Ansia da prestazione a letto? Cosa ci dicono mente, corpo e come superarla
Quando l'ansia da prestazione colpisce la sfera sessuale, rende difficoltosi o impossibili, dal punto di vista psicologico, i rapporti: ecco come.
Quando l'ansia da prestazione colpisce la sfera sessuale, rende difficoltosi o impossibili, dal punto di vista psicologico, i rapporti: ecco come.
Ma spesso se ne parla dal punto di vista sessuale: il disturbo riguarda sia gli uomini che le donne e può capitare a tutti in base a determinate cause. Qui esploriamo proprio l’aspetto sessuale del disturbo, quando cioè esso influenza negativamente la sfera erotica.
I sintomi dell’ansia da prestazione possono essere i più vari. C’è chi non riesce a raggiungere l’orgasmo, chi si blocca, chi è addirittura preso dalla nausea già molte ore prima di un appuntamento che potrebbe portare a un incontro intimo. Sostanzialmente tutti i sintomi portano a una non finalizzazione di un rapporto sessuale.
La causa principale che viene indicata di solito e in condizioni normali è la bassa autostima: l’ansia da prestazione nasce generalmente quando si avverte in maniera pressante il giudizio degli altri, in questo caso del partner o dei partner. Tuttavia può essere anche legata a delle malattie della psiche ben specifiche, come ansia e depressione, o può seguire dei traumi fisici influenzando la percezione delle proprie possibilità erotiche.
Per gli uomini, l’ansia da prestazione può manifestarsi in diverse maniere, oltre a quelle generiche che abbiamo descritto. L’uomo può avere, per esempio, problemi ad avere o mantenere l’erezione, oppure può darsi che non riesca a raggiungere l’orgasmo nonostante la tecnica e l’apparente entusiasmo dimostrati. È possibile anche il fenomeno dell’eiaculazione precoce. Inoltre si innesca un circolo vizioso: una mancanza di erezione una volta o il non raggiungimento dell’orgasmo possono portare il partner a pensare che, dopo che è accaduto una volta, continuerà ad accadere.
L’ansia – spiega la psicologa Alessandra Graziottin sul suo sito – danneggia l’erezione perché trasforma l’uomo in uno spettatore severo, in un “giudice” della propria prestazione sessuale. Il fatto poi di non riuscire a mantenere un’erezione di qualità aumenta ulteriormente l’ansia nei tentativi successivi. L’ansia può poi essere peggiorata dall’inesperienza, come nel suo caso, o dall’incapacità di abbandonarsi e dalla paura (inconscia!) dell’intimità. L’adrenalina blocca l’erezione perché inibisce l’attività della muscolatura liscia dei corpi cavernosi, che in condizioni normali fa sì che essi si riempiano di sangue provocando appunto l’erezione. In secondo luogo scatena un ipertono muscolare generale, che riduce la percezione delle sensazioni di piacere e mette l’organismo in uno stato d’allarme generale.
Mentre per gli uomini i sintomi sono molteplici, nella donna l’ansia da prestazione si può ricondurre all’anorgasmia ma anche alla revoca del consenso – cioè la decisione di una donna di fermare il rapporto sessuale in corso, anche dopo aver espresso chiaramente il suo consenso all’inizio. In passato si riteneva che il disturbo fosse solo maschile, ma le donne non sono esenti da fattori come autostima, giudizio, ansia e controllo.
Il bisogno di essere performanti – dice la counselor in sessuologia Chiara Bettelli Lelio a Elle – oggi accompagna la donna in tutti gli ambiti d’azione, vita sessuale inclusa. Purtroppo quest’approccio prestazionale nutre la paura di fallire. E ostacola il raggiungimento dell’orgasmo assunto a ratificazione del rapporto sessuale “ben fatto”.
StarBene dà alcuni consigli per contrastare il disturbo: innanzi tutto si dovrebbe evitare di idealizzare il rapporto sessuale, riducendo così le aspettative. È bene anche trascorrere del tempo di qualità in coppia, senza necessariamente fare sesso, implementando così la comunicazione.
Inoltre è bene, nel momento in cui si sta avendo un rapporto, focalizzarsi sul viaggio e non sul traguardo – cioè l’orgasmo – per cui si può cercare di fare le cose con maggiore calma. Quindi si deve fare un grande lavoro su se stessi, ma si può fare da soli? Può darsi che alcune persone ci riescano, ma qualcun altro non deve vergognarsi a ricorrere a uno psicanalista. Uno specialista può aiutare a far emergere dei blocchi psicologici che possono aver determinato l’ansia da prestazione. È possibile che vengano prescritti alcuni farmaci e che si debba anche far visita ad andrologo o ginecologo, non è lo stesso per tutti: dipende dalle cause che generano il disturbo.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
Cosa ne pensi?