Cosa accade in un incontro di Shibari, l'arte giapponese della legatura erotica

Cosa accade in un incontro di Shibari, l'arte giapponese della legatura erotica
Fonte: Isabella Corda
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Lo shibari è una tecnica giapponese di costrizione con le corde. Naturalmente fa parte del variegato mondo delle pratiche che esistono nell’erotismo orientale e, benché ci si sforzi di trovare un corrispettivo in Occidente, non c’è nulla di simile allo shibari. Un altro nome di questa disciplina è kinkibaru, c’è però una piccola sfumatura di significato tra i due termini. «Shibari» significa infatti genericamente legare, mentre «kinkibaru» è la legatura stretta.

Nell’immaginario collettivo è facile, anche se non si conosce bene la filosofia alla base della pratica, immaginare molto dettagliatamente il modo in cui si concretizza. Accade soprattutto grazie agli hentaifumetti erotici giapponesi, che ci mostrano spesso alcune caratteristiche delle varie forme di erotismo nipponiche. A questo proposito, per esempio, per comprendere come sia un fatto culturale radicato per quanto riguarda l’eros, si può leggere un fumetto dal titolo La clinica dell’amore. La protagonista femminile, Ruko Tatase, è spesso in molte vignette a sfoggiare esempi di kinkibaru. Perché, non dimentichiamolo, la tecnica è diventata per alcuni artisti anche un modo per realizzare delle opere d’arte viventi.

Tecnica giapponese dello shibari

Le legature rappresentate dallo shibari, dicevamo, avvengono appunto con le corde. Non è propriamente una tecnica di sottomissione – ma questo lo vedremo tra poco – quanto l’espressione di una volontà di affidarsi all’altro, di fidarsi ciecamente. Diciamo che esercita un certo fascino tra gli occidentali proprio per questa ragione: in un mondo che va sempre più veloce, si sente spesso il bisogno di riappropriarsi della lentezza, dell’intimità, come afferma La Valigia Rossa. Tuttavia bisogna fare attenzione e ricordare che esistono dei corsi ad hoc per una ragione: lo shibari non è solo un’arte raffinata che segue delle regole estetiche ben precise, ma è soprattutto un’arte potenzialmente pericolosa se non la si sa maneggiare bene.

Vi parrà insolito che usiamo il termine arte ma è questo lo shibari, né più né meno. La pratica affonda le radici in una tecnica marziale, ma il significato di nodi e corde – che sono molte e diverse, ma sempre, rigorosamente in canapa – resta quello tradizionale, come spiega il sito dell’artista Hikari Kesho. La disciplina è anche affine allo shiatsu, perché corde e nodi segnano dei particolari punti di pressione del corpo.

Nello Shibari (l’atto di legare qualcuno) – si legge – il Nawashi (artista della corda, ossia colui che esegue la legatura) esegue disegni e forme geometriche che creano un meraviglioso contrasto con le curve naturali e i recessi del corpo femminile. La consistenza e la tensione delle corde creano un contrasto visivo con la pelle liscia e le curve, sottolineando la morbidezza delle forme corporee. La modella diventa come una tela, e la corda è il colore ed il pennello. Questo contrasto viene ulteriormente enfatizzato dall’utilizzo di modelle dalle forme giunoniche, le cui curve generose compresse dalle corde creano forme e giochi di luci e ombre ancora più evidenti.

Shibari e bondage

Si tratta di due concetti affini ma molto diversi. Diversi nel fatto che il primo è permeato intanto da quella profonda spiritualità che caratterizza l’erotismo nipponico. Affini nel fatto che in entrambi i casi bisogna fidarsi e affidarsi al partner. Ma mentre il bondage è un concetto più ampio e comprende anche diversi materiali – come foulard, sciarpe o manette – lo shibari è tradizionale e si avvale di corde. Per cui lo shibari è una forma di bondage ma è anche una filosofia raffinata in cui l’eros è connubio di forma e sostanza. Un’esperienza da provare quindi, soprattutto con il proprio partner abituale e non come mezzo per uscire dalla routine, ma solo dopo un lungo training e apprendimento e la volontà di non profanare una disciplina antica e culturalmente profonda.