L’erotofobia può presentarsi in diverse forme. Va ricordato, prima di addentrarsi nell’argomento, che ci sono fobie lievi che possiamo anche provare a controllare (ma è consigliabile comunque rivolgersi a uno psicoterapeuta per poter vivere meglio, e questo è valido per tutte e per tutti), ma ci sono anche fobie che influiscono negativamente nel nostro quotidiano e in questo caso l’aiuto psicologico è fondamentale.

E proprio per questo se ne dovrebbe parlare maggiormente: trattare questi argomenti serve ad accrescerne la consapevolezza, a comprendere che non c’è niente di male e in seguito, possibilmente, a risolvere il problema.

Cosa significa erotofobia?

Come spiega Very Well Mind, l’erotofobia è una “paura eccessiva e irrazionale del sesso” e può esprimersi in più di un modo. Non si tratta semplicemente di avversione o di evitare i rapporti sessuali, ma di temere l’intimità e del disagio che la situazione comporta.

I modi in cui l’erotofobia si manifesta sono:

  • la genofobia, che è la paura del rapporti sessuali tout court;
  • la parafobia, che è la paura di risultare pervertiti o di avere di fronte persone stravaganti rispetto a un proprio codice morale;
  • l’afefobia (o chiraptofobia), che è la paura di essere toccati e non ha a che fare necessariamente con il sesso;
  • la gimnofobia, che è la paura della nudità, propria o altrui;
  • la filemafobia (o filematofobia), che è la paura dei baci.

Quando si manifesta?

Erotofobia
Fonte: iStock

Si arriva a una diagnosi quando questa paura si manifesta per oltre 6 mesi e comporta l’evitamento dei contesti sessuali in ogni senso possibile. Le cause possono essere diverse:

  • l’aver subito un abuso sessuale, soprattutto se bambini o adolescenti;
  • un trauma psicologico o emotivo che non attiene strettamente la sfera sessuale;
  • un’educazione particolarmente rigida in senso religioso o moralista;
  • condizioni psicologiche come l’ansia da prestazione;
  • preoccupazione rispetto al proprio aspetto, talvolta anche per una questione di età, o alla propria salute (come per esempio alcune donne incinte che temono, a torto, che generalmente i rapporti possano far male al feto).

Le differenze tra erotofobia e genofobia

Se usassimo la teoria degli insiemi matematici per descrivere il rapporto tra queste due paure, diremmo che la genofobia è un sottoinsieme di paure rispetto all’erotofobia.

In altre parole la genofobia, come detto, coinvolge i rapporti erotici in senso stretto, mentre l’erotofobia riguarda qualunque aspetto della sfera sessuale.

Erotofobia: i sintomi e le manifestazioni

Erotofobia
Fonte: iStock

I diversi “sottoinsiemi”, ovvero le diverse manifestazioni del fenomeno, li abbiamo già enumerati. Per quanto riguarda i sintomi, conviene ribadire che devono presentarsi per almeno 6 mesi e consistono in:

  • un atteggiamento negativo nei confronti del sesso in generale;
  • una risposta negativa a un qualunque stimolo sessuale;
  • evitamento di tutto ciò che ha a che fare con il sesso (a partire dai rapporti).

Come si cura l’erotofobia

Come detto, per l’erotofobia è bene cercare l’aiuto di un terapista o una terapista. La terapia per lo più, individuale o più raramente di coppia (l’analisi del problema potrebbe richiedere molta privacy per essere risolto efficacemente), potrebbe andare alla radice per scoprire cosa abbia scatenato la paura, soprattutto qualora essa derivi da un trauma consolidato nel tempo.

In altri casi (per esempio quando il problema deriva dall’ansia da prestazione), è possibile che vi siano consigliati degli esercizi di rilassamento o respirazione.

Tuttavia possono venire prescritti anche dei farmaci, come ansiolitici, antidepressivi, benzodiazepine, beta-bloccanti, inibitori delle monoaminossidasi o inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina. Tutto dipende anche da quanto la vostra fobia interessa o influenza la vita quotidiana: alcune paure risultano paralizzanti e influiscono molto negativamente anche su altri ambiti dell’esistenza, per cui starà al terapeuta capire quanto avete bisogno e di che cosa avete bisogno.

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