Feticismo: Scoprirlo e Comprenderlo in Quattro Punti Fondamentali!

Quando si parla di feticismo nella mente di ciascuna di noi si formano immagini diverse: pornografia, perversione, malattia... In questo articolo cercheremo di spiegare nel dettaglio cosa sia il feticismo, al riparo da pregiudizi, e in quali casi possa degenerare in patologia.

Dei piedi, di tacchi e stivali, verso i nani da giardino, nei confronti delle donne che fumano, per i manichini oppure il più classico latex. No, non stiamo inanellando parole a caso, ma elencando alcuni – e solo una minima parte – dei tipi di feticismo esistenti. Per chi non lo conosce, il feticismo è un mondo sconfinato, spesso a cavallo tra piacere, perversione sessuale e malattia.

Tecnicamente, il feticismo è una parafilia, ossia una pulsione erotica contraddistinta da fantasie o impulsi intensi e ricorrenti che richiedono attività o situazioni specifiche con oggetti, che comportino sofferenza o umiliazione al partner e così via. Come si può vedere, se una parte della parafilia e quindi del feticismo riguarda grossomodo tutti noi, un’altra parte sconfina nella malattia e non di rado nell’illegalità, per esempio quando si arriva alla necrofilia o alla parafilia nei confronti di minori o di persone non consenzienti.

In sostanza, nel feticismo l’oggetto sessuale prediletto non è più la persona in sé, ma un suo sostituto che può essere una parte del corpo – i piedi, per esempio -, un indumento (i collant, giusto per citare un caso) o decine se non centinaia di altri oggetti inanimati. Se dovessimo dare una definizione del feticista, dunque, sarebbe colui – e lo definiamo come se fosse un uomo visto che più studi hanno dimostrato che il feticismo è molto più diffuso tra gli uomini che non tra le donne – che prova attrazione sessuale nei confronti di qualcosa che fuoriesce dai canoni della cosiddetta sessualità tradizionale, quella, per intenderci, che presuppone che siano i genitali maschili o femminili gli oggetti libidici per eccellenza.

Come dicevamo, nel sottobosco fetish c’è un’ampia parte di normalità, rappresentata per esempio dalle situazioni in cui non è immediatamente possibile intrattenere un rapporto con la persona amata, magari a causa della distanza; in questi casi può accadere che i partner lontani assurgano a feticcio un indumento dell’altra persona. Il feticismo può assumere però anche contorni patologici allorquando il feticcio, quale che sia, sostituisca in toto il coito o arrivi addirittura a provocare uno scollamento fra la persona e qualsiasi altro partner perché l’oggetto sessuale unico diventa il feticcio di per sé.

Quello del feticismo è un discorso complesso e ricco di sfaccettature, molto meno banali di come talvolta lo definisca il linguaggio quotidiano. Naturalmente, per comprenderlo a pieno, bisognerebbe essere coinvolti (leggi: essere dei feticisti convinti) ma siccome non per tutti è così, cercheremo qui di spiegare quali siano le principali forme di feticismo, come abbiano origine e quando siano da considerare patologiche.

Per capire meglio di cosa parliamo quando parliamo di feticismo, andiamo a scoprire le origini del termine e le manifestazioni del fenomeno!

1. Il feticismo dei piedi, la più antica forma di fetish!

feticismo piedi
Fonte: Web

A livello etimologico, il termine feticismo deriva dalla lingua portoghese: i mercanti di schiavi utilizzavano questa parola in riferimenti agli indigeni africani che adoravano feticci – in questo caso si parla di religione – ossia oggetti che ritenevano sacri.

Passando alle manifestazioni possibili del feticismo, lo psicologo francese Alfred Binet suddivise i feticismi in “amore spirituale” e “amore plastico” Nel primo caso è contemplata la devozione per specifici fenomeni mentali che vanno dai comportamenti all’appartenenza a determinati ruoli o classi sociali; la seconda categoria, invece, comprende la devozione verso animali, parti del corpo oppure oggetti inanimati. L’amore plastico è quello più diffuso: per molti feticisti, poter vedere, sentire, annusare, gustare o toccare il loro oggetto d’attrazione è importante tanto quanto – se non di più – rispetto al coito ordinario. L’amore spirituale, dal canto suo, presenta dei tratti più confusi, a meno che l’ossessione verso un dato comportamento non degeneri poi in “amore plastico”.

Uno dei più antichi e conosciuti simboli sessuali del feticismo è il piede – che non a caso è citato pure nella mitologia – oppure la pelliccia, che richiama un’associazione con la peluria del monte di Venere.

Le forme di feticismo vengono in genere raggruppate a seconda del canale sensoriale prevalentemente coinvolto oppure sulla scorta della natura del feticcio. La vista, per esempio, ha spesso un ruolo primario e non è un caso che proliferino siti che propongono video fetish a pagamento: è il caso del feticismo del piede o della scarpa, ma anche di altre parti del corpo come le natiche. La vista procura piacere a un feticista anche quando ha l’occasione di assistere ad atti corporei come urinare, defecare, starnutire o fumare. Olfatto e gusto, dal canto loro, sono più direttamente legati a urofilia e coprofilia o nell’adorazione vera e propria nei confronti di alcune parti del corpo umano. Il tatto è senso che entra in gioco quando si indossano abiti in latex o PVC e assume un suo ruolo anche in pratiche come il trampling, pratica che consiste nel farsi calpestare.

Passando alla natura del feticcio, possiamo distinguere principalmente tre categorie: specifiche parti del corpo (parzialismo); fluidi o escrezioni biologiche; oggetti inanimati come per esempio abiti, in particolare biancheria intima, calze, guanti, scarpe e stivali. Le parti del corpo più comunemente assunte come feticcio sono il seno, le natiche, i piedi, le mani e le gambe, ma alcuni prediligono ascelle, naso, ombelico o peli. Tra i fluidi corporei e le escrezioni possiamo citare sudore, saliva, urina e feci.

2. Dai piedi ai collant, un’altra forma di feticismo!

feticismo collant
Fonte: Web

Tra i vari tipi di feticismo c’è anche quello relativo ai collant, indumento femminile per eccellenza che genera uno dei feticismi più classici e diffusi, legato a doppio filo a quello del piede di cui abbiamo parlato poc’anzi. Il collant diventa feticcio perché simbolo di una femminilità e di una sensualità di classe, a differenza di atri tipi di fetish che, come abbiamo visto, di raffinato sembrano avere poco o nulla.

Il collant più amato nel fetish è quello classico color carne, che alcune donne considerano tuttavia come “la calza da vecchia”: si tratta però di un collant che dà uniformità alla gamba, toglie piccoli difetti e fa una sorta di effetto Photoshop. Nel feticismo è amato il collant velato in particolare in relazione al piede, là dove per alcuni uomini la pianta del piede avvolta nel collant è esageratamente sexy e assume una carica sessuale molto forte. Oltre al lato visivo, nel feticismo del collant viene coinvolto anche l’olfatto, che dev’essere più o meno forte a seconda dei gusti del feticista. Per alcuni è sufficiente l’odore della calza nuova, mentre altri prediligono l’odore di piede sudato e affaticato. Naturalmente anche il tatto viene coinvolto là dove la texture di questo tipo di calza è particolarmente piacevole da toccare e accarezzare.

Una delle varianti del feticismo del collant è il cosiddetto nylon and casement: i collant vengono indossati su tutto il corpo (nudo), anche sul viso, a mo’ di passamontagna da criminale con relative scene (finte) di furto e omicidio finale. La calza sul viso addolcisce i lineamenti e crea un effetto vedo-non vedo con il trucco sottostante. Si tratta di un tipo di fetish piuttosto amato perché considerato versatile e creativo ed è apprezzato tanto dagli uomini che guardano quanto dalle donne che indossano i collant. 

3. Quando il cinema ama il feticismo!

feticismo e cinema
Fonte: Web

Anche il grande schermo ha dato spazio e riconoscimento al feticismo. No, non stiamo parlando di 50 sfumature di grigio e affini, pellicole che probabilmente gli amanti del vero fetish considerano alla stregua di un feuilleton per mammolette.

Tanto per dire, esistono festival del cinema fetish tra i quali spicca il Festisch Film Festival che si tiene ogni anno a Kiel, quest’anno alla sua nona edizione. Niente di pornografico, tutt’altro: a detta stessa degli organizzatori – era il 2014 – l’intento è di “restituire alle produzioni indipendenti l’attenzione e il successo immeritatamente strappato loro da 50 sfumature di grigio“. Come volevasi dimostrare.

Tra i film in concorso sempre nel 2014, vale la pena citare Folsom Forever, un documentario sul più grande evento pubblico fetish che ogni anno si tiene a San Francisco sconvolgendo i moralisti; il docu-film ne racconta storia e impatti sociali, politici e culturali. Il film 24/7, invece, dimostra a pieno titolo come il sesso “insolito” non vada mai improvvisato: una coppia normalissima ma in crisi tenta l’incontro “riaccendi scintilla” con una coppia di libertini che lasceranno i due piuttosto turbati. In Emily Sarah, la protagonista utilizza invece le pratiche di dominazione erotica per migliorare la vita dei suoi clienti (o, per meglio dire, schiavi). Questi titoli erano solo un esempio, ma ovviamente la cinematografia feticista ne conta molti, molti di più.

Nel 2014, inoltre, si è tenuta a Roma la prima edizione del Roma Fetish Film Festival, che ha poi continuato il suo cammino con cadenza annuale (quest’anno la rassegna si è tenuta in febbraio), nell’ambito del Fetish Pride Italy, una settimana dedicata a eventi, feste e manifestazioni per gli amanti del feticismo e del Bdsm. Le opere presentate al festival di Roma talvolta sono già state in concorso in rassegne internazionali; il fine della kermesse è quello di narrare secondo diversi punti di vista il mondo del feticismo e del Bdsm, sia in ambito omosessuale che eterosessuale. In generale si va dai corti ai lungometraggi passando per docu-film in cui la sessualità “alternativa” viene vissuta ora con sofferenza, ora con gioia, ma sempre con enorme intensità e con un grande impatto sulla vita personale.

Come stiamo vedendo, dunque, l’universo fetish è molto più ampio di quanto avremmo potuto pensare. Concludiamo questo viaggio spiegando cosa accade quando il feticismo degenera in patologia.

4. Fetish malato: quando il feticismo degenera in patologia

feticismo patologia
Fonte: Web

Sigmund Freud, nei suoi Tre saggi sulla teoria sessuale, afferma che “un certo grado di feticismo è di regola proprio dell’amore normale, in special modo in quegli stadi di innamoramento nei quali la meta sessuale normale appare irraggiungibile, oppure sembra negato il suo adempimento. […] Il caso patologico subentra solo quando il desiderio del feticcio si fissa al di là di questa condizione e si sostituisce alla meta normale, inoltre quando il feticcio distaccato dalla persona diventa unico oggetto sessuale.

Per rendere questa spiegazione più semplice, proviamo a descrivere il feticismo attraverso il passaggio fra diversi stadi. Inizialmente l’uomo, per esempio, vuole che la partner indossi un certo tipo di biancheria intima, per esempio le autoreggenti, che in seguito saranno a lui sufficienti per masturbarsi. Ancora, andando avanti non dovrà nemmeno masturbarsi perché per raggiungere l’orgasmo gli sarà sufficiente guardare, toccare o indossare lui stesso le autoreggenti. Infine, l’uomo non sarà più nemmeno in grado di avere un orgasmo perché, a parità di stimolo, la reazione diminuirà nel tempo, sino a scomparire del tutto e tanto più maniacale sarà l’ossessione per il feticcio, quanto più la soddisfazione sarà minore; proprio per questo motivo l’ossessione prenderà sempre più piede, in un circolo vizioso patologico. 

Per chiudere, citiamo alcune tipologie “particolari” di feticismo: coprofilia (legata agli escrementi), ibristofilia (attrazione sessuale verso coloro che hanno commesso un crimine), siderodromofilia (eccitazione sessuale provocata dai treni), emetofilia (eccitazione sessuale legata al vomito), pigmalionismo – feticismo rivolto alle statue – tricofilia (eccitazione sessuale provocata dai peli) e agalmatofilia, una forma di feticismo verso i manichini di plastica nudi.

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