Eva Robin's: "Le uniche labbra che ho? Quelle della mia bocca"
Dalle critiche delle associazioni cattoliche a oggi: ecco cosa ha rappresentato Eva Robin's nella questione dell'affermazione della propria identità sessuale.
Dalle critiche delle associazioni cattoliche a oggi: ecco cosa ha rappresentato Eva Robin's nella questione dell'affermazione della propria identità sessuale.
Ce lo ricordiamo bene il clamore che precedette la partecipazione di Eva Robin’s alla trasmissione Primadonna. All’epoca si parlò di un presunto caso di ermafroditismo. Per fortuna i tempi sono cambiati e la società è oggi molto più informata sulle possibilità relative all’identità di genere e sulla transessualità. Oggi, quando vediamo Eva Robin’s in qualche ospitata tv oppure leggiamo le sue parole nelle rare interviste ci ricordiamo solo di quanto abbiamo pensato fosse bella vedendola per la prima volta e di quanto ci mancano quei tempi. Ma solo perché eravamo più giovani. In realtà ancora oggi è una bella donna, ma è anche una donna molto pratica, consapevole del fatto che il tempo passi, come ha rimarcato lnell’aprile durante la sua ospitata a Sabato Italiano:
L’unica cosa che mi preoccupa – ha detto nel salotto di Eleonora Daniele – è la pressione che c’è nei confronti di un personaggio pubblico che non può invecchiare in pace. Il rischio è manipolarsi, rendere tutto più irreale. La bellezza passa, ma se c’è altro possiamo farcela e conquistare la vecchiaia. Non stravolgerti, e voi – amici a casa e non – lasciatevi invecchiare in pace.
Eva Robin’s ha parlato anche del suo percorso per quello che riguarda la propria identità sessuale. In una vecchia intervista al Corriere della Sera ha per esempio dichiarato di aver assunto degli ormoni femminili da giovane, fermando così durante la pubertà l’emergere dei caratteri sessuali secondari maschili. La transizione non era però il suo punto di arrivo, tanto che non si è mai sottoposta a un’operazione chirurgica per il cambiamento di sesso.
E da poco tempo, casomai ancora ce ne fosse bisogno, ha chiarito definitivamente il discorso ermafroditismo, intervenendo alla trasmissione I Lunatici di Radio 2:
Eva Robin’s oggi non è più lo scudo di Roberto e nemmeno quel cucciolo che cercava di farsi forza. Oggi sono più matura, più schermata. E vivo un periodo piacevole. L’ambiguità? Per me è stata un’arma a doppio taglio, magari per alcuni passaggi in prima serata. E poi non mi ritengo ambigua. Anzi, ho sempre spiattellato tutto, anche oltre. La stampa è stata ambigua, quando scrivevano che io ero un ermafrodito. Le uniche labbra che ho sono quelle delle mia bocca.
Solo il fatto di aver parlato di questi argomenti apertamente ci sembra un gesto coraggiosissimo. Non solo oggi, in cui storie simili di tanto in tanto emergono e non destano neppure più scalpore, ma perché Eva Robin’s è stata una pioniera in tal senso: ha combattuto il pregiudizio con l’intelligenza e ha vinto. Anche per tutti coloro che dopo di lei hanno sostenuto che l’identità sessuale non consiste in sole due strade.
Sfogliate la gallery per leggere altre sue dichiarazioni.
La mia carriera è nata grazie a Roberto Granata – ha detto a I Lunatici – Mi fotografò durante una vacanza in Sardegna. Quelle foto furono stampate in formato grande e mostrate in molti salotti. Ero ritratta completamente nuda. Il periodo più brutto? In assoluto quello in cui ho lavorato con Boncompagni.
Lui era un grande, ma io non ero pronta per tutta quella esposizione. Uomo o donna, donna o uomo, la stampa scriveva sempre cose velenose. L’ho vissuto malissimo, non riuscivo a dormire. È stato il massimo periodo di esposizione artistica, ma il più brutto della mia carriera. Il programma naufragò, anche per mio volere, ma a quel punto è nata una nuova vita. Molestie? Con grande rimpianto non ne ho mai subite.
Se è vero che abbiamo fatto l’amore? Questo è quello che dice sempre lui. È uno dei pochi che lo dice. Tutti gli altri invece buttano il sasso e nascondono la mano. Se mi sono pentita? No, sono incontri fondamentali in un certo senso. La prima volta che ho incontrato uno Sgarbi era la sorella. Mi aveva proposto di fare un libro. Poi dopo ho conosciuto lui…
Eva Robin’s è nata il 10 dicembre 1958 e sulla carta di identità si chiama Roberto Maurizio Coatti. Tra gli pseudonimi usati durante la carriera c’è anche Cassandra. Il nome d’arte di Eva Robin’s è dato dall’unione e dalla semplificazione dei nomi di Eva Kant – la compagna di Diabolik – e dello scrittore Harold Robbins.
Se la Generazione X l’ha conosciuta come personaggio televisivo, vero è che Eva Robin’s ha esordito nel mondo della musica – con il nome di Cassandra appunto. Negli anni ’70 è stata corista per Amanda Lear – un’altra artista che ha fatto dell’ambiguità sessuale la propria bandiera – e poi ha inciso nel 1978 Disco Panther. Negli anni ’90 ha inciso un altro disco, La Rosa.
Alla fine degli anni ’70, Eva Robin’s si è avvicinata alla settima arte, recitando in film dai generi più diversi, dall’horror di Dario Argento Tenebre alla commedia di Alessandro Benvenuti Belle al Bar. In totale, dal 1979 a oggi, è stata interprete di 2 corti e 18 lungometraggi. In qualità di attrice ha recitato anche in due fiction e un film per la televisione.
Antonio Ricci la volle nel ruolo di una critica letteraria per le sue trasmissioni Lupo Solitario (1987) e L’Araba Fenice (1988). Fu il suo esordio televisivo. Nella foto la vediamo in compagnia dello Scrondo, un personaggio che compariva proprio ne L’Araba Fenice.
Quando all’inizio degli anni ’90 Gianni Boncompagni la volle per condurre il suo nuovo show Primadonna, Eva Robin’s fu oggetto degli strali delle associazioni cattoliche, che appunto si riferirono a lei come ermafrodita. Il programma fu cancellato, ma solo a causa degli ascolti bassi: in tv qualche volta capita. Questo non dipese dalla bravura della conduttrice che ancora oggi è indubbia.
A partire dagli anni ’90 Eva Robin’s ha lavorato come attrice teatrale e come modella. Tra le produzioni più importanti 8 donne e un mistero, in cui affiancava Sandra Milo, Corinne Clery e Nadia Rinaldi.
Cosa ne pensi?