Satiriasi: quando a essere "ninfomane" è l'uomo
L'ipersessualità nell'uomo assume il nome di satiriasi. Per affrontarla, ci vuole un aiuto medico, perché si tratta di una vera e propria dipendenza.
L'ipersessualità nell'uomo assume il nome di satiriasi. Per affrontarla, ci vuole un aiuto medico, perché si tratta di una vera e propria dipendenza.
La satiriasi dell’uomo è una forma di ipersessualità – considerata alla stregua di una dipendenza, tanto che si parla addirittura di sex addiction – analoga alla ninfomania, che però è femminile. Il termine deriva da «satiro», un essere della mitologia greca al quale si attribuisce una certa lascivia.
In passato non si aveva coscienza della problematica, archiviata come una qualunque altra perversione: oggi sappiamo molte più cose, sappiamo che è un disturbo che non ha a che vedere con la volontarietà della perversione, sappiamo individuare l’ipersessualità e non confonderla con un comune desiderio sessuale un po’ più spiccato e sappiamo come confrontarci con la questione. Naturalmente stiamo parlando di noi come società, ma come sempre in questi casi, i medici, gli psicologi e gli psicanalisti sono figure fondamentali da cui non si può prescindere.
I medici però non sono unanimi nello stabilire le cause della satiriasi, che comunque non si trova nel Manuale Diagnostico dei Disordini Mentali. Ci sono solo delle ipotesi: qualcuno lega il disturbo ad altri di tipo ossessivo-compulsivo, qualcun altro lo indica come una conseguenza all’abuso di droga (si finirebbe quindi da una dipendenza a un’altra, un po’ come gli ex alcolisti che diventano tabagisti). Alcune forme vengono legate alla malattia mentale, come reazione a una serie di insicurezze come la presunta impotenza. O ancora che l’accesso facilitato alla pornografia di Internet abbia determinato un aumento dei casi. Potrebbe però valere quello che si dice sempre in relazione dell’aumento di condizioni mediche un tempo sconosciute, cioè che non si tratti di un vero e proprio aumento, ma che oggi abbiamo le armi scientifiche per riconoscere un determinato disturbo e chiamarlo con il suo nome.
Se l’ipersessualità e quindi l’impulso sessuale irrefrenabile e compulsivo non viene soddisfatto, può subentrare uno stato d’ansia che è un campanello d’allarme importante in questi casi. Chi soffre di sex addiction potrebbe anche soffrire di alcune patologie psicologiche, dal disturbo da personalità borderline alla depressione. Ma le prime avvisaglie possono sopraggiungere con la perdita completa delle inibizioni, che poi sfocia in esibizionismo, voyeurismo e masturbazione compulsiva.
I sintomi possono rappresentare un punto di partenza importante – anche se è sempre molto difficile accettare un disturbo di qualunque genere della persona che ci è accanto. Se però notiamo dei cambiamenti che corrispondono al profilo del satiro, forse è il caso di fare un salto dallo psicologo, ul quale può sottoporre il vostro uomo a un test, che si chiama Sexual Addiction Screening Test. È composto da venti domande – e serve anche per individuare la ninfomania infatti – ma le domande sono diverse tra uomini e donne oltre che in base al contesto socio-culturale, e riguardano i sentimenti e le relazioni passate, eventuali comportamenti illegali, fantasie sessuali, comportamenti sessuali di genitori e amici. Se 13 risposte vengono considerate positive vuol dire che sì, la satiriasi c’è.
Ci sono due fasi da affrontare quando si è in un rapporto con un sex addicted. Una prima fase in cui sospettiamo che la satiriasi ci sia. Qui bisogna essere molto cauti per non urtare la sensibilità dell’altro, nel suggerire di sottoporsi al test di screening. Potrebbe essere molto difficile, serve davvero un gran tatto e delicatezza. Se l’ipersessualità viene diagnosticata, ci si deve rivolgere necessariamente a uno psicologo o a uno psicanalista. Se nelle possibilità economiche, è probabile che il medico possa consigliarvi una struttura di riabilitazione, esattamente come quelle per disintossicarsi dalle droghe tangibili. Può anche darsi che il consiglio medico preveda di dover stare quindi lontane dal proprio compagno.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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