Avversione sessuale: cosa significa e cosa comporta il disturbo associato
Quando repelle il contatto con uno o più partner, si parla di avversione sessuale: si tratta di un fenomeno che può essere contrastato con l'aiuto di un terapeuta.
Quando repelle il contatto con uno o più partner, si parla di avversione sessuale: si tratta di un fenomeno che può essere contrastato con l'aiuto di un terapeuta.
Per chi si sta preoccupando lo specifichiamo: il disturbo mentale è una condizione che non deve spaventarci, ed è importante che esso sia libero dallo stigma sociale che da sempre lo accompagna. Un disturbo mentale è spesso ragione di grande sofferenza per chi lo subisce e per le persone che amano chi ne è colpito, e nel caso dell’avversione sessuale sono disponibili diversi trattamenti che possono aiutare.
Il disturbo di avversione sessuale è codificato nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, che lo definisce come un’avversione estrema, ricorrente o persistente al contatto con un partner o con genitali altrui, con conseguente ansia e difficoltà a relazionarsi con gli altri, a volte anche depressione.
Come spiega VeryWellMind, il disturbo viene diagnosticato entro i primi 20 anni di vita, ovvero quando le persone diventano sessualmente attive. Il solo sintomo è quello che dà il nome al disturbo, ossia l’avversione sessuale: si evita qualunque contatto, si prova ansia, paura, disgusto anche solo all’idea di avere un rapporto sessuale, o per i fluidi corporei di un’altra persona.
È probabile che il disturbo sia legato a uno stato d’ansia generale, ma può essere comunque ricorrente in chi sorge di attacchi di panico, oltre a chi ha subito trami sessuali come stupri e molestie, o un disturbo da stress post-traumatico.
Non si conoscono a fondo le cause dell’avversione sessuale, ma si sospetta che ci sia una componente genetica, come accade per gli attacchi di panico. Sicuramente c’è un calo di ormoni sessuali come estrogeni e androgeni surrenali, ma il fenomeno accade anche quando si è molto stressati, quindi questo calo potrebbe essere una conseguenza e non una causa dell’avversione sessuale.
Le tipologie di questo disturbo sono relative al suo inizio o alla sua temporaneità e quindi distinguiamo in:
Per capire meglio, è importante andare alla radice. Il disturbo fu scoperto nel 1987, e la sessuologa Helen Singer Kaplan ha osservato 373 pazienti che riscontravano sintomi tipici dell’avversione sessuale, scoprendo che molti di loro avevano una vera e propria fobia dei rapporti oppure soffrivano di attacchi di panico, ma che in realtà non si potesse parlare di vera fobia o panico, quanto di rifiuto o di disgusto.
Spesso il disturbo da avversione sessuale viene trattato in maniera simile al trattamento riservato per i disturbi d’ansia data la somiglianza evidente tra le due condizioni.
È fondamentale rivolgersi a uno psicoterapeuta specializzato in disturbi sessuali, che potrebbe sottoporvi alle terapie più diffuse che sono:
Certo, sappiamo bene che chiedere aiuto, quando si tratta di certe tematiche, è molto difficile perché può risultare imbarazzante, ma in effetti questo disturbo può influire negativamente su diversi ambiti sociali della propria vita, per cui bisogna ricordare che i medici cui vi rivolgerete sono lì per aiutarvi, non vi giudicheranno e per loro non sarete un pettegolezzo pruriginoso (tanto più che sono tenuti al segreto professionale).
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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