“Oggi volevo parlare di cambiamento raccontandovi di mio padre.
Lui è del 1957. Un giovincello in realtà. Però ha sempre avuto una certa mentalità. Non dico chiusa, ma nemmeno totalmente aperta come mia madre.
La prima volta che parlai di Clitoridea alla mia famiglia era Natale 2016. Pranzavamo. Io, mio fratello, mia madre e mio padre.
Con lui avevo già avuto degli screzi. Vedeva che pubblicavo certe cose su Facebook e si incazzava. Mi commentava anche a volte, scrivendo che si vergognava di me.
Io ci stavo malissimo, ma un po’ lo capivo. Fin quando un giorno, dopo l’ennesimo commento, l’ho cancellato dagli amici.
Però, le volte che tornavo a casa dai miei, erano momenti tristi. Perché lui, a tavola, se pronunciavo la parola Clitoridea, mi guardava male e se ne andava.
Ma io e lui siamo sempre stati uguali. Testardi e cocciuti.
Ricordo che mi alzai anche io, lo seguii nel suo studio e quasi urlando gli dissi ‘Oh Pa’! Ma che pensi che faccio? La prostituta – e, anche fosse stato, non ci sarebbe stato nulla di male – ? Il mio progetto è una cosa bella! E Clitoridea non è una parolaccia’.
La prima volta lo dissi a lui. Piano piano, quando iniziai ad organizzare i primi eventi, quelli seri, quelli con la locandina, quelli con tante persone, lui iniziò ad ascoltarmi. Guardava, curiosava, non faceva più il muso di quello ferito, di quello che si vergogna.
Non abbiamo mai parlato a fondo della cosa, ma è mio padre. Il mio sangue, la mia vita, la persona che amo di più al mondo. Quindi lo conosco. E so che a modo suo, mi ha dato la sua approvazione.
Come? Tenendo un segnalibro di Clitoridea nel portapenne del suo studio. Lì, in bella vista.
Perché racconto questo?
Semplicemente perché, se si crede davvero in qualcosa, il cambiamento può avvenire. O almeno ci si può sperare.
Dobbiamo solo parlarne, a volte anche alzando la voce.
Non abbiamo altri modi per cambiare le cose. Per abbattere pregiudizi e tabù“.
Visualizza questo post su InstagramUn post condiviso da Clitoridea (@clitoridea) in data:
Ketty è l’ideatrice di Clitoridea, account Instagram e blog che parla di letteratura erotica, di sesso, di tabù.
Con lo scopo preciso di abbattere la stigmatizzazione sociale sul sesso, di liberarci da quel velo di pudore ostentato che ci fa evitare l’argomento. Clitoridea suggerisce libri da leggere in cui l’erotismo e la sessualità sono affrontati come componente naturale della vita, ispirandosi a grandi autrici del passato come Anaïs Nin, ad esempio, e offre l’opportunità alle persone di discutere di sesso, di scrivere racconti erotici, di confrontarsi su sex toys, masturbazione e altre tematiche di cui spesso ci si vergogna e che non facilmente si affrontano pubblicamente.
Perché è importante parlare del cambiamento di opinione di suo padre rispetto alla sua attività? Perché l’accettazione di chi ci ama è la prima cosa che ci spinge a proseguire sulla nostra strada, chiaramente, ma anche perché far comprendere a persone anagraficamente distanti da noi che parlare di vagina, clitoride, orgasmo e piacere non significa “essere prostitute”, ma raccontare invece un aspetto della realtà che dovrebbe essere assolutamente normale, e invece troppo spesso non viene trattato come tale.
È inutile negarlo, il sesso è agli occhi di molti ancora un “mostro” da nascondere, un peccato privato, uno scandalo da conservare per l’intimità delle proprie case e da non esibire sui social; per questo il suo account Instagram, come molti altri, nelle scorse settimane è finito sotto la scure della censura italiana, salvo poi essere riattivato.
Forse, qualcuno ha – finalmente – capito che nel sesso non c’è nulla di male. Che la clitoride non uccide, e che l’orgasmo è un accadimento naturale. Forse qualcuno, come il papà di Ketty, ha finalmente compreso che la strada migliore per normalizzare il sesso sia parlarne.
In gallery, abbiamo raccolto alcune delle immagini più significative dell’account Clitoridea, assieme ad alcune didascalie, e raccontato i motivi del progetto di Ketty.
Le mie fragilità
Dal 2016 cerco di abbattere tabù.
Nessuno mi ha chiesto di farlo.
L’ho deciso io, da sola.
Certo, ho ricevuto tanto supporto, ma parliamoci chiaro, il grosso l’ho fatto e lo faccio da sola. Non lo dico per darmi delle arie. Lo dico perché spesso ho timore che tutto vada pezzi.Clitoridea fa parte di ciò che sono sempre stata. Di un piccolo seme che sta diventando albero.
Non pretendo di essere capita al 100 %, ma ho bisogno anche io di essere sostenuta, nel vero senso della parola.
Perché anche io ho paura.
Perché anche io ho delle fragilità.
Mi piace come mi riempi
‘Mi piace come mi riempi.’
Chi mi segue da un po’ sa che questa è una delle mie frasi preferite.
Per me, in queste poche parole, ci sono un mondo di sensazioni, di parole altre.
Non si parla di riempimento in senso sessuale. Forse un po’ anche. Ma non è solo questo.
Queste parole non le pronuncio da tanto tempo. Per vari motivi.
Ma volevo regalarle nuovamente a voi con uno sfondo diverso.
Gli stereotipi si abbattono solo insieme
Seconda riflessione della giornata.
Qualcun* forse non lo sa, ma Clitoridea è un progetto di tutte e tutti quelli che vogliono farne parte.
Ci lamentiamo spesso di tutti i tabù legati alla sessualità.
A mio avviso si possono abbattere solo insieme.
Quindi ci invito a guardare le situazioni (tutte) da più punti di vista.
Proviamo a farlo, vediamo cosa succede. Non si può essere sempre d’accordo sulle modalità, certo. Ma l’obiettivo deve essere lo stesso. Cambiare in meglio le cose che non ci piacciono.
Grazie a tutt* per il confronto quotidiano e per il supporto reciproco.
Le mestruazioni non sono un bene di lusso
Nei suoi post Clitoridea parla di tutto, dal self love alle mestruazioni:
È domenica e fa caldo. Non posso andare al mare o in piscina. ALLARME MESTRUAZIONI!
E no, care mie, il primo giorno no Tampax.
Odio le mestruazioni d’estate!
Sto nuda in casa in mutande certo. Vorrei scorticarmi la pelle, smettere di sentire ste fitte alla pancia!
Un momento mi sento Wonder Woman e dopo due minuti potrei cadere a terra tanto il flusso abbondante. Ma per il resto tutto ok! Una meraviglia… UN BENE DI LUSSO A CHI? COSA?
Venissero a dirmelo adesso, in faccia!
Buona domenica, sciacquettatevela pure per me.
L'importanza della masturbazione
Spesso mi scrivete per chiedermi cosa potete fare per conoscere (a volte meglio) il vostro corpo.
Credo fermamente che alla base della conoscenza del proprio corpo e della propria sessualità, ci sia la masturbazione.
Molte lo fanno da sempre. Altre pochissime volte, qualcun’altra non l’ha mai fatto.
Nessun problema ragazze! Siamo qui per invogliarvi a farlo!
Prendetevi del tempo per voi stesse. Senza preoccuparvi di sensi di colpa, giudizi e affini.
Non avete sextoys? Usate le dita e la fantasia! (se vi guardate intorno diversi oggetti possono fungere da sextoys, a patto di usare protezioni!) E ricordiamoci che possiamo (e dobbiamo!) masturbarci anche se abbiamo una vita sessuale attiva con un’altra persona!
Quindi avanti!
*Ricordati che devi venire!*
Il cambiamento
Si cambia più per noi che per gli altri. Anche quando sembra che siano gli atteggiamenti degli altri a farci cambiare. Non possiamo decidere per il nostro corpo. Non possiamo ribellarci alla pelle, soprattutto a quella degli altri, quando manca. Possiamo solo ascoltarci e assecondarci. Nella mancanza, nella perdita, nel cambiamento.
Per tornare a godere, a volte, devi scansarti.
Fatevi amanti
Avevo i capelli lunghissimi tanto tempo fa e un ego grandissimo.
I capelli li ho tagliati ma l’ego è rimasto. Forse l’ho solo ridimensionato. Infatti sul mio profilo personale non ci sono più foto mie. Perché? Semplicemente perché non sono solo un corpo ma anche una testa. Ma si sa, la gente (soprattutto chi ti conosce poco) tende a giudicare l’apparenza. Quindi Ketty, è solo un’egocentrica che si fa mille foto. No, Ketty è anche tante altre cose.
Questa foto me la scattò un mio vecchio amante.
Fatevi amanti (o quello che volete) che hanno piacere a fotografarvi!
Perché il sesso è tabù
Ketty ci ha spiegato perché secondo lei in Italia si fatichi ancora a parlare apertamente di sessualità:
Perché siamo cresciuti in una società patriarcale e cattolica. C’è stato insegnato che alcune cose non vanno fatte ed altre non vanno dette. È così da sempre e di conseguenza è difficile cambiare e sradicare certi meccanismi. Ovviamente la situazione è cambiata rispetto a tanti anni fa, ma non abbastanza. La strada da fare è tanta prima di arrivare ad essere davvero libere e liberi. Perché è un problema che riguarda tutti. Gli uomini e le donne. Riguarda le persone nel loro insieme.
Attraverso la conoscenza del nostro corpo possiamo scoprire i nostri limiti
A mio avviso parole come ‘clitoride’ o ‘masturbazione’ spaventano molto perché sostanzialmente
riguardano la sfera intima di una persona. Ma la sessualità fa parte della nostra vita, di quello che siamo e di quello che diventiamo. Sono convinta che parlare liberamente di sessualità possa farci conoscere davvero in diversi aspetti della vita quotidiana. Attraverso la conoscenza del nostro corpo possiamo comprendere i nostri limiti, ciò che ci piace e non ci piace.
Perché ho scelto di parlare di sesso
Ho sempre parlato di sesso, fin da ragazzina. L’ho sempre trovato naturale, nonostante anche io mi sia fatta molti problemi per paura di essere giudicata ed etichettata. Ho sofferto molto dei pregiudizi, ma questi mi hanno anche spinto a voler essere ancora di più quella che sono. Una persona a cui piace il sesso, una donna normale, naturale.
Mi esprimo con il mio corpo, faccio fatica ad accettarlo, come un po’ tutt*, ma credo sia un lavoro quotidiano, e non credo che si arriverà mai ad una completa accettazione di se stess* perché il corpo cambia nel corso della vita, quindi si può solo accettare quello che siamo e nel caso in cui qualcosa di noi non ci piace, possiamo cambiarlo nei limiti delle nostre possibilità e solo per amore di noi stess*. Sono questi i messaggi che cerco di mandare alle persone che mi seguono.
Cos'è Clitoridea
Inizialmente il progetto Clitoridea è nato con l’intento di pubblicare racconti erotici e parlare di letteratura erotica, cosa che continuo a fare. Nel corso degli anni è diventato un contenitore. Parlo di sessualità affiancandomi a figure professionali, di erotismo, letteratura e arte erotica e porno.
Ma anche di femminismo intersezionale perché le due cose (sessualità e femminismo) sono collegate. Insieme ad altre persone che hanno altri progetti, mi impegno a far capire che il femminismo intersezionale riguarda tutti, che le battaglie che dobbiamo combattere per rendere il nostro paese un posto migliore, sono battaglie da combattere tutti insieme.
Il progetto Clitoridea non è solo ‘virtuale’, ma organizzo duelli di racconti erotici e chiacchiere.
Cosa ne pensi?