In un’epoca in cui agli uomini era tutto concesso e le donne fungevano più da belle statuine d’accompagnamento, quasi mute e ben lontane dall’avere un benché minimo potere decisionale, Caterina II di Russia rappresentò senza dubbio una delle eccezioni più eclatanti.
Non solo istituzionalmente, dato che guidò l’Impero Russo attraverso una delle epoche più luminose e prospere della sua storia, ma anche nella vita privata la Grande fu davvero un personaggio sopra le righe, capace di fare propri atteggiamenti prettamente maschili, ivi inclusi quelli sessuali.
Caterina era nata dominatrice, anche in camera da letto. La zarina, racconta il documentario di Stéphane Bern “Caterina: notte bianca a San Pietroburgo”, avrebbe avuto più di 20 amanti in 51 anni di vita, uomini a cui si legò per un certo numero di tempo, fin quando non si stancava, e decideva di lasciarli.
La sovrana pare addirittura avesse adibito a vero e proprio bordello alcune stanze dell’appartamento di Pietroburgo, per dedicarsi proprio al sesso extraconiugale e trasgressivo, con buona pace del marito, Pietro III, da lei peraltro detronizzato, a riprova del carattere vigoroso della donna. Su di lei nel tempo sono nate leggende alimentate proprio dal grande appetito sessuale, come quello secondo cui avrebbe passato in rassegna i suoi pretoriani – la sua scorta – mentre loro stavano sull’attenti esibendo il pene in erezione. Il quale, inutile dirlo, doveva essere di consistenza marmorea, per appagare la vista di Caterina e farla sentire protetta.
Oggi, del gabinetto erotico di Caterina II è sparita ogni traccia, cosa che contribuisce ancor più a fomentare il mito dell’insaziabile mantide, ma ci sono prove, almeno secondo il sito stilearte, che testimonierebbero in maniera inconfutabile l’esistenza dell’alcova segreta. Il documentario del regista tedesco-belga Peter Woditsch, The Lost segreto di Caterina la Grande contiene anche le rivelazioni del padre del regista, che prigioniero di guerra, in Unione sovietica, aveva visto le immagini del Gabinetto segreto mostrate da un ufficiale della Luftwaffe. A questa si aggiunsero le testimonianze di due soldati della Wehrmacht e di un’anziana che, da giovane, era stata fidanzata con una guardia del palazzo. Tutti avrebbero confermato l’esistenza di diversi pezzi con mobili, dipinti e oggetti di erotismo che erano tutti esplicitamente ispirati a simboli fallici e sessuali. Persino le pareti di legno sarebbero state intagliate con simboli di questo genere, mentre un vecchio album fotografico e un inventario del 1939 contengono le immagini di mobili decisamente “spinti” ed altri oggetti erotici, lampadari compresi.
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Che fine ha fatto dunque il bordello segreto di Caterina? Due sono le ipotesi più accreditate: la prima vuole che la stanza segreta sia stata spostata dai Russi durante l’avanzata nazista, e successivamente sottoposta a censura, mentre la seconda paventa un saccheggio nazista. Di certo, proprio i soldati tedeschi hanno scattato le foto di alcuni degli oggetti delle stanze segrete di Caterina la Grande sono realtà, come mostra chiaramente la gallery.
Giovane ma intraprendente
Caterina II, prussiana nata nel 1729, era figlia di un generale tedesco, avrebbe. Nata come Sofia Federica Augusta di Anhalt-Zerbst era arrivata al trono dell’Impero russo sposandone l’erede, il granduca Pietro Fëdorovič, futuro Pietro III di Russia. Con un colpo di Stato Caterina detronizzò il marito, poi assassinato, alla fine della Guerra dei sette anni, e prese il potere del paese, che conobbe una fase davvero florida.
Era una dominatrice, anche a letto
Caterina voleva dominare, anche sessualmente, come dimostra la poltrona che probabilmente le è appartenuta o comunque è ispirata a uno dei mobili di Pietroburgo, in cui si vedono le natiche femminili che sovrastano un pene e lo divorano.
Un particolare della poltrona
Aveva un bordello nelle stanze del palazzo
Secondo alcuni testimoni l’appartamento di Caterina II, dedicato al sesso, era un tripudio di peni, vagine e di seni scolpiti.
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