Verginità: dalle leggende alle verità

Tutte le leggende e le verità sulla verginità. Dal suo valore sacro all'immagine moderna: cosa significa perdere la verginità? Scopriamo insieme tutto quello che c'è da sapere!

“Like a virgin
Touched for the very first time
Like a virgin
When your heart beats
Next to mine”

“Come una vergine” cantava Madonna nei primi anni 80. All’epoca la verginità iniziava a cambiare il suo valore sacrale per diventare una tappa nella vita d’ognuno come la conosciamo oggi. Il termine verginità sta a significare una condizione di integrità, interezza e completezza, sia per quanto riguarda il corpo umano sia per gli oggetti o il loro utilizzo in generale. Si usa l’aggettivo vergine quando qualcosa non è stato ancora mai utilizzato, un luogo mai profanato o esplorato.

Riferita al mondo umano e alla società contemporanea, la verginità è intesa nell’ambito della sessualità. Preservare la verginità significa non avere rapporti sessuali, sia per l’uomo che per la donna. Nella donna la perdita della verginità coincide con il primo rapporto sessuale e la rottura dellimeneNelle leggende metropolitane questo passaggio è descritto e raccontato in maniera molto traumatica e dolorosa, con la presenza di gravi emorragie e dolori allucinanti. In realtà non è mai così: i casi di emorragie sono alquanto rari e solitamente assenti; la prima volta dona in genere una sensazione di fastidio, più o meno accentuato e talvolta perdite di sangue appena accentuate.

Cos’è l’imene?

verginità imene
Fonte: Web

L’imene è una piega, una membrana di mucosa sottile situata all’apertura della cavità vaginale. L’imene può avere varie forme: può avere una sola apertura centrale o più piccole aperture. Contrariamente dalle credenze, la rottura dell’imene non dipende esclusivamente dal rapporto vaginale. L’integrità dell’imene non garantisce la verginità o meno di una persona. Alcune donne nascono sprovviste di imene e solo per alcune di esse questo si lacera durante il rapporto sessuale: alcune volte non si lacera affatto e in altri casi questo può dilatarsi senza creare fastidi o sanguinamenti.

L’imene può anche essere ricostruito tramite un intervento chirurgico che prende il nome di imenoplastica e viene anche chiamato ricostruzione della verginità. Questo intervento non è invasivo, richiede circa 30 minuti e viene effettuato in anestesia locale e solo nei casi più rari in anestesia totale. Non necessita di ricovero e si svolge in formula day hospital.

verginita
Fonte: Web

Le donne che ricorrono a questo intervento non sono molte, indicativamente l’1% su scala mondiale. Ma chi sono queste donne e perché ricorrono all’intervento di verginità? Spesso si tratta di donne alle quali viene chiesto per credo religioso o appartenenza etnica di arrivare integre al matrimonio.

Ricorrono all’intervento anche quelle donne che vogliono “rimediare all’errore” di essere andate a letto per la prima volta con l’uomo “giusto”. Sono molte anche quelle donne che, dopo un divorzio o dopo essere rimaste vedove, desiderano regalare al nuovo amore la loro prima volta. Nella società contemporanea è molto difficile trovare una donna che riesca ad arrivare illibata al matrimonio: proprio per questo motivo moltissime si rivolgono al chirurgo per la ricostruzione dell’imene.

Leggende e verità sulla verginità

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Fonte: Web

Nel passato la verginità era considerato un bene sacro ed era per tanto tutelato da leggi. La perdita della verginità prima del tempo o in condizioni non riconosciute e tutelate dalla legge prevedeva gravi pene tra cui la morte. Non bisogna andare molto lontano sia di tempo che di luogo, ad esempio in Germania la legge prevedeva fino al 1998 che se una donna avesse perso la verginità con un uomo che poi l’avesse lasciata sola, lei avrebbe avuto diritto ad un risarcimento in denaro per la perdita di un suo bene. Ogni religione e periodo storico aveva una sua legislazione e una sua credenza diversa riguardante la verginità: alcune leggende riescono a sfiorare il surreale, come quella degli unicorni.

Unicorni e verginità

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Nel medioevo si credeva che solo una donna vergine potesse domare un unicorno, animale solitamente schivo, a simboleggiare come solo una fanciulla pura potesse dominare i maschi più irruenti.

Geishe e verginità

verginità geishe
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Solo nel 1959 è stata abolita in Giappone la pratica che vedeva le giovani Geishe vendere la loro verginità come un bene prezioso di grande valore. Il rituale veniva chiamato Mizuage.

L’avocado

verginità avocado
Fonte: Web

Un’antica credenza azteca impediva alle vergini di mangiare il frutto dell’avocado, considerato un cibo altamente erotico che poteva donare una carica e vigore sessuale talmente forte che le vergini non sarebbero state in grado di controllare.

Il lenzuolo e la verginità

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Da prima della nascita di Cristo fino ai primi del 900, si usava mettere un lenzuolo fuori la finestra dopo la prima notte di nozze. Se il lenzuolo fosse stato sporco di sangue questo significata che la donna era rimasta vergine fino al matrimonio. Il lenzuolo pulito era un segno di totale disonore, per tanto venivano usati alcuni trucchetti per poter sanguinare, come procurarsi taglietti interni o inserire nella vagina coaguli di sangue di pollo, che si sarebbero liquefatti durante il rapporto sessuale.

Le vestali e la verginità

verginità e vestali
Fonte: Web

Nell’antica Roma le sacerdotesse che onoravano la dea Vesta, protettrice della casa ma anche della città stessa, dovevano rimanere vergini fino a quando il loro servizio non sarebbe terminato, 30 anni dopo l’iniziazione. Erano considerate le donne più importanti della società e venivano rivestite della stessa autorità e importanza degli uomini. Tutto questo purché mantenessero la loro condizione di vergini: la perdita di questa condizione prevedeva pene enormi. Se scoperte venivano addirittura bruciate vive per mantenere la dignità di Roma e impedire sventure alla città.

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