Facebook, il social network più diffuso del pianeta, è nato per mettere in connessione le persone.

Secondo gli studi, naturale tendenza è quella di connettersi in primis con chi siamo più in contatto nella vita reale, con le persone che ci stanno a cuore: amici e familiari, per poi passare ai compagni delle superiori (dai, chi non l’ha fatto appena si è iscritto? E poi, subito dopo, è arrivata la pizzata di classe) per poi passare ad amici di amici.

Tutte queste persone, ogni giorno, si scambiano milioni di messaggi, si sbirciano vicendevolmente bacheche, condividono contenuti ed immagini.

Ma Facebook serve a rinforzare le relazioni superficiali oppure ha un reale effetto su relazioni che solo “realmente” esistono già?

In realtà, la rete instaura una falsa percezione di connessione, facendoci sentire “soli insieme”, e limita la qualità e il numero di relazioni “reali” cambiandone il livello di effettiva percezione.

Insomma: la rete (e Facebook, di conseguenza) diventa un filtro (virtuale) attraverso il quale noi leggiamo le persone (reali).

In tutto questo, la componente individuale conta.

Vale a dire: dimmi come usi Facebook e ti dirò chi sei.

Come in ogni cosa della vita, infatti, le tue azioni contano.

Quei mattacchioni di Facebook Data Sciences, a questo proposito, hanno selezionato un campione di circa 4.000 utenti di lingua inglese, cercando di capire come si relazionavano con i loro amici virtuali e come comunicavano con questi: di persona, al telefono, via mail.

Di questi amici virtuali ne hanno selezionati 8, di cui 6 appartenenti alla cerchia più stretta di conoscenze e due meno vicini.

Dopo due mesi di osservazione, hanno poi studiato come queste relazioni sono cambiate, cresciute o maturate e quanto spesso hanno parlato tra loro al di fuori di Facebook.

Le risposte di questi ”sorvegliati speciali” sono poi state incrociate con la loro attività su Facebook.

Il risultato è che il social network non rafforza i legami superficiali e non li fa crescere.

Per cui, la risposta: l’impatto che ha sulle relazioni è subordinato al tipo di relazione già esistente!

La relazioni familiari, ad esempio, non sono assolutamente intaccate dall’attività su Facebook.

Se si parla di amicizie strette, coppie sposate o conviventi, il social network diventa un mezzo in cui condividere momenti, foto o post relativi ai momenti vissuti nella vita reale.

Cambia invece per le coppie appena conosciute o entrate in una relazione:  le coppie in fase di “formazione” ammettono infatti che Facebook assuma un ruolo fondamentale, soprattutto nei primi tempi.

Carlos Diuk di Facebook Data Science si è preso la briga di monitorare l’andamento dell’amore su Facebook tra coppie di recente formazione.

Cosa cambia, allora, prima e dopo che il tuo stato su Facebook passi da “single” a “in una relazione”?

1. Il periodo del corteggiamento

Da Pinterest.com
Foto: Pinterest.com

Nel periodo del corteggiamento si registra il picco di scambi di messaggi, visita della bacheca e “like” sui reciproci post.

Guardate come cambia il numero di post pubblicati tra due persone nella fase di “corteggiamento”  e immediatamente dopo essere diventati coppia.

Durante i 100 giorni precedenti l’inizio della relazione, c’è un lento ma regolare aumento dello scambio di interazioni tra i due “amanti”.

2. L’inizio della relazione

Da VItadadonna.com
Foto: VItadadonna.com

Dal momento in cui la relazione inizia ufficialmente, le interazioni iniziano, invece a diminuire.

Per fortuna, vien da dire: l’offline vince sull’online e i due non avranno molto tempo (o voglia, volesse il cielo) di accedere a Facebook tra un bacio d’amore e un altro.

Insomma, finito il corteggiamento si passa ai fatti.

Anche se diminuisce la quantità, però, aumenta invece la qualità delle notizie condivise.

Una cascata di “amore”, “felice”, “tesoro”, “bello”, invade le bacheche dei due.

Per gioia degli amici a loro connessi.

3. E quando l’amore finisce?

Da Amando.it
Foto: Amando.it

Si impenna di nuovo come un razzo in cielo l’attività su Facebook.

Soprattutto nel giorno seguente la rottura, l’attività di scambio di messaggi – soprattutto – raggiunge picchi elevati, toccando il 225% di incremento medio sul volume annuo.

Questa attività si stabilizza poi nel corso della settimana tornando nella norma.

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