
Sex Education 2: le prime immagini e cosa c'è da sapere

Eva Robin's: "Le uniche labbra che ho? Quelle della mia bocca"

Scala Kinsey: la classifica degli orientamenti sessuali e il test per scoprire il tuo

I disabili e il sesso: se tocca ai genitori masturbarli o è solo con prostitute

“Quella nostra bellissima serata sexy contro la routine”

"Sono demigirl, tipo 80% donna e il resto chissà. Ascoltami, non giudicare"

“Come rimorchio una donna senza doverle chiedere il consenso per ogni cosa?”

Monte di venere e monsplasty: chi ha paura del grasso anche sul pube

Le più belle lettere d'amore delle donne per le sopravvissute allo stupro
"Come posso aiutare una persona che ha subito violenza sessuale?"
A cura di Perdita Durango

La violenza sessuale è un’esperienza terribile. Non a caso, esistono dei programmi di supporto psicologico e addirittura una deontologia giornalistica ad hoc – che prevede, tra le altre cose, di parlare di sopravvissute alla violenza sessuale, non di vittime. Quest’ultimo assunto è basato su una riflessione: chi ha affrontato uno stupro, o comunque un’altra forma assimilabile di abuso, ha voglia di essere chiamata vittima?
L’empatia – riuscire a mettersi nei panni dell’altra persona – è fondamentale in questo tipo di situazioni. Può accadere che le sopravvissute alle violenze siano donne che conosciamo molto da vicino: sorelle o un altro tipo di congiunte, amiche, conoscenti. Potrebbe anche essere la nostra partner. Come possiamo fare per essere loro vicini? Come possiamo aiutarle? Un articolo della psicoterapeuta Vanessa Marin sul New York Times è illuminante a questo proposito. Ecco che cosa dice.
Ascoltiamo la loro storia
Chiaramente questo consiglio ha un corollario: dobbiamo prestare attenzione che la sopravvissuta abbia voglia di parlare. L’ascolto – senza pregiudizio, è scontato, ma vale la pena ribadirlo – deve essere senza condizioni. Le sopravvissute potrebbero ritrovarsi a esprimere rabbia, frustrazione, paura o tristezza. Non dobbiamo fare pressioni su di loro, nella maniera più assoluta e cercare di non avere contatti fisici con loro – abbracci, carezze, blandizie varie – perché potrebbero non gradire.
Ci sono delle frasi che possiamo utilizzare in questi casi, secondo quando dice Wendy Maltz sul libro The Sexual Healing Journey: A Guide for Survivor of Sexual Abuse:
- Grazie per aver condiviso.
- Non ti devi colpevolizzare per quello che ti è accaduto.
- Non meritavi quello che ti è accaduto.
- Mi spiace per quello che ti è accaduto.
- Non sei quello che ti è stato fatto.
- È stato un abuso, non una salutare sessualità.
- Ti sostengo nel processo di ripresa.
- Ti rispetto.
- Ti amo.

Educa te stesso
Naturalmente è molto difficile cercare di mettersi nei panni di una sopravvissuta a una violenza sessuale – è comprensibile in assoluto e anche al netto di tutti i retaggi che continuiamo a perpetuare ogni giorno quasi senza accorgercene. E chiaramente, anche se abbiamo avuto a che fare in passato con un’altra sopravvissuta, non è la stessa cosa: ogni esperienza del genere è unica.
Dobbiamo tenere presente che la donna che abbiamo di fronte può sentirsi dissociata dal proprio corpo, può sentirsi in difficoltà se qualcuno si avvicina troppo, può avere dei problemi a prendere decisioni salutari e non istintive, può avere una libido bassa ed evitare il sesso. E soprattutto avere problemi di vergogna.
Possiamo ribadire quanto vogliamo che queste nostre amiche o parenti o partner non siano responsabili di quanto accaduto, ma la vergogna è quasi un riflesso involontario di fronte a un abuso sessuale. A noi non resta che continuare ad ascoltare – soprattutto quando ci esprimono i loro sentimenti, senza che noi premiamo perché sorridano o non piangano – continuiamo ad aiutarle anche per piccole cose e anzi facciamo capire di essere dalla loro parte.
Prendetevi cura di voi stessi

È importante che le sopravvissute a uno stupro abbiano un supporto professionale, come la psicoterapia, i gruppi di supporto o simili. Ma è importante che anche noi che ascoltiamo e siamo vicini facciamo altrettanto. Può essere molto difficile ascoltare in questi frangenti, possiamo arrivare a interiorizzare cose che non avremmo mai immaginato in tutta la vita. Non teniamoci tutto dentro, rivolgiamoci almeno a uno psicologo.

Rispettiamo la loro ripresa
La ripresa da un abuso sessuale è un processo di lungo corso – e ognuno ha un proprio percorso. È fondamentale naturalmente essere pazienti e far capire alla sopravvissuta che rispettiamo il suo duro lavoro. Nel frattempo possiamo intraprendere con lei delle attività quotidiane per agevolare quella ripresa: cucinare insieme o fare una passeggiata possono essere dei primi passi semplici (almeno per noi) da intraprendere, quando lei vi dirà che ha voglia di farli.
Ricordiamo che per tanti passi avanti ci possono essere dei passi indietro, ma non per questo la sopravvissuta non ha diritto al riconoscimento dei suoi traguardi.

Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
Se vuoi aggiornamenti su News inserisci la tua email nel box qui sotto:
Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.
La tua iscrizione è andata a buon fine. Se vuoi ricevere informazioni personalizzate compila anche i seguenti campi:


Novembre 5, 2019 alle 5:42 pm

Novembre 4, 2019 alle 12:37 pm
