Saretta

chiede:

Ho 38 anni e non sono di certo una ragazzina ma mi sembra di essere un’adolescente. Lui mi ha lasciata 2 anni fa dopo 5 anni di convivenza e un figlio di 3 anni. è un papà attento e premuroso ma tra noi non andava più. So che è stato giusto così ma io non riesco a smettere di pensare a lui e vorrei tanto che lui tornasse.
Una sera gliel’ho detto, ma lui dice che se ci siamo lasciati c’erano delle ragioni e poi lui ora sta pensando di rifarsi una vita con la nuova fidanzata.
Come si fa a dimenticare una persona?
sono ossessionata da lui e penso solo a lui.

Utente

risponde:

Cara Saretta,
la fine di un amore è uno degli eventi più stressanti nella vita di una persona ed è necessario vivere fino in fondo tutte le sensazioni ed i sentimenti che porta con sé.
Piangere, disperarsi, avere pensieri ossessivi, non farsene una ragione…Sono tutte reazioni naturali che aiutano a percorrere il sentiero dell’oblio: è pur sempre un’elaborazione del lutto.

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Nel tuo caso, vostro figlio ti impone di continuare a frequentarlo ed è quindi più difficile dimenticarlo (ma non impossibile) però 2 anni sono tanti ed è arrivato il momento di impegnarti per capire come mai questo meccanismo si è bloccato in te.

Il primo consiglio è un’attenta autoriflessione: perché non riesci a dimenticarlo? Cosa ha rappresentato per te? Qual è la tua delusione più grande? Perché pensi che tornare insieme di nuovo sia diverso dal passato? Perché vuoi un uomo che non è più interessato a te?

Può emergere una realtà diversa da quel che pensi: più che essere ancora innamorata di lui, è possibile tu sia legata al concetto di famiglia che condividevi con lui, con la presenza di un uomo a casa vicino a te, una stabilità, la sicurezza di una coppia che cresce un figlio.

Torna poi alle caratteristiche della vostra storia: perché non ha funzionato? Eri felice con lui? Perché lui ha deciso di interrompere?
L’assenza e la mancanza di una persona porta a dimenticare gli aspetti negativi ed a “santificare” quelli positivi… Che magari un esame attento può rivelare essere veramente pochi!

Infine un’ultima riflessione: la differenza tra un dolore naturale e un dolore prolungato la fa solo il diretto interessato.
Sei tu che hai alimentato il dolore per tutto questo tempo, sei tu a dargli tutto questo potere. Cominciare a pensare che puoi scegliere di star meglio, ti aiuterà.
E poi agisci di conseguenza: controlla il tuo pensiero ed interrompilo quando ti porta di nuovo a lui magari impegnandoti su altro, aumenta le tue possibilità di svago, pratica un hobby che ti fa rilassare, esci con le amiche, fai un viaggio…Cioè riempi le tue giornate con attività piacevoli e sfoga le tue energie su altro.
Se senti di non riuscire da sola, uno psicologo può aiutarti in questo percorso di rinascita sostenendoti ed incoraggiandoti ad avvicinarti al tuo obiettivo.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento