Cambiare sesso, diventare uomini: la falloplastica e l'impianto del pene. Come funziona?

Dalle cure ormonali al supporto psicologico fino a tutti gli step dell'operazione di falloplastica e impianto del pene: cambiare sesso è un momento delicato nella vita di una persona ma anche necessario per vivere una vita serena con il proprio corpo. Ecco come funziona.

Vogliamo affrontare di un argomento molto delicato, attorno a cui gira tanta ignoranza, dubbi e domande: come si diventa uomini? In questo articolo spiegheremo come si può cambiare sesso con la falloplastica e l’impianto del pene, ma vogliamo precisare sin da subito che per affrontare questo percorso e argomento c’è bisogno di tanta ricerca, informazione e consulenze mediche, quindi di prendere questo testo come informativo ma di non fermarvi alle nostre indicazioni che saranno in qualche modo semplificate per arrivare a voi in modo più diretto.

Il transessualismo o Cambio d’Identità di Genere interessa le persone che non si riconoscono nel loro sesso biologico ma si identificano nel sesso opposto e hanno la necessità di cambiare anche esteticamente il proprio corpo. In gergo medico le donne che vogliono diventare uomini si identificano in FtoM e gli uomini che vogliono diventare donne in MtoF: la chirurgia aiuta ma cambiare sesso non è un percorso facile, sia a livello di operazioni sia a livello psicologico. Grazie alle cure ormonali e alle operazioni di chirurgia plastica ed estetica, molte persone adesso possono sentirsi a proprio agio con il proprio corpo: esempi perfetti sono i modelli e le modelle transessuali che sempre di più affollano le copertine e le campagne pubblicitarie.

1. Come si inizia questo percorso

falloplastica diventare uomini
Fonte: Jamie Raines

Non ci si può svegliare un giorno e decidere di andarsi ad operare, ma il cambio di sesso è un percorso che dura anche più di due anni e coinvolge non solo strutture ospedaliere ma anche il Tribunale. La negazione del proprio corpo e il disagio con il proprio sesso normalmente si manifesta sin da piccoli, con un culmine nel periodo adolescenziale e più raramente in età adulta, con rabbia, disagio e difficoltà nel farsi accettare (ad esempio anche nella propria comunità religiosa).

Come prima cosa uno psichiatra deve diagnosticare questo Disturbo di Identità di Genere e successivamente si può iniziare con una cura ormonale somministrata da un endocrinologo, in questo caso alla donna verrà prescritto testosterone per aiutare la transizione. A questo punto si può chiedere l’autorizzazione al Tribunale per le operazioni di chirurgia di riconversione sessuale e successivamente si può chiedere il cambio di stato anagrafico, che può essere valido anche per sposarsi o adottare figli ad esempio.

Ma vediamo in cosa consiste l’operazione di “plastica del pene”.

2. In cosa consiste l’operazione di falloplastica

falloplastica impianto del pene
Fonte: trans-health.com

L’operazione di cambio sesso è lunga e impegnativa, per questo è bene essere decisi a voler fare questo passo. La falloplastica, quindi il cambio di sesso da donna a uomo, è più complicato della vaginoplastica perché, in poche parole, bisogna “aggiungere” invece che togliere e il nuovo organo dovrà essere funzionante in tutte le sue attività, dall’erezione al nuovo modo di fare pipì.

Ma prima di iniziare la falloplastica, per le persone FtoM i primi interventi da fare sono quelli di rimozione dell’utero e delle ovaie e successivamente la rimozione del seno. Il primo step riguarda la ricostruzione del neo fallo: per ottenerlo bisogna prelevare degli innesti di tessuto da un’altra parte del corpo. Si può prelevare dall’avambraccio, ma non è il più consigliato perché lascia una brutta cicatrice e il più delle volte si ottiene un pene di piccole dimensioni, che contano non come potrebbero contare normalmente ma perché sono necessarie alla successiva operazione per un impianto per svolgere i bisogni sessuali.

Il prelievo di tessuto da un lembo cutaneo o sottocutaneo addominale è la più comune perché con una addominoplastica si può risolvere qualsiasi inestetismo derivante dall’operazione, se no come ultima opzione si può ottenere un innesto dal muscolo latissimus dorsale. La parte più difficile della falloplastica però arriva ora, perché c’è bisogno di ricostruire anche l’uretra, che nell’uomo è molto più lunga rispetto a quella della donna.

Legate a questa operazione ci sono diverse complicazioni, dalle fistole ai diverticoli ed è per questo consigliato di fare le due operazioni in momenti diversi e non contemporaneamente, anche se questo allunga la tempistica di ricovero. Si può scegliere di fare anche una gladoplastica e inserire protesi testicolari, ma non è “obbligatorio”. Dopo circa 12 settimane il nuovo organo maschile entrerà in funzione, ma non è finita qui…

3. Falloplastica e tipologie di impianto

Dopo la ricostruzione del neofallo c’è bisogno di un ulteriore operazione chirurgica per inserire l’impianto o protesi (circa 6-8 settimane dopo) che sarà utile a livello di rapporti sessuali. Senza un impianto, infatti, non sarebbe possibile la penetrazione e fare sesso in modo soddisfacente: quest’operazione non è obbligatoria ma avere un pene “funzionante” aiuta a sentirsi più a proprio agio. Queste sono le tre tipologie di impianti:

  • Impianto di pene non gonfiabile: vengono posizionate all’interno del pene due stecche in acciaio inox ma rivestite in silicone. Queste stecche sono pieghevoli quindi il pene si può posizionare nel modo che si vuole, passando dallo stato flaccido all’erezione… semplicemente piegandolo con le mani! Questo è il tipo di impianto meno usato, ma è anche il più economico e quello con l’operazione più facile da eseguire. Il difetto più grande? Potrebbe rimane in uno stato di semi erezione, anche quando non desiderato!
  • Impianto di pene gonfiabile in due pezzi: grazie ad un sistema di cilindri, serbatoio di soluzione salina e una pompa idraulica, è possibile ottenere un erezione con una leggera pressione, semplicemente facendo fluire e defluire l’acqua. È molto facile da usare e l’impianto è totalmente nascosto all’interno del corpo, ma potrebbe non risultare abbastanza rigido alle volte.
  • Impianto di pene gonfiabile in tre pezzi: questo è il tipo di impianto più usato perché è quello che più ricorda le sensazioni e la “meccanica” di un pene vero. Rispetto al modello in due pezzi, la sacca di acqua salina si trova nella pancia e per “sgonfiarlo” c’è una valvola di sfogo. Tra gli impianti è il più costoso, rischioso a livello di operazione e avendo diverse parti meccaniche c’è più pericolo di complicazioni o bisogno di sostituire qualcosa, ma è l’impianto che dà la migliore prestazione.

Veniamo alle possibili complicazioni e all’aspetto psicologico.

4. Come scegliere l’impianto e possibili complicazioni

falloplastica impianto del pene
Fonte: Boy by Lucas Helth Postma

Sebbene il fattore costi e rischi di un operazione abbiano il loro peso, non sempre c’è possibilità di scelta poiché il tipo di impianto dipende da diversi fattori. Conta molto l’età del paziente oltre alla forma fisica ma soprattutto la sua storia clinica. Quando si tratta di cambio di sesso si tende a consigliare l’impianto semi rigido non gonfiabile perché porta meno complicazioni sia in sede di operazione che a lungo termine.

Come tutte le operazioni anche la falloplastica può portare a infezioni, che se gravi portano alla rimozione dell’impianto, come anche quando ci sono dolori cronici. Come tutti gli impianti meccanici potrebbero richiedere “manutenzione” e quindi un cambio di componenti di tanto in tanto che possono causare malfunzionamenti e problemi.

5. Supporto psicologico

supporto psicologico falloplastica
Fonte: Web

Essendo un cambiamento radicale nella vita di una persona, c’è bisogno di supporto psicologico in tutte le fasi, dai primi momenti della scelta, durante l’operazione ma soprattutto dopo, quando ci sarà una nuova parte del corpo da conoscere e scoprire. Quasi in tutti gli ospedali viene affiancato uno psicologo esperto in transessualismo per accompagnare il paziente in tutte le fasi del cambiamento e negli ultimi anni si tende a prestare sempre più attenzione a piccoli dettagli che però possono aiutare molto, come ad esempio l’assegnazione di una stanza femminile per le persone MtoF e una stanza maschile per le FtoM, che si è notato riduce molto l’ansia.

Ma non per forza parliamo di professionisti ma è importante non affrontare questo percorso da soli, chiedendo aiuto se necessario a familiari e amici. Dalla mamma che supporta il figlio transgender con un tatuaggio, alla donna fortissima che ha visto sia il figlio che il marito cambiare sesso nel giro di pochi anni, per fortuna nel mondo è pieno di belle storie che ci danno speranza.

Loro saranno riconoscenti della vostra inclusione in questo momento importante della vita e voi avrete qualcuno accanto con cui condividere dubbi e paure o semplicemente parlarne.

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