Sex Education è una gran bella serie Netflix. Ci fa molto ridere, ci fa appassionare ai personaggi, tifare per loro (o a volte contro di loro), si fa guardare tutta d’un fiato. Ma c’è qualcosa che Sex Education non è di certo: un vero corso di educazione sessuale. Eh sì, nonostante il titolo, le tematiche riguardanti questa materia sono appena accennate, senza troppi approfondimenti di rito, probabilmente perché stiamo parlando comunque di una serie, non di un documentario o di un programma di divulgazione. Per cui vederla in questa chiave è completamente fuorviante – in barba al battage pubblicitario che invece ha insistito su quest’aspetto, come spesso capita con i trailer.
Sex Education doveva essere la nuova, rivoluzionaria serie sull’educazione sessuale per i giovani – scrive infatti Carlotta Vagnoli su Bossy – O almeno, così era stata promossa, sottolineando anche la partecipazione della sex counselor ed educator Alix Fox alla stesura dello script. Niente di più falso e fuorviante.
Siamo abbastanza d’accordo con quello che è scritto in questo intervento: Sex Education non è né più né meno di un teen drama. E se cercate scene di sesso – che pure sono presenti in maniera non troppo esplicita – ricordate che ce n’erano molte di più in Gossip Girl (pure quella nel catalogo Netflix dal primo gennaio 2019). Il confronto con gli altri teen drama è in generale impietoso dal punto di vista dell’apertura mentale sulle tematiche sessuali che Sex Education possiede, ma tutto rimane in superficie, perché la storyline principale è ben altra.
Cioè la storia di Otis. Otis è un adolescente con una mamma sessuologa, che ha imparato tantissime cose. È un ragazzo impopolare, passa le sue giornate con il suo migliore amico (o meglio, unico amico) Eric, omosessuale con una famiglia iper-religiosa. Otis è segretamente innamorato di Maeve, una coetanea – dai tratti simili all’Harley Quinn interpretata da Margot Robbie – con grossi problemi famigliari, che però ha un’intuizione: tutti i loro compagni di scuola hanno un problema che ha a che fare con il sesso, e allora perché non sfruttare le conoscenze di Otis per aiutarli e lucrarci sopra?
Il mondo di Sex Education è decisamente lontano dal puritanesimo statunitense – e infatti la serie è europea, britannica per la precisione. In tal senso assomiglia più a un telefilm che si chiamava Bad Education e che andò in onda dal 2012 al 2014 e conteneva lo stesso umorismo grottesco, paradossale, scanzonato e a volte anche politicamente scorretto, un po’ à la Kevin Smith. Se invece guardiamo ai teen drama cult della storia della tv, le differenze di approccio sono tantissime.
Siamo infatti molto lontani da Dawson Leery che sgrida Jen e Pacey per aver accarezzato l’idea di diventare friends with benefits – perché non c’è sesso senza amore per Dawson, il che è abbastanza strano dato che non crediamo che Radio Capeside trasmettesse Antonello Venditti. Siamo lontanissime da Donna Martin che vuole arrivare vergine al matrimonio – senza riuscirci – e viene espulsa prima del diploma per un paio di bicchieri di champagne. E naturalmente siamo lontani dal mondo ovattato e ingenuo di Seth Cohen in The OC.
Così, in questa gallery abbiamo pensato di analizzare tutte le cose che in Sex Education non hanno a che fare con l’educazione sessuale ma anche le cose che funzionano, che sono interessanti, come l’immagine che viene restituita del mondo Lgbtqia*. In definiva aspettiamo la prossima stagione, ma se abbiamo interrogativi sul sesso, dobbiamo ricordare che i consultori rimangono la soluzione migliore per tutti nella realtà della vita quotidiana. Nel sogno (erotico) meglio fuggire con Chuck Bass.
La dottoressa Jean
Tutti gli argomenti a sfondo sessuale sono trattati en passant, in particolare quelli che hanno a che vedere con la dottoressa Jean, la mamma di Otis, sessuologa, che gli ha trasferito inconsapevolmente la sua conoscenza – poiché sia lei che l’ex marito, anch’esso sessuologo, hanno sempre visitato i pazienti in casa.
Dal punto di vista narrativo, la dottoressa Jean funziona. È divertente, un po’ paradossale, apprensiva quando si tratta del suo unico figlio. E poi vedere Gillian Anderson in un ruolo molto diverso da quello dell’agente Scully di X-Files è davvero una bella sorpresa per gli appassionati della serie cult sci-fi.
L'aborto di Maeve
Da un lato la questione dell’aborto di Maeve non viene approfondita dal suo punto di vista. Non traspare nulla di quello che la ragazza sta passando, se non un certo nervosismo.
È interessante la storyline sociologica collaterale. Cioè per esempio la solidarietà che si instaura tra lei e una donna adulta che è andata nello stesso centro ad abortire. E poi c’è la questione degli antiabortisti fuori dal centro – che sono bizzarri e davvero molto ottusi, quasi stereotipati. Infine, in tutta la storia dell’aborto, si mostra come in queste cose i giovanissimi siano lasciati un po’ allo sbaraglio, senza un aiuto concreto da parte degli adulti. Quest’ultimo dettaglio forse andava approfondito più degli altri, focalizzando l’attenzione sui consultori, su come non siano mai abbastanza, su come il personale sia quotidianamente preso di mira dagli antiabortisti e così via.
L'omofobia colpisce Eric
Molti parlano di Sex Education come una delle migliori serie a tema Lgbtqia*. E su questo siamo d’accordo, a partire dal personaggio di Eric, inizialmente un ragazzo sullo sfondo di una scuola fatta solo per chi è popolare, così come il suo migliore amico Otis, ma che poi esplode letteralmente sullo schermo, toccando argomenti importanti come il percorso del suo coming out in una famiglia particolarmente religiosa.
È poi importante quello che gli succede: travestendosi da donna per un evento al cinema, Eric incontra degli omofobi che lo picchiano a sangue, costringendolo a rinchiuderlo nel suo guscio. Come se non bastasse, è da sempre tiranneggiato dal bullo della scuola – che però si scopre omosessuale e innamorato di Eric.
Il tutto non è affrettato, ma centellinato e lo spettatore lo assorbe. Non si tratta della trattazione dell’omofobia di Steve Sanders, liquidata come niente fosse in una sola puntata di Beverly Hills 90210.
I parallelismi e le originalità della tematica Lgbtqia*
In questa serie i cliché non mancano: la ragazza ribelle con problemi famigliari alle spalle, il triangolo amoroso di lui ama lei ma lei ama un altro, ecc… E in queste banalità rischiava di essere inglobata anche la storia di Eric, un giovane gay all’interno di una famiglia molto religiosa, ma ecco che invece la serie ci sorprende. Eric riesce a ritrovare se stesso proprio dopo aver percepito l’amore della propria comunità religiosa e ha dei genitori (soprattutto un padre) che ogni ragazzo gay sognerebbe di avere: premuroso, comprensivo, che non riesce a capire, ma che sosterrebbe il figlio in qualsiasi caso.
E in tale rapporto padre-figlio la serie vuole creare un chiaro parallelismo con un altro rapporto paterno, quello tra Adam (il bullo) e suo padre, il preside della scuola. Un rapporto malato, conflittuale, colmo d’odio. E se il colpo di scena dell’attrazione di Adam per Eric era in realtà parecchio scontata, la serie, sotto questo punto di vista, riesce comunque a sorprendere.
La normalità di avere due madri
Sempre riguardo a tematiche Lgbtqia* la serie ha il pregio di sorprendere anche attraverso altre due protagoniste, le madri di Jackson. E la sorpresa sta infatti nel rendere del tutto normale l’esistenza di una coppia di genitori gay non solo per il fatto che il loro figlio è il rappresentante di istituto più popolare e cool della scuola (una facciata dorata che, ovviamente, nasconde altro alle spalle) ma anche perché nessun altro dei protagonisti fa un solo commento o riferimento all’anormalità di questi genitori. Ed era ora che accadesse, perché non vi è alcuna anormalità da evidenziare.
Aiutare i giovani
Nelle intenzioni di Maeve, la terapia di Otis dovrebbe servire ai compagni di scuola per conoscere se stessi, il proprio corpo e i propri sentimenti, per evitare gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili. Ma la verità è che resta un’intenzione sulla carta, solo sulla sceneggiatura del dialogo iniziale. Questi ragazzi non arrivano a non commettere sbagli, affrontando argomenti come il sexting, ma resta quasi tutto molto superficiale.
Educazione sessuale o sentimentale?
Eric, dicevamo, è l’emblema di una delle cose che funziona meglio nella serie: il ritratto del mondo Lgbtqia*. Tra le persone che si rivolgono a Otis c’è una coppia di lesbiche che scopre che i problemi relazionali tra le due ragazze non sono di natura sessuale ma sentimentale. Questa parte ha anche una funzione importante: è un’obiezione – seppur fictional – ai detrattori del mondo Lgbtqia*, per i quali l’omosessualità sarebbe paragonabile a una parafilia. Qui invece si mostra bene come gli omosessuali vivano dei sentimenti prima ancora di andare a letto, esattamente come capita a tutti: in altre parole, nessuno è diverso perché si parla d’amore.
La vergine
Uno dei personaggi più divertenti è Lily. Vergine ma ipersessualizzata – come la tradizione dei fiati nella banda della scuola richiede da American Pie in poi – scrive racconti pornografici con protagonisti gli alieni. Davvero una bella sorpresa dal punto di vista del grottesco, ma niente di più per le ragazze che magari si potrebbero immedesimare in lei.
La ragazza facile
Scusate se utilizziamo quest’espressione un po’ sessista ma è per farvi rendere l’idea del personaggio di Aimee. Aimee è una sorta di Samantha Jones in erba, ma non viene approfondito cosa la muova e cosa in effetti potrebbe andare davvero storto nella sua vita. Aimee non ha educazione sessuale, grazie a Otis sembra imparare finalmente a concentrarsi su se stessa (in una scena di autoerotismo davvero esilarante) ma poi si ferma tutto lì, o meglio sembra che basti questo per risolvere tutti i suoi problemi, lasciandola quindi un po’ in sospeso, anche per quanto riguarda la sua amicizia con Maeve.
Il problema di Otis
Otis non riesce a masturbarsi – per via di un trauma che coinvolge la visione del tradimento paterno quando era piccolo, questione che viene liquidata e non sviscerata. È il suo fatal flaw – che viene spezzato nel finale di stagione. Probabilmente nella seconda stagione sarà alle prese con un altro problema personale.
Gli amori impossibili
È un cliché, lo abbiamo detto, ma una delle cose belle di Sex Education – oltre naturalmente al fatto che fa tanto ridere – è nella travagliata storia d’amore tra Otis e Maeve perché, in fondo, sarà una storia vista e rivista, ma ha sempre il suo effetto. Per tutto il tempo lo spettatore fa il tifo per l’amore impossibile tra Otis e Maeve. Riusciranno a mettersi insieme e a restare insieme?
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