Trilly

chiede:

Gentile dottoressa,
le scrivo dopo aver letto di una ragazza che sogna il suo ex ogni notte. Vorrei agganciarmi a questa storia per raccontare che ho un problema simile… e cioè ho un fidanzato di cui sono innamoratissima, con il quale vorrei fare dei figli (anche adesso), con il quale mi sposerei perché penso sia l’uomo della mia vita e che mi ama in un modo che vorrei augurare ad ogni persona.

Stiamo assieme da 1 anno e mezzo e prima di fidanzarmi con lui avevo un ragazzo con il quale sono stata 7 anni e che ho lasciato nel momento in cui ho conosciuto il mio attuale compagno (non è stato semplice nel primo periodo perché la famiglia del mio ex mi cercava, lui era praticamente disperato e questo secondo me mi ha fatto nascere dei sensi di colpa). Dovevo lasciarlo molto prima ma non è semplice dopo 7 anni di storia, ci è voluto il mio attuale fidanzato per capire che era davvero finita e che non ero più veramente felice.

Ora mi ritrovo con un senso totale di rifiuto per tutto ciò che lo riguarda. Mi capita spesso anche durante la giornata di avvertire la presenza di un pensiero che definirei intrusivo e che vuole rovinare qualsiasi tipo di pensiero bello che io faccio sul mio attuale fidanzato. Ad esempio se penso a quanto sia stata bella una vacanza mi viene questo pensiero veramente di ansia pensando non al mio ex in quanto ex ma quasi la paura che io possa mai rivivere quella storia che ora mi fa capire quanto poco felice ero e quanto “triste” era la mia vita. Io sono stata seguita per un anno da una psicologa per un problema di ansia che grazie a questo percorso sono riuscita a gestire e che mi ha fatto veramente prendere coscienza di questo mio “problema” capendolo e sapendolo molto meglio gestire.

Purtroppo però permane questo senso di ansia che a volte mi fa venire un senso di colpa nei confronti del mio presente e del mio fidanzato. Mi capita anche di sognarlo ma lo sogno vicino al mio fidanzato e mi fa venire anche nel sogno un senso di rifiuto nei confronti del mio passato. Mi sento in colpa e questo mi genera molta ansia. Passerà mai questa specie di “ansia” che a volte mi fa sentire male (in colpa, ansia,..)? Con la mia psicologa il percorso è terminato dicendomi che ho fatto molta strada e che piano piano passerà anche questa ansia, che lei ci sarà se avrò bisogno ma che avevo fatto molta strada (io studio medicina e ad esempio avevo l’ansia di non poter essere in grado di poter vedere sangue, operazioni… quando in realtà tutto ciò era una mia fantasia. Mi capitava di avvertire le stesse sensazioni, di non poter gestire il mio lavoro e la mia ansia) ma io ho paura di non poterne uscire.

Il problema dell’ansia è davvero sotto controllo e mi sento molto felice per tutto quello che sono riuscita a fare con la mia psicologa, è solo questa storia che non mi fa essere serena. E’ come fosse una malattia curabile con un semplice antibiotico ma questo antibiotico non so dove prenderlo.
Grazie di cuore.

Utente

risponde:

Cara Trilly,
hai ragione quando dici che è una “malattia curabile” ed è molto importante che tu abbia coscienza del fatto che non è una condizione perenne: un giorno potrai star meglio. Ed aggiungo che sei a buon punto perché ti sei resa conto che c’è qualcosa che non va e ci hai riflettuto così tanto da riuscire ora a descriverla perfettamente. Usando una metafora: conosci bene il tuo nemico e sai contro cosa devi combattere. Allora ora non ti resta altro che fare un inventario delle armi che hai a disposizione!

11

La storia con il tuo ex è un capitolo doloroso del tuo passato, una storia importante ma tormentata che ti ha fatto sperimentare anche l’amarezza di constatare per prima che era finita, la frustrazione della difficoltà ad interromperla ed i sensi di colpa per la sofferenza patita da lui e dalla sua famiglia.
Sono situazioni molto difficili da affrontare e poi da elaborare perché è un vero e proprio lutto: anche se non è una morte fisica, è la morte psicologica di una coppia, di un rapporto, di un progetto, di speranze e desideri.

E quindi è necessario affrontare anche tutto il percorso di gestione e rielaborazione: accettare la fine della relazione, viversi fino in fondo tutta la rabbia che la situazione provoca in noi, analizzare la situazione per trovarne le motivazioni profonde, arrendersi all’evidenza e piangere finché si hanno lacrime in corpo… E infine rialzarsi e ricominciare a vivere.
Tu sei riuscita a prenderti del tempo per te stessa? A dedicare del tempo a curare il tuo cuore sofferente? Sei “stata” nel dolore e l’hai vissuto fino in fondo ? La presenza del tuo compagno ti ha aiutato a prendere consapevolezza che la tua vita di coppia non ti piaceva più… Ma ho il sospetto che ti abbia anche condizionato dal prenderti il giusto tempo per te.

Quello che provi ora dimostra infatti che forse ci sono ancora degli strascichi da digerire ed il mio consiglio è di non aspettare oltre: il percorso terapeutico ti ha sicuramente lasciato dei validi strumenti che ora puoi utilizzare su te stessa.
Fatti forza e ripercorri la tua storia passata, i momenti belli ed i momenti brutti, le tue responsabilità e le sue, individua le motivazioni che hanno portato alla rottura e le motivazioni che ti hanno spinto ad essere “triste” per tanto tempo senza trovare il coraggio di reagire e soprattutto fai un confronto tra quella che eri in quei periodo e quella che sei ora.
Sono passati anni, le esperienze fanno crescere, hai seguito una terapia che ti ha fornito occhi nuovi per guardare ed una consapevolezza più matura e centrata su di te.

Questo lavoro su te stessa ti aiuterà a dare un senso a tutto… E forse ti permetterà di capire che l’ansia che provi ora è legata alla tua paura di fare di nuovo gli stessi errori ma si basa su un errore di giudizio parziale che non tiene conto di tutti i passi avanti che hai fatto nel tempo e di tutto quello che hai imparato dal passato e che ora ha reso la tua storia attuale migliore.
Aumenta la conoscenza di te e così aumenterà la fiducia in te e nelle tue capacità di non commettere ancora gli stessi errori!

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento