Cintura di castità: ciò che sai è falso! Invece sai perché dovresti provarla?
Da strumento di controllo anti-liberale (ma sarà poi vero?) a moderno accessorio sessuale perfetto per accendere il piacere (di lui e di lei). Una cosa è sicura: la cintura di castità ha una storia tutta da scoprire.
Ha oltrepassato le epoche, arrivando intatto fino a noi, come intatta doveva essere la verginità di una fanciulla fino al matrimonio o l’integrità della sposa in assenza del marito. Stiamo parlando del concetto di castità, che ha dato vita allo strumento che, per eccellenza, secondo leggenda, doveva preservarla da qualsiasi tentazione: la cintura di castità. Oggetto di controllo e potere – dell’uomo sulla donna, ovvio! – risalente, secondo la letteratura che ne ha descritto gli usi e i costumi, al periodo medievale. Ma sarà vero? Esattamente come abbiamo un’idea del Medioevo molto parziale, anche la cintura di castità ha attraversato i secoli ed è giunta fino a noi circondata da un alone di informazioni scarse (se non addirittura false) sulle sue origini. Che, tanto per cominciare, appartengono semmai all’Ottocento.
C’è poi un altro grande falso mito sulla cintura di castità, ovvero che sia un accessorio ideato esclusivamente per le donne. Il che non è affatto vero. Del resto, la rivoluzione dei costumi sessuali ha permesso, nei decenni, di plasmare il concetto stesso di questo oggetto, che oggi esiste e si usa nel sesso, declinato come sex toys che punta a esplorare ogni genere di fantasia e portare all’apice il desiderio, senza distinzione di genere (oggi più fluido che mai, per fortuna!) e orientamento sessuale. Basta sfogliare il catalogo del sexy shop online Fallo Strano, alla voce cintura di castità da uomo per rendersi conto di come questo oggetto sia ben altro da un oggetto proveniente dalla notte dei tempi. E poi, nel Terzo Millennio, è bene gridarlo forte: il sesso NON è SOLO penetrazione. Il sesso è tante cose, per ognuno e ognuna di noi diverso. Le uniche due costanti imprescindibili? Il consenso e il desiderio: e quanto a desiderio, la cintura di castità maschile lo esponenzializza, sia in chi la indossa, sia nel o nella partner che detiene le chiavi del piacere.
Non sono solo questi però gli unici falsi miti legati all’uso della cintura di castità che sono sopravvissuti fino a noi. E questo è un viaggio tra quelli da disfare e rivedere, una volta per tutte.
Falsi miti sulle cinture di castità
Un vincolo stretto da una morsa quasi fatale. Uno strumento che mette in posizione di superiorità l’uomo e in quella della sottomissione la sua donna che, appunto, essendo una proprietà del marito, non può neanche disporre del proprio corpo come vuole. D’altronde, la logica arrivata fino a noi rispetto a queste ‘gabbie’ sta proprio in questa formula di controllo; e chiunque pensi a una cintura di castità la pensa nella sua versione al femminile.
Tutte queste premesse però sono decisamente false. Vediamo perché.
La cintura di castità è un oggetto “di tortura” del Medioevo: falso
Non sono stati i Crociati, terrorizzati dall’idea che le mogli potessero tradirli durante le loro spedizioni, a ideare questo strumento di astinenza, che chiudeva in una morsa i genitali femminili con tanto di chiave e lucchetto. E se pure nei musei si trovano spesso modelli di cinture di castità originali, la documentazione disponibile ci conferma che non ne esistono affatto di risalenti all’epoca medievale.
Quelli che vediamo dal vivo oggi sono modelli del XVII e XIV secolo, frutto tortuoso di racconti e leggende metropolitane che artisti e artigiani hanno poi trasformato in cinture di castità. Possiamo considerare le origini di questi modelli, ancora oggi ammirabili in musei anche molto famosi, come il risultato di un grande telefono senza fili, in cui l’informazione di partenza, errata, ha dato adito a svariate interpretazioni e… scatenato le fantasie erotiche.
La cintura di castità è frutto di un’allegoria: vero
C’è un quadro famosissimo del XVI secolo, che si chiama The Woman in The Iron Undies, oggi esposto al British Museum che raffigura bene il suo uso: sul letto si vede una donna (presumibilmente una prostituta) con cintura di castità addosso, mentre cede la chiave a un uomo (il suo protettore) che sta evidentemente partendo per un viaggio. Nell’ombra si vedono degli uomini che, in mano, tengono la stessa chiave o comunque aspettano il loro turno per usarla: come si legge in diverse interpretazioni recenti, questo disegno è un’allegoria vera e propria e, probabilmente, non un riflesso di situazioni realmente accadute.
Erano un pericolo per l’igiene: vero
Una delle domande ricorrenti quando si parla di cintura di castità è: come avrebbero potuto, le donne, espletare i bisogni fisiologici senza incorrere in infezioni, soprattutto in epoche in cui l’igiene personale non era certo una priorità? Per questo molti storici confermano che i suoi usi nel quotidiano, così come sono arrivati fino a noi, sono decisamente improbabili.
Inoltre, in un mondo in cui forgiare il ferro era un’attività praticata in modo massivo e ad alti livelli, sarebbe stato semplicissimo aprire una cintura di castità anche senza avere la chiave tenuta in custodia dal marito. Ed è così che la sua ragion d’essere principale decade, secondo le fonti più accreditate.
Così torniamo alla simbologia della cintura di castità: secondo molti storici potrebbe essere nata come rappresentazione fisica ed edulcorata di due concetti che invece, nel Medioevo (e purtroppo, anche in epoche più recenti), risultavano molto in voga: l’astinenza e, appunto, la castità. Entrambe delle donne, ovviamente.
Le cinture di castità che vediamo oggi sono autentiche: falso
Diversi musei d’arte medievale hanno esposto, negli anni, modelli di cinture di castità ritenute autentiche. In quello parigino di Cluny è comparsa persino quella attribuita a Caterina De’ Medici, che pare fosse un’affezionata dello strumento. Si tratta però di falsi storici, creati nel secolo scorso: tutti questi modelli sono stati poi prontamente ritirati dall’esposizione in quanto non attendibili.
Sono diventate alleate dei giochi sadomaso: vero
Oggi la cintura di castità – in materiali sicuri e igienici e previo consenso di tutti i partner, ovviamente – è un oggetto erotico molto apprezzato sia da uomini che da donne, soprattutto in giochi di ruolo che mettono al centro fantasie sadomaso. In entrambi i casi il vecchio concetto di controllo e inibizione degli impulsi sessuali ritorna, ma l’evoluzione riguarda soprattutto le intenzioni di chi usa questo sex toys per il piacere.
La cintura di castità maschile, proposta in varie versioni su Fallo Strano, capovolge inoltre lo stereotipo principale: non è più l’uomo a tenere per forza le redini della sessualità, bensì può cederle a una, uno o più partner.
Cintura di castità da uomo: a cosa serve e come usarla
Come si usa una cintura di castità da uomo? Esattamente come quella femminile: la logica è quella di “ingabbiare” i genitali, così che non possano essere usati a meno che l’altro partner non voglia.
Le cinture di castità da uomo in vendita su Fallo Strano sono oggetti ideali per il bondage, ma anche per pratiche più light, apprezzabili da chiunque desideri esplorare i confini della propria sessualità senza pregiudizi. A differenza dei modelli mitici e medievaleggianti – ora possiamo dirlo, completamente falsi – le cinture di castità moderne come quelle proposte su Fallo Strano sono prodotte in materiali sicuri (sia in termini di igiene che di meccanismi d’uso) come silicone, acciaio o metallo: vengono anche chiamate “gabbie per il pene”, a indicare la costrizione cui il fallo viene sottoposto e richiuso fino a che il gioco di ruolo non arriva a conclusione. Spesso sono arricchite da altri accessori come i plug anali, che regalano piacere anche a chi le indossa e non solo a chi le controlla.
Come per il sesso in generale, anche le cinture di castità non fanno differenza. Gli usi dipendono, come detto, dal consenso e dalla fantasia. Una cintura di castità può essere il gioco di una notte bollente o altro. Alcuni modelli disponibili su Fallo Strano, per esempio, permettono un uso delle cinture di castità maschili molto versatile, compresi giochi di ruolo che possono durare anche molti giorni, o esercizi di deprivazione del piacere che, ha lo scopo di esponenzializzare poi il piacere stesso, quando alla fine viene liberato. Il piacere, insomma, non è per forza centrato sulla penetrazione ma sulla sensazione stessa che questo “potere” regala al sesso.
Ognuno e ognuna di noi ha tabù più o meno consapevoli sul sesso e posto il diritto, inalienabile, di decidere cosa vogliamo o non vogliamo sperimentare, che si tratti di cinture di castità o altro, i sex toys hanno come scopo primario esattamente quello di renderci più consapevoli dei nostri corpi, dei suoi desideri e di quello delle persone che condividono il sesso con noi. In tutte le sue sfaccettature.
Fallo Strano è la Sex toys boutique che offre un vasto assortimento di giochi, accessori e intimo sexy. Una delle realtà più grandi in Italia per tutto quello che può servire a soddisfare la vostra voglia di eros.
Dietro uno pseudonimo c'è sempre una persona vera, in questo caso una donna finalmente libera di raccontarsi.
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