Pornografia online: ecco cosa dice una pornostar sull'accesso "facile" ai minori

Una pornostar, Samantha Bentley, ha scritto un intervento in cui spiega il suo punto di vista relativo alle nuove statistiche sui minori e la pornografia: il materiale a luci rosse è oggi di più immediata fruizione per via dei tanti device diffusi.

La pornografia online viene fruita anche dai minori? La risposta è sì, lo dicono delle recenti statistiche: sono sempre di più i ragazzini che si affacciano al sesso attraverso Internet, e il timore di molti è che si finisca per credere che l’amore fisico funzioni solo ed esclusivamente così. È accaduto più volte negli ultimi anni che in tanti abbiano sollevato gli scudi contro il fenomeno, ma la strada giusta non sembra essere la censura.

In Italia, ci fu chi, un po’ di tempo fa, lanciò una petizione per l’implementazione dell’educazione sessuale a scuola. Si trattava di un addetto ai lavori nel mondo della pornografia, Rocco Siffredi, un personaggio versatile molto amato dal pubblico televisivo del Belpaese per la sua simpatia. Il porno attore lanciò infatti una petizione su Change per osteggiare la fruizione della pornografia come unico modo per i giovanissimi per informarsi sul sesso.

È umano avere delle curiosità e i giovani trovano nel porno online l’unico modo per apprendere che cosa sia un rapporto sessuale. Ma la pornografia è nata per gli adulti ed è intrattenimento: pretendere di capire come funziona un rapporto guardando un film porno equivale a vedere “300” e pensare di sapere la storia di Sparta e di Leonida. E dato che tutto il mondo funziona in questo modo, anche una pornostar statunitense ha pensato di dire la sua.

Si tratta di Samantha Bentley, che ha deciso di scrivere un intervento per spiegare perché per lei sia sbagliato che i giovanissimi possano fruire così facilmente la pornografia. Abbiamo trovato quest’intervento e abbiamo pensato che fosse interessante. Il suo è un punto di vista che è, tra l’altro, a difesa della sua stessa categoria. Perché i minori accedono a una pornografia pirata, quindi non c’è nessun tipo di guadagno per gli operatori del settore, e perché il porno nasce per essere fruito esclusivamente dagli adulti e in maniera consensuale.

Samantha fa un passo indietro nel raccontare del suo rapporto con il sesso. Che è iniziato tardi, perché a scuola non aveva ricevuto un’educazione sessuale se non da una donna ben vestita che l’aveva terrorizzata sull’argomento. La verginità l’ha perduta in un ménage a trois con un’amica e un uomo molto più grande e non aveva idea all’epoca di cosa fosse un gioco di ruolo. E questo nonostante avesse alle spalle una famiglia che non aveva pudori a spiegarle come nascono i bambini. La prima volta che si è accostata alla pornografia è stata a 21, e per un film che lei stessa interpretava e delle foto che la ritraevano – Samantha è stata tra l’altro anche modella per Pentouse.

E spiega:

Le cose in cui i giovanissimi sono coinvolti sono materie sensibili e io, in nessun modo, forma o sostanza potrei essere d’accordo che i bambini abbiano accesso alla pornografia e copino alcune delle cose che vedono. Quando avrò dei bambini, non vorrò che accedano al porno hardcore e cerchino di copiare una scena.

I rischi che la pornostar ventila sono anche e soprattutto di tipo emotivo. Se da un lato parte dalla solidarietà verso le giovani generazioni, perché oggi hanno tutto a portata di mano grazie a computer e smartphone, e quindi sono esposti facilmente alla tentazione di guardare, dall’altro invoca una guida che sia al tempo stesso famigliare e scolastica.

Per Samantha la pornografia non è un demone da abbattere, ma c’è un’età giusta per fruirla, anche se, soprattutto durante la pubertà, si è molto curiosi. La pornodiva ha anche aggiunto:

Mi sento infinitamente dispiaciuta per le giovani generazioni. Sono molto più avanti del sistema d’istruzione e, in molti modi, i loro genitori e insegnanti, quando si tratta di tecnologia e di accesso al porno e al sesso, ci si buttano a capofitto senza preavviso. Nessuno ha avvisato questa ragazzina che, mandando a un ragazzo una foto di se stessa nuda, avrebbe lasciato la possibilità che l’immagine facesse il giro di Internet, tra amici e coetanei. Nessuno l’ha istruita, perché quando i suoi genitori e insegnanti sono a scuola, questo non accade.

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