La castità è uno stile di vita improntato all’assenza di piaceri carnali. Si tratta fondamentalmente di un valore religioso – ma non solo: gli stoici greci praticavano la castità poiché vivevano liberi dalle passioni – e per il Cattolicesimo si tratta di una virtù morale associata alla temperanza, come si legge sull’enciclopedia Sapere.

La castità viene spesso associata alla verginità – soprattutto per le donne. Benché la verginità sia una caratteristica che può essere presente in tutti i generi, la presenza o assenza dell’imene nelle donne fa sì che ci sia un segno tangibile ad attestare che non si sono mai avuti rapporti sessuali completi. Naturalmente è un po’ riduttivo associare castità e verginità: non esistono solo i rapporti sessuali completi e quindi si può essere vergini ma non casti, si può essere vergini anche da uomini o da persone non binarie e infine ci si può chiedere quale valore abbia avuto e abbia oggi la castità.

Il valore della castità nella storia

Castità
Fonte: Peter Paul Rubens

Per parlare di castità nella storia, occorre introdurre la vicenda di Ippolito, come narrata della tragedia di Euripide. Ippolito era figlio di Teseo e aveva scelto di non avere rapporti sessuali con le donne, anche perché consacrato al culto di Artemide: per questa ragione viene punito da Afrodite che spinge la sua matrigna Fedra a invaghirsi di lui. La vicenda è stata talvolta travisata, in assenza di grandi esempi di castità maschile: a Ippolito sono state attribuite erroneamente la misoginia o l’omosessualità latente, come riporta HomoLaicus.

Non ci sono infatti molti esempi notevoli nella storia come quello di Ippolito, almeno nel mondo occidentale: laddove la storia della castità si interseca con la storia delle religioni occidentali, è la donna a dover essere casta e vergine. Come la Madonna d’altra parte – anche se, di fatto, nei Vangeli, non c’è condanna della sessualità.

Basti pensare che la figura di Maria Maddalena, spesso confusa a torto con quella di una prostituta, è in realtà un personaggio ammantato di pregiudizio nei suoi confronti: non a caso, alcuni commentatori ritengono che sia lei la donna salvata dalla lapidazione da Gesù o ancora l’oggetto della parabola del buon samaritano.

Nella religione indù invece è tutto molto diverso: laddove è stato scritto il Kamasutra, libro sacro dell’amore, la castità è appannaggio degli uomini, degli asceti eremiti. E in ogni caso, i rapporti sessuali, in quanto fondamentali per la ricerca del piacere, non sono condannati, ma incoraggiati.

Il voto di castità

Castità
Fonte: Uccelli di rovo

Per comprendere meglio cosa sia il voto di castità, basta pensare a qualcosa di molto vicino a noi, cioè la religione cattolica. Preti (ma ovviamente anche vescovi, cardinali e Papa) fanno infatti voto di castità, così come lo fanno le suore. Esiste oggi un dibattito aperto e ci sono persone che credono che ai religiosi cattolici dovrebbe essere consentito di non fare voto di castità, un po’ come accade per alcune religioni cristiane legate al Protestantesimo. Il dibattito spunta fuori a ragione quando i casi di cronaca ci rimandano a relazioni sentimentali consensuali tra un sacerdote e un altro adulto, a torto quando spuntano casi di pedofilia nella Chiesa – poiché la pedofilia non è un orientamento sessuale, ma una parafilia.

In verità, sono molte le figure religiose nel tempo che hanno stretto voto di castità, in particolare quando parliamo di donne. Le suore sono storicamente l’ultimo anello di una catena mistica che è giunta fino ai nostri giorni. Quando le religioni non erano monoteiste infatti esistevano delle figure sacerdotali femminili che erano vincolate a questo voto. Per esempio le vestali, di cui è un esponente Rea Silvia, nella mitologia romana madre di Romolo e Remo, che restavano caste per 30 anni. Un’altra figura femminile obbligata da voto a non avere rapporti sessuali è quella della vergine sacrificale, che veniva immolata solo appunto se “intatta”. Pensate solo che quello della verginità femminile, per le figure religiose e non, è un valore perfino nella Chiesa di Satana.

In alcuni casi, il voto di castità è stato rituale. Come in Antica Grecia, dove la basilissa si asteneva dai rapporti – così come le sue 14 dame – durante le Antesterie, oppure le donne di Atene che facevano altrettanto nei tre giorni delle Tesmoforie. Nell’Antica Roma, l’astensione delle donne avveniva per i Bona Dea e nei dieci giorni che precedevano i Baccanali – ma in quest’ultimo caso lo facevano anche gli uomini, purché partecipanti alle feste.

Un punto fermo nella storia – anche se esistono varie versioni che indicano quanto possa essersi trattato per certi versi di un mito – è costituito dalle cinture di castità. Stando a quanto riporta la Fox, questi strumenti erano noti già nell’Antica Grecia e a Roma, anche se qualcuno parla del suo utilizzo ai tempi delle Crociate. Nei casi più antichi in realtà erano una sorta di abbellimento, per concentrare la vista degli uomini sui fianchi delle donne, o venivano utilizzati dalle prostitute per consentire la vista privilegiata ai loro orifizi (e quindi un invito al desiderio maschile) – e con ben altri fini rispetto alla castità.

Più verosimilmente, le cinture propriamente dette furono realizzate a partire dal XV secolo e iniziarono a essere diffuse a partire dal XVII secolo. Venivano realizzate in una taglia unica, per cui per le donne curvy erano una pena. Una testimonianza dell’esercito americano afferma che nel 1930 le donne le indossassero in Medio Oriente.

Per lo più, dal XVII a oggi, le cinture di castità possono essere parte integrante della routine Bdsm e vengono usate sia da uomini che da donne. Il Washington City Paper fornisce un excursus di immagini sul fenomeno delle cinture maschili. Pare che fossero usate in gran parte per impedire la masturbazione dei giovani o degli atleti, come testimonia un modello del 1907 utilizzato per i giocatori di baseball – affinché, attraverso l’eiaculazione, non riducessero la loro performance in campo. Nel tempo, le cinture maschili sono state utilizzate per evitare i cosiddetti sogni bagnati, per evitare di toccarsi involontariamente nel sonno e naturalmente per i giochi erotici.

La castità prematrimoniale

Castità
Fonte: Virgin Tales

Per la cultura pop – con la quale alcune di noi sono cresciute – il concetto di castità ha un nome ben preciso, quello di Donna Martin. Chi negli anni ’90 non si perdeva una puntata di Beverly Hills 90210 ha conosciuto diverse sfumature di sessualità prematrimoniale – con una certa morale dietro – attraverso i personaggi femminili del primo teen drama della storia della tv.

C’era Kelly, sessualmente sempre molto attiva, che però si attira una brutta nomea al liceo. C’è Brenda, che decide di fare sesso con il proprio ragazzo, ma poi sceglie la castità dopo aver temuto una gravidanza indesiderata. C’è Andrea, che desidera perdere la verginità con il ragazzo che ama, e alla fine lo fa anche, restando incinta e lanciandosi in un matrimonio riparatore – come si definiva in passato – tutt’altro che felice. E infine c’è Donna, che è molto religiosa, ma dopo molti anni di castità, decide di fare sesso prematrimoniale con il suo ragazzo storico – che nell’ultimo episodio della serie sposa anche.

Dietro questi personaggi c’è tutta una retorica che contrasta il sesso prematrimoniale e invita alla castità. Non deve stupirci: Beverly Hills 90210 ci ha aperto uno squarcio sulla gioventù statunitense, nella quale è diffuso un fenomeno molto particolare, quello dei Purity Balls. Si tratta di feste da ballo che noi riterremo insolite e che sono state ritratte nel film per la tv Virgin Tales. Nei Purity Balls le ragazze adolescenti e preadolescenti vengono accompagnate non da un fidanzatino ma dal proprio padre, promettendogli di restare vergini fino al matrimonio.

È uno dei dettami più conosciuti del Cristianesimo, che predica appunto la castità: c’è la castità perfetta, che è ad esempio quella imposta a religiosi come preti e suore e che contempla una comunione completa con Dio – il che esclude i rapporti sessuali con altri esseri umani e la masturbazione – e c’è la castità imperfetta, che è quella che regola i rapporti matrimoniali e implica fedeltà e monogamia per rispetto al marito e alla moglie.

La castità oggi

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Fonte: Beverly Hills 90210

Nel 1881, il lungimirante padre della letteratura americana Mark Twain scrisse un racconto molto interessante, dal titolo Il secondo Avvento. La storia breve parlava di una seconda venuta di Gesù Cristo, ambientata negli Stati Uniti, allorché una donna vergine finisce per dare alla luce un secondo Messia del Cristianesimo.

Nel racconto c’è tutta una parte divertente che mette in evidenza come le persone intorno alla donna vergine non possano credere che questa sia rimasta incinta pur non avendo rapporti sessuali. La spiegazione del passaggio è semplice: la verginità di Maria nel Cristianesimo è materia di fede, ma anche no, dato che esistono religioni cristiane diverse dal Cattolicesimo che non credono alla verginità della Madonna.

Una rivisitazione del credo relativo alla verginità di Maria ce la fornisce il film Dogma di Kevin Smith. Nella pellicola si parla spesso di questioni religiose e si analizza come nella Bibbia si dica che Maria abbia dato alla luce Gesù da vergine, ma forse non che lo sia stata per tutto il resto della sua vita – e secondo i personaggi del film è improbabile che una coppia sposata sia rimasta casta tutto il tempo. Naturalmente, nel film si ignora come San Giuseppe avesse fatto a sua volta voto di castità, appartenendo a un ordine religioso ebraico che la praticava.

Qual è il valore della castità oggi? Abbiamo parlato a lungo di quella femminile, ma vale la pena trattare anche quella maschile. Nel 2017, l’Ansa ha riportato una ricerca realizzata dal Censis, per cui ragazzi e ragazze non presentano grosse discrepanze di età nel momento in cui decidono di perdere la verginità. L’età media per la prima volta in Italia è 17,5 anni per i maschi e 17,3 per le femmine.

Se nella vita quotidiana non ci sono differenze tra uomini e donne, diverso è il discorso quando ci spostiamo sui religiosi. Uomini e donne, preti e suore, ci appaiono diversi nel dibattito: il succitato dilemma sull’abolizione del voto di castità ha riguardato in massima parte finora solo gli uomini, per le donne è stato lambito solo a seguito di un paio di casi di cronaca in cui è emersa la gravidanza indesiderata da parte di alcune suore. E che sono stati liquidati come casi isolati, non un vero e proprio fenomeno da combattere.

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