Avete mai ascoltato le confidenze di un’amica che si lamentava di non essere riuscita a fare l’amore con il proprio partner a causa del dolore che sentiva?

Ed a voi è mai successo di rinunciare ad un rapporto sessuale perché il pene del vostro compagno proprio non è riuscito ad entrare?

Si tratta di un disturbo sessuale ben preciso.

 

Siamo infatti davanti al Vaginismo: una contrazione involontaria che interessa i muscoli della vagina nel momento in cui c’è una penetrazione. È uno spasmo che può essere ricorrente o può persistere più a lungo e che avviene nel momento in cui si cerca di introdurre qualsiasi cosa nell’organo genitale femminile: il pene, un assorbente interno, un dito oppure anche lo speculum del ginecologo. Non entra neanche uno spillo!

A volte anche solo il pensiero di essere penetrata può creare degli evidenti spasmi vaginali.

Questa condizione fisica è sempre accompagnata da alcuni conseguenti stati emotivi come la paura, l’ansia, l’angoscia fino a provare una vera e propria fobia per i rapporti sessuali completi. Quindi al problema fisico si aggiunge anche quello conseguente psicologico che aumenta a dismisura la gravità della situazione all’interno di un circolo senza fine perché spingono la donna ad evitare l’intimità e qualsiasi contatto sessuale con il suo corpo.

Una donna che ha paura dell’intimità, è una donna che probabilmente sarà bloccata anche nella sfera delle emozioni, degli affetti e delle relazioni.

Ma il fulcro problematico del vaginismo è prevalentemente la penetrazione ed infatti spesso le donne riescono comunque a partecipare a giochi sessuali, petting, preliminari anche provando piacere fisico. Nelle ricerche effettuate, il vaginismo è la causa principale dei cosiddetti “matrimoni bianchi” (quelli in cui non c’è mai stato un rapporto sessuale) ed in generale delle difficoltà femminili alla penetrazione.

 

A cosa è dovuto?

E’ sempre necessario richiedere prima il parere di un ginecologo perché spesso alla base c’è una causa organica ma la maggior parte delle volte è un disturbo di chiara natura psicologica. Una chiacchierata con uno psicologo aiuta sempre ad individuare ed a ricordare alcuni episodi che possono aver portato a rifiutarsi con tutte se stesse di accogliere un uomo dentro di sé: taboo oppure pregiudizi e giudizi genitoriali sul sesso, casi di violenza o aggressione sessuale, un ginecologo “poco sensibile” che ci ha visitate in tenera età…

La maggior parte delle volte però è un’educazione restrittiva la causa principale che ci blocca: vivere in un ambiente familiare e sociale che associa la sessualità a termini come “colpa”, “vergogna”, “dolore”, “sporcizia” può creare una forte zavorra che impedisce di essere se stesse e di crearsi e vivere in base ad un proprio concetto di sesso.

Spesso anche la giovane età, l’inesperienza e l’ignoranza di concetti basilari legati alle emozioni ed al sesso possono essere fattori predisponenti.

Altre volte anche i falsi racconti ascoltati in giro possono creare il pregiudizio ed una paura inadeguata della penetrazione, del dolore che si prova, del sangue che si perde… Ma è più una paura della paura perché la donna non arriva quasi mai a sentire il dolore della penetrazione, lo immagina e lo anticipa soltanto perché la impedisce con tutte le sue forze psicologiche e fisiche.

Il dolore provato durante i rapporti sessuali fa capo ad un altro disturbo chiamato “dispareunia”.

Spesso, chi non riesce a fare l’amore non conosce neanche molto bene il proprio corpo, la propria anatomia e le proprie reazioni e non riesce a controllare la propria emotività nel gestire qualcosa di imbarazzante o di nuovo.

E’ bene domandarsi anche come ci si sente con se stesse perché spesso anche l’insicurezza, una bassa autostima o un senso d’inferiorità verso il partner possono impedire al proprio corpo di lasciarsi andare. Altre volte può anche essere il semplice timore di una gravidanza.

Un’ennesima dimostrazione di quanto mente e corpo siano legati tra loro…

 

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Come si può vincere il vaginismo?

Le donne che affrontano questo disturbo, portano con sé sentimenti dolorosi di sconforto e disorientamento, si sentono diverse dalle amiche, vorrebbero anche avere rapporti sessuali ma non riescono. Spesso vivono con il senso di colpa per il partner e si sentono non capite da lui ed anche nel pericolo di perderlo.

È infatti una situazione che diventa di coppia e che crea quindi incomprensioni e litigi.

Senza dubbio sapere che è una situazione che ha un nome, fa sentire subito meglio ed un’altra buona notizia è che i tempi di “guarigione” possono essere anche brevi. Il primo consiglio utile è quello di rivolgersi ad uno psicologo che però non significa andare falliti dietro ad un percorso di anni ed anni perché, come già anticipato, è un disturbo che si può risolvere anche con poche sedute, in tempi brevi ed è una soluzione che può offrire miglioramenti anche da subito.

Con l’aiuto di uno psicologo sarà possibile individuare le cause del vaginismo e comprendere se si tratta di cause sessuali, individuali o di coppia.

Il passo successivo sarà eliminarle attraverso tecniche di lavoro sul corpo, tecniche comportamentali, tecniche di rilassamento

L’importante è essere motivate a scoprire cosa c’è sotto e soprattutto non perdere la speranza: soffrire di vaginismo non significa che non si potrà mai riuscire ad avere un rapporto sessuale, a diventare madre o ad avere una relazione stabile e duratura!

 

Dott.ssa Cristina Colantuono

 

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