Gli hentai rappresentano uno degli argomenti più ricercati nell’ultimo anno sulle piattaforme porno, come PornHub. Ogni anno l’argomento è differente e un report ci spiega come sta cambiando l’autoerotismo soprattutto maschile nel tempo. Se ne parla su MarieClaire e quest’anno il report ci dice che sono di moda gli hentai: ma perché gli uomini ci si masturbino resta un vero e proprio mistero. Facciamo però un salto indietro.

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Per chi è cresciuto negli anni ’70 e ’80 è facile comprendere come il primo approccio all’erotismo sia stato rappresentato proprio da cartoni (anime) e fumetti (manga) giapponesi, anche non necessariamente hentai. I primi turbamenti sono stati indotti da personaggi dalle forme femminili inequivocabili: due su tutti Lamù e Fujiko/Margot, quest’ultima dalla serie “Lupin III”. Abbiamo così iniziato a sviluppare una passione filonipponica, un’idea che l’erotismo che proveniva da quella nazione fosse tanto raffinato da rappresentare qualcosa che dovevamo necessariamente apprendere.

E in un certo senso è vero: il Giappone e il suo erotismo raffinato sono qualcosa di inafferrabile, cui aspirare. Ma stiamo divagando, perché così parliamo di erotismo reale, mentre quando ci riferiamo agli hentai entriamo nella sfera dell’immaginazione. Gli hentai sono quelle storie con delle protagoniste dalle forme sproporzionate e irreali. Seni e natiche gigantesche a fronte di punti vita che le rendono donne a clessidra, immaginarie ma sempre a clessidra. Perché negli hentai l’immaginazione la fa da padrone – le trame sono tra l’altro, spesso, abbastanza divertenti, l’elemento comico è sovente presente: e quindi spuntano anche macchine e device erotici, piovre dai mille tentacoli pronte a penetrare qualunque pertugio. Ma le eroine hentai stoicamente riescono a resistere a tutte le tentazioni fisiche, è il loro potere magico.

Hentai
Fonte: Web

Ma torniamo alla domanda che ci stavamo per porre prima: perché gli uomini si masturbano con gli hentai? Per alcuni rappresentano qualcosa di rassicurante e può essere una forma di educazione sessuale per imparare a conoscere il proprio corpo – ma il discorso regge diciamo al massimo per i teenager, e non per gli adulti che si rifugiano comunque in questo tipo di video online. Secondo altri, si tratta di una molla, della stessa fantasia che spingeva in passato gli uomini a innamorarsi delle eroine dei romanzi. Alcuni psicologi non solo non sono d’accordo con quest’ultimo assunto, ma sono anche abbastanza preoccupati: la fantasia erotica connessa agli hentai desensibilizzerebbe in caso di violenza sessuale. In pratica, spesso le donne hentai sono sottoposte a sesso non consensuale, il che può andare bene in una storia al limite con la fantascienza, ma di certo non si concilia con la realtà, dove la violenza sulle donne va riconosciuta, affrontata e – speriamo un giorno – completamente sconfitta.

Hentai
Fonte: Web

E certo è che in Giappone questa questione dell’autoerotismo e del sesso virtuale sta preoccupando non poco. Se da un lato c’è chi afferma che entro il 2060 la popolazione nipponica si ridurrà di un terzo a causa di tutto quest’autoerotismo, dall’altro è che la realtà attesta davvero una preferenza per il sesso virtuale. Facciamo un esempio: su Kickstarter è stata lanciata una campagna di raccolta fondi per un device che si chiama Harem Protagonist. Altro non è che un sistema interattivo per fare sesso con le eroine hentai. In soli tre giorni sono stati raccolti ben 70mila dollari. E tutto si va a inserire nell’ambito delle già esistenti macchine per il sesso virtuale, come delle speciali tute 3D che permettono di simulare il rapporto.

In un certo senso è affascinante proprio perché così lontano dalla realtà: chi non vorrebbe fuggire per sempre in un sogno? Ma il sesso, oltre che una parte fondamentale dell’affettività dell’essere umano è anche il mezzo ancora più diffuso per riprodursi. Per cui, a meno che non riusciamo a fare figli per partenogenesi come il tentacolo di una piovra hentai, forse è meglio riprovare a fare sesso “alla vecchia maniera”. Chissà che non lo si riesca a trovare nuovamente divertente.

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