Francesca

chiede:

Salve dottoressa, ho avuto una storia molto importante durata 3 anni e finita 2 anni fa, è stata una storia “particolare” non oso definirla un “amore malato” ma ci andava molto vicino, lui era ossessivo, non potevo uscire da sola e nemmeno con i miei familiari, e se uscivo dovevo avvisarlo e lui passava per controllarmi, non avevo amiche e figuriamoci amici, non potevo mettere un vestito corto o una scollatura, quando litigavamo lui era un’altra persona cambiava completamente il volto e per ore subivo qualsiasi tipo di ingiuria, ho provato come si prova in questo caso a fare la croce rossina, a proteggerlo e a volerlo aiutare finché un brutto episodio mi ha fatto aprire gli occhi. Eppure dopo 2 anni io continuo ad amarlo ancora, non riesco più ad avere una relazione. Forse per la paura di star male? Forse non ho pianto la fine di quella storia? credo di essermi abituata alla sua assenza ma non averlo mai dimenticato, eppure non ho mai versato una lacrima per la fine della mia storia. Perchè è ancora così vivo dentro di me? Perché non riesco ad andare avanti nonostante ci metta tutta me stessa?
Considerando che lui da quasi un anno attraverso un profilo falso si fa ancora sentire ma non vuole che ci vediamo dicendomi che non può darmi certezze in questo momento, anche perché lui dopo un mese dalla fine della nostra storia si è fidanzato e lo è ancora. Cosa devo fare?

Utente

risponde:

Cara Francesca,
descrivi una relazione con caratteristiche quasi patologiche che non portano mai a benefici, anzi, tutt’altro… Racconti di una storia in cui venivi controllata e sorvegliata ed in cui eri oggetto di denigrazioni ed offese con ogni pretesto possibile. Ed a lungo andare, rapporti come questi segnano: si perde la fiducia verso il genere maschile, l’autostima si annienta completamente, la voglia di reagire è pari a zero.
Nelle situazioni peggiori portano a depressione o addirittura omicidi, come testimoniano quasi giornalmente i mass media. Nel tuo caso, meno grave, tu hai fatto il possibile, ti sei impegnata per portare avanti una relazione anche se complicata, hai sopportato, ingoiato rospi… Poi hai deciso di deporre le armi.
Il fatto che tu non abbia versato una lacrima non vuol dire che abbia automaticamente metabolizzato il tutto: ci sono sofferenze che possono essere dimostrate in tanti modi ed il pianto può non fare parte di una tua modalità personale di affrontare sofferenze e dispiaceri.

Il tuo racconto mi fa ipotizzare che, nonostante lui abbia avuto comportamenti disfunzionali e scorretti, tu possa aver sviluppato una sorta di “dipendenza” nei suoi confronti. Hai mai pensato che se ancora non riesci ad uscirne è perché c’è ancora un cordone ombelicale che ti lega a lui?
Il fatto che tu non riesca ad andare avanti con la tua vita ed a coinvolgerti sentimentalmente può dipendere dal tuo attuale contatto con lui, da un filo che non si è mai spezzato e che alimenta quindi le tue speranze irrazionali di avere ancora un uomo accanto che magari stavolta saprà comportarsi bene.
Probabilmente anche lui avrà i suoi vantaggi se continua a cercarti su facebook nonostante sia impegnato ma senza dubbio questa sua presenza virtuale può essere un motivo per cui tu non riesci a slegarti da lui.
Quello che posso consigliarti, oltre a chiudere definitivamente ogni tipo di contatto con il tuo ex, è quello di intraprendere una terapia che ti aiuti a vivere le storie in modo sano e ad imparare a distinguere ciò che ti fa star bene da quello che ti crea disagio.
Con il sostegno di una psicologa sarà più semplice tagliare, definitivamente, quel cordone ombelicale che ancora ti tiene legata a lui!

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento