Il "contratto" d'amore: le terapiste di coppia dicono sì, noi no. Ecco perché

Mentre in tutto il mondo si discute di matrimonio omosessuali, o alla peggio di unioni civili, due terapiste americane si preoccupano degli effetti della pressione sociale sulle relazioni di coppia. E propongono di "contrattualizzare" la storia per valorizzarne l'unicità. Abbiamo analizzato per voi le loro argomentazioni e abbiamo detto la nostra. Buona lettura!

C’è un vago sentore del contratto che l’ineffabile Gray sottopone alla sprovveduta Anastasia in “50 sfumature di grigio” nell’analisi pubblicata da Huffington Post a firma di Danielle Harel e Celeste Hirschman, terapiste di coppia. Seconde le due, infatti, tutto sarebbe negoziabile. Relazioni di coppia comprese.

1. Le premesse: troppa pressione sociale rovina l’amore

Fonte: Web
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Premessa dell’assunto, per cui le due terapiste consigliano il contratto: la società instrada più o meno consapevolmente la nostra storia in una traiettoria amorosa già tracciata. Ci si conosce, ci si frequenta, ci si innamora, si diventa monogami. E, ancora, si consolida la relazione vivendo insieme, o sposandosi, sino a fare dei figli che ci trasformano in famiglia per trascorrere infine il resto della vita insieme. Più che alle pressioni sociali, Harel e Hirschman sembrano far riferimento alle favole Disney, ma andiamo oltre.

2. L’intuizione geniale: ogni relazione è a sé

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Grazie a una straordinaria intuizione e alla loro decennale esperienza, le due terapiste spiegano che “non tutte le relazioni sono uguali“, e perciò il percorso sopra delineato non può essere considerato funzionale per tutti. Di più: non lo è per la stragrande maggioranza delle persone. Già, perché ogni coppia valuta il suo percorso sulla scorta di successi e fallimenti, e sulla propria inclinazione a fare o meno determinate scelte.

3. Testimonianze di un’esperienza più che decennale

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Per una benedizione del cielo, le due terapiste corrono in soccorso delle coppie in crisi e le aiutano a valorizzare l’unicità della loro storia, e a tralasciare i paradigmi sociali in favore di relazioni amorose soddisfacenti e durature.

Qualche esempio? Cito testualmente:

Abbiamo visto matrimoni meravigliosi in cui marito e moglie non vivono insieme; relazioni splendide che non sfociano mai in un matrimonio; coppie generose che decidono che la cosa più amorevole e altruista che possono fare per il partner è chiudere la storia. Abbiamo conosciute coppie stroncate dalla noia e dalla monotonia per aver tentato di aderire ai dettami sociali.

Non so voi, ma io avrei già esaurito le parole. Ciò nonostante proseguo, per amor di cronaca e per accompagnarvi alla scoperta della famigerata acqua calda.

4. L’agognata soluzione: il contratto di coppia

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Danielle Harel e Celeste Hirschman ci invitano a considerare la nostra relazione alla stregua di un contratto, che dev’essere trasparente e sincero, nonché rivisto regolarmente con onestà intellettuale per esser certi di non cadere nelle trappole della società. Suggeriscono addirittura poche e semplici domande su cui basare il negoziato:

  • “Come avete deciso di comportarvi in termini di suddivisione dei soldi?”;
  • “Come affrontate i momenti sociali, da soli o insieme?”;
  • “Dormite nello stesso letto?”;
  • “Quali cose vorreste veramente ma non avete mai osato chiederle per paura di far arrabbiare il partner o semplicemente perché non si fa?”.

Dobbiamo commentare?

5. Un mondo anni luce lontano da qui

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Bene, che dire? Aria fritta e rifritta, per usare un eufemismo. Un coacervo di ovvietà che chiunque dai 13 anni in su capisce tranquillamente da sé. Io non so in quale mondo vivano Danielle e Celeste, ma temo sia un universo anni luce lontano dal nostro se a loro si rivolgono coppie assillate da simili problemi.
Suvvia, nel 2015 in Occidente quale coppia entra in crisi perché la società vorrebbe un matrimonio là dove loro vedono una convivenza? Nessuna. Anzi, siamo passati talmente oltre che al momento si discute di unioni civili e matrimoni omosessuali. Non oso immaginare cosa accadrà quando Harel e Hirschman lo scopriranno. Probabilmente torneranno nel mondo delle favole Disney. Speriamo non incappino in Bambi: la morte di mamma cervo per mano del cacciatore potrebbe turbarle irrimediabilmente.

Se avete bisogno di un terapista di coppia, ora sapete a chi non rivolgervi.

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