ordine su ciò che davvero è il bondage visto che, a questo proposito, 50 sfumature di grigio non ha aiutato, mescolando bondage e BDSM senza distinzione di sorta. In realtà il bondage è solo un aspetto del BDSM, con cui frustini e sex toy sadomaso centrano ben poco.

BDSM, infatti, identifica una ben più ampia gamma di pratiche erotiche basate su giochi di potere e costrizione sempre, ribadiamo, tra adulti consenzienti che traggono reciproca soddisfazione da questi atti.
Nel dettaglio, BDSM, come dice l’acronimo stesso comprende: Bondage e Disciplina, Dominazione e Sottomissione, Sadismo e Masochismo.

Bondage giapponese VS bondage occidentale

Come per molte pratiche sessuali, le origini del bondage vanno cercate in Oriente. Molti fanno risalire erroneamente questa disciplina, perché tale è davvero, soprattutto se si parla del bondage giapponese, alle geishe, che la utilizzavano sapientemente per dare piacere ai clienti.

In realtà l’hojojutsu, ovvero l’atto di legare una persona, è un’arte giapponese antichissima, che prende il nome di shibari, utilizzata in cerimonie religiose per simboleggiare il legame tra umano e divino. Tale pratica, del resto, era nota ai samurai come tecnica di prigionia, che prevedeva legamenti, anche di tortura, tramite corde di canapa e iuta.

In origine slegato dalla sessualità, lo shibari divenne kinbaku (il predecessore del bondage così come lo intendiamo noi), ovvero legato al sesso, a partire dal ‘800, grazie al pittore Seiu Ito, considerato come il padre del kinbaku.

Per precisione, alcuni non accettano questa distinzione, ritenendo shibari e kinbaku sinonimi.

In ogni caso, da queste origini è stato mutuato poi il bondage occidentale, che utilizza tecniche di legature e ha obiettivi estetici finali diversi da quelli orientali. Sebbene, anche in Occidente, va detto, sta avvenendo una riscoperta dello spirito originario del bondage, fino a contemplare il bondage come “arte scultorea umana” slegata dal sesso (in questo senso il bondage è particolarmente apprezzato dalla fotografia).

I film bondage prima di 50 sfumature di grigio

Se pensiamo a racconti bondage, pensiamo immediatamente e in parte erroneamente, come abbiamo detto, a 50 sfumature di grigio ma, almeno per quanto riguarda i film bondage (e più in generale BDSM), ci sono ben altri predecessori, con alcuni picchi artistici. Parliamo per esempio di Bella di Giorno di Luis Buñuel con Catherine Deneuve in veste sadomaso o de Il portiere di notte di Liliana Cavani, con Charlotte Rampling.

Andrebbe poi citata una vasta filmografia nipponica, tra cui Ecco l’impero dei sensi di Nagisa Oshima. Ma limitiamoci a prendere in considerazione alcuni film bondage (o BDSM) occidentali noti: da Crash di David Cronenberg a Legami! di Pedro Almodovar fino all’indimenticabile Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci.

I principi del bondage

Sfatiamo ora l’errata credenza che il bondage sia un atto di violenza o di perversione. Il bondage che, come abbiamo visto, oltre a una pratica è una vera e propria disciplina, si basa su alcuni principi fondamentali.

Al primo posto ci sono la sicurezza e la consensualità dei partner. Entrambi devono trarne piacere ed entrambi possono decidere in qualsiasi momento di interrompere la pratica, certi del fatto che l’altro rispetterà la loro volontà.

Va da sé che il bondage prevede grande affiatamento e fiducia nel partner e può invece diventare pericoloso se si sceglie di sperimentarlo con sconosciuti o in rapporti occasionali.

Per quanto riguarda la sicurezza, al di là del rispetto dei limiti reciproci, è abitudine definire delle safeword, ovvero delle parole di sicurezza che permettano, in ogni momento della pratica, di comunicare al proprio partner una situazione di disagio, sofferenza eccessiva o la volontà di interrompere.

Tecniche bondage per principianti

Il bondage prevede varie tecniche e, nel dettaglio:

  • tecniche di separazione e divaricazione di parti del corpo
  • tecniche di collegamento di parti del corpo
  • tecniche di sospensione del corpo
  • tecniche di restrizione o limitazione della mobilità del corpo
  • tecniche di mummificazione, ovvero la totale immobilizzazione del corpo

Come ogni disciplina, il bondage richiede sapienza ed esperienza. Soprattutto se parliamo di bondage estremo o bondage in sospensione o mummificazione.

In questi casi, affidarsi al fai da te non è mai la soluzione. Anzi, si rischia di andare incontro a incidenti e lesioni che, in alcuni casi estremi, possono risultare fatali.

Esiste però la possibilità, per i principianti e i curiosi, di introdursi al mondo del bondage giocando con il proprio partner.

Si può cominciare con oggetti comuni, come foulard e cravatte, utilizzati per bendare gli occhi e legare i polsi alla testata del letto o dietro la schiena. Presa confidenza con questi oggetti si possono poi sperimentare le manette.
Via libera ovviamente alle fantasie erotiche, da condividere con il partner senza pudori e peli sulla lingua.
Quanto alla scelta del dominatore e del sottomesso, sperimentate? Provate entrambe i ruoli: alcune coppie amano alternarsi, altre hanno ruoli ben definiti.

Ovviamente valgono le raccomandazioni di cui sopra e, in particolare, quella di non praticare il bondage con sconosciuti. È bene, anche nelle sessioni principianti, definire una safeword che permetta di interrompere il gioco in ogni momento: vero che in questo caso si tratta di bondage leggero e non doloroso, ma non si sa mai che vi facciate prendere la mano.

Video bondage e tutorial: no al fai da te

Per passare a livelli superiori e al vero bondage fatto di legature con corde e fasce, va da sé, la rete è piena di video dedicati al bondage e di tutorial vari. Ma se non volete correre rischi inutili evitate il fai da te.
Soprattutto se si sceglie di sperimentare il bondage estremo, ci sono pratiche, come quella del breath control (controllo del respiro), che possono essere molto pericolose e causare danni cerebrali o, addirittura, la morte se non praticate da persone esperte.

Rischi del bondage: quando non praticarlo

Parliamo di rischi – ne abbiamo in sostanza già parlato -, ma vale la pena fare un piccolo manuale di sicurezza per chi voglia praticare bondage:

  • Non praticare mai con partner occasionali o che non si conoscono bene: dovete rispettare il partner ed essere certi che lui farà altrettanto. Vietato non fermarsi immediatamente a un suo segnale
  • No al fai da te, se non in un gioco preliminare innocuo come quello visto sopra
  • Definite una o più safeword per comunicare tra voi
  • Interrompete la pratica immediatamente qualora gli arti legati dovessero iniziare a diventare violacei
  • Non praticate mai se vi sentite stanchi o sotto l’effetto di alcol e droghe: il bondage richiede lucidità estrema
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