Sexting: "Perché mando foto di me nuda alle mie amiche"
"Ecco perché mando le mie foto nuda alle mie amiche". Quando il sexting piace ma è platonico, e si riducono al minimo i rischi di revenge porn.
"Ecco perché mando le mie foto nuda alle mie amiche". Quando il sexting piace ma è platonico, e si riducono al minimo i rischi di revenge porn.
Sexting: una parola che molti ignorano, alcuni amano, ma che altri temono.
È senz’altro una “moda” agevolata dalle app di messaggistica istantanea e dai proliferanti social su cui le relazioni si intessono, si costruiscono, ma si distruggono, anche; una moda per cui la curiosità o il piacere sessuale si accentuano, si cercano, si stimolano attraverso l’invio di immagini in cui il proprio corpo appaia nudo o quasi, nelle quali si intravedano particolari intimi, zone difficilmente visibili se non in alcune occasioni particolari.
Aumenta l’eccitazione, acuisce la passione, sostiene chi, talvolta anche ingenuamente, utilizza abitualmente questa pratica; ma i rischi connessi sono tanti, e non possono essere ignorati. Inviare una foto intima a qualcuno significa, potenzialmente, esporsi al pericolo di vedere quell’immagine usata in modo improprio, pubblicata per semplice goliardia, o come atto di bullismo, usata persino per ricattare, o nella sconsiderata pratica del revenge porn. Già, perché purtroppo nessuno può davvero assicurare che un ex fidanzato ferito, arrabbiato, rancoroso non possa arrivare a ferirci “spiattellando” le nostre grazie pubblicamente, restando nel giro dei suoi amici – quando siamo “fortunate” – o addirittura postandole sui social. L’animo umano è insondabile, specie quando ferito, perciò, prima di ritrovarsi con il nostro corpo semi o completamente nudo messo alla mercé del popolo di Facebook o Instagram, meglio tutelarsi.
Cosa si può fare, allora? Non praticare il sexting, certo, oppure praticarlo con persone di cui ci si fida ciecamente… come le amiche, ad esempio.
Lo sostiene Maria Yagoda che, in un articolo pubblicato su Broadly, ripreso anche da Vice, sostiene di inviare abitualmente al gruppo di amiche più strette e intime foto del proprio seno, del proprio fondoschiena, e di riceverne: di praticare, insomma, il sexting esclusivamente al femminile, perché, spiega,
…fidarsi delle persone è una follia, ed è per questo che mandarle alle amiche è molto meglio: delle amiche mi sono sempre fidata molto più che dei fidanzati.
Maria ama il sexting, lo ammette: le piace avere qualcuno che le indichi qual è la posa più sexy, l’angolatura migliore, come deve arcuare la schiena per far risultare il sedere più tondo. Ma può farlo in completa fiducia e serenità solo con le sue amiche, perché, per quanto lo spirito vendicativo sia prettamente femminile e la gelosia serpeggi spesso fra donne, con le amiche vere è tutto un altro paio di maniche… anzi, di selfie.
Quando mando foto di nudo alle mie amiche, in contesti esplicitamente platonici, previo consenso, quello che faccio è celebrare il mio corpo con persone che vogliono celebrarlo con me e – ripeto – non interpreteranno le foto come una richiesta di dick pics.
Insomma, la volontà è di cercare un giudizio obiettivo, un commento amico, non di ricevere in cambio una foto di nudo maschile; e non c’è neppure, è evidente, il desiderio spasmodico di una frequentazione, anche meramente sessuale, anche di pura ed esclusiva soddisfazione erotica. Anche da qui, spiega Maria, nasce il desiderio di praticare sexting platonico con le amiche.
“Nel corso degli ultimi mesi ho mandato foto di nudo solo alle amiche anche perché sto cercando in tutti i modi di non uscire con nessuno. Questo significa che per un po’ non farò sesso: e quindi ho trovato altri possibili destinatari per le foto delle mie tette, o della mia pelle fresca di risveglio: le mie migliori amiche. E loro mi tirano su il morale, così come faccio io con loro quando mi mandano le loro foto. La sex blogger Kate Sloan, di Girly Juice, mi ha detto che anche lei manda le foto alle sue amiche per due motivi, o per chiedere ‘Posso mandarla al tipo con cui sto uscendo?’ o per dire, ‘ Guarda quanto è figo il mio seno, o il mio addome, o il mio culo’“.
C’è la ricerca costante di un’autostima che non dipende dal fatto di essere oggettivamente belle o piacenti, ma che necessita obbligatoriamente dell’approvazione di qualcun altro, sia pure al di là di uno schema che si risolva nella semplice e pura alchimia fisica o sessuale? Probabilmente sì, anzi probabilmente si apprezza di più ricevere un complimento proprio da chi non può avere nessuno scopo sentimentale, da chi, insomma, potrà dire di apprezzare il tuo lato B senza volerti portare a letto.
Ma c’è, forse, almeno per alcune, anche il desiderio di riappropriarsi di quell’alone di mistero appiattito totalmente dall’esporre “tutto e subito”.
“Adoro il sexting – prosegue Maria – ma considero molto meglio la parola scritta: è molto più sexy di una foto da esame di anatomia. ‘Sono quattro anni che non mando foto di nudo’, mi ha detto un’amica, ‘ora mando soprattutto messaggi espliciti, sono meno rischiosi e più soddisfacenti. Non mi sono mai masturbata su una dick pic, ma mi sono masturbata su quello che mi ha scritto qualcuno.”
E la paura di incappare in un episodio di revenge porn, di vedere le proprie foto spuntare improvvisamente su un social, esposte ai commenti e ai giudizi di tutti? Esiste, ovvio, ma, almeno per quanto riguarda Maria, è una ragione decisamente meno importante rispetto alle altre per preferire il sexting platonico con le amiche.
“Un mio ex fidanzato (che, spero, non interpreterà questo paragrafo come un invito a contattarmi) aveva una cartella protetta da password, sul suo computer, con le mie foto di nudo – scrive su Broadly – Ai tempi in cui uscivamo, gli ho fatto promettere che avrebbe eliminato la cartella quando ci saremmo lasciati. Quando lo racconto ad altri maschi mi dicono che sono sicuri al 100 percento che non l’abbia fatto, e se è vero – potrebbe esserlo, lo so – mi piace immaginarmelo masturbarsi davanti alle foto, pieno di rimorsi per quanto male l’ha fatta finire tra noi. Mi pare sia una punizione sufficiente per aver infranto una promessa“.
Insomma, a ciascuno il suo punto di vista. Che sia per non incorrere in una perfida vendetta, per cercare l’eccitazione più con le parole che con le immagini, per un’imposizione fatta a se stesse di non concedersi a nessuno, almeno via chat, la conclusione, secondo Maria, è solo una.
Per me è molto meglio evitare ogni possibilità di conflitto e lustrarmi gli occhi con la bellezza delle mie amiche, che siano sul cesso o avvolte in costosissimi accappatoi. È questo il vero amore.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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