Paolo Raeli è un giovane fotografo, e come tale ha il dono di capire perfettamente le vite dei suoi coetanei; la voglia di scoprire l’amore, il desiderio irrefrenabile di viverlo, con quel pizzico di sana ingenuità del non saper se sarà per la vita o resterà solo un bel ricordo da portare con sé.

Proprio per far conoscere al mondo la realtà dei ragazzi che si amano, o per ricordare agli adulti cosa fosse l’amore ai tempi dell’adolescenza – o quasi – ha usato la sua passione per la fotografia per realizzare una serie di scatti davvero sorprendenti, che immortalano tutti giovanissimi che si baciano, si abbracciano, si scambiano tenerezze, inebriati da un legame che sentono essere, almeno in quel momento, per l’eternità.

Incuriosite dal suo progetto romantico e underground al tempo stesso lo abbiamo intervistato per saperne di più; per capire da dove è nata l’idea di questa serie, quale fosse il significato che lui intendeva dare ai suoi scatti e i motivi per cui abbia sentito l’esigenza di immortalare l’amore dei giovani.

Ma prima, c’è bisogno di capire da dove nasca il suo, di amore: quello per la fotografia.

È nato tutto cinque anni fa, quando ho ricevuto per il mio diciottesimo compleanno una macchina fotografica – ci spiega – Ho iniziato a fotografare ciò che avevo intorno; il mio gatto, i miei disegni… Piano piano ho deciso di coinvolgere i miei amici, documentando le nostre avventure ed esperienze con la mia macchina fotografica. Pubblicavo il tutto sul mio blog, e con mia grande sorpresa moltissime delle mie fotografie ottenevano un grandissimo numero di condivisioni.

Prima di compiere quasi il giro del mondo alla scoperta di giovani amanti da immortalare nelle sue immagini, certamente Paolo è partito da un punto, un momento. O meglio, da un luogo. La Sicilia, la sua terra.

Il mio punto di partenza è stato Palermo, la mia città natale. Vengo da una famiglia umile; avendo anche una sorella gemella ci sono stati dei momenti di difficoltà economica, ma i miei genitori non mi hanno mai fatto mancare nulla compiendo loro dei sacrifici, e di questo sono grato.

Crescere su un’isola, però, ha portato in lui il desiderio, come spesso accade, di capire cosa ci fosse “fuori”, cosa lo aspettasse oltre il mare della sua splendida terra.

Crescendo su un’isola ho sempre sentito il bisogno di vedere cosa ci fosse fuori, ma non avendo soldi da parte per intraprendere il mio primo viaggio, e non volendo chiedere ulteriori sacrifici a i miei genitori, nel 2015 ho realizzato un piccolo libro di pensieri, disegni e fotografie che vendevo online.
Ha avuto un ottimo risultato, e mi ha permesso di vivere serenamente a Copenhagen, a Berlino, a Londra, Roma e infine Milano.
Sono riuscito a visitare paesi lontani come la Corea del sud e la Nuova Zelanda, fotografando i miei coetanei che conoscevo sul posto.

Già, coetanei che si amano, per essere precisi, forse perché, per parafrasare Dante, è “l’amor che move il Sole e l’altre stelle”; insomma, un sentimento talmente bello da ispirare libri, film, canzoni, poesie, non può non rappresentare un soggetto illuminante anche per la fotografia. E Paolo ha realizzato un vero e proprio manifesto della gioventù che si ama, quella che lui vuole raccontare. Ragazzi che si baciano sul retro di un furgoncino, che si allungano per sfiorarsi le labbra al tavolo di un diner, innamorati che si abbracciano sulla spiaggia o si concedono un momento di tenerezza sull’autobus che li riporta a casa. C’è tutto l’amore dell’adolescenza, quello pieno, palpitante, a tutto tondo, quello che non si vorrebbe far finire mai, che fa mancare l’aria ogni volta che ciascuno deve tornare a casa propria, quello che fa aspettare con impazienza il messaggio e l’ora dell’appuntamento, quello che spinge a fare progetti di case, famiglia e bambini per un futuro che in realtà è ancora tanto lontano da sembrare magnifico come solo il copione di un film.

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Cerco di celebrare la giovinezza della mia generazione, nel modo più candido e sognante possibile – racconta Paolo – Viviamo tutti di sogni e speranze, ed è ciò che cerco di riflettere nel mio immaginario. Immagini di affetto, amicizia, anche tristezza, senza la quale non avrei avuto lo stimolo di iniziare a fotografare, di vita mondana attraverso gli occhi di chi ancora sta vivendo tante ‘prime volte’.

Da ragazzo giovanissimo, Paolo trae ispirazione dai suoi amici per le fotografie, ma anche dagli istanti di vita quotidiana, o dall’arte degli altri. E spiega fieramente di aver imparato a fotografare da autodidatta, studiando le inquadrature che vedeva nei film preferiti. La sua vita da fotografo, in fondo, è appena cominciata. Come i suoi ragazzi che si amano, anche lui affronta tante ‘prime volte’ e ha in cantiere tanti sogni, uniti a una determinazione davvero sconfinata.

Non ho mai ricevuto sconti, agevolazioni o aiuti, e di conseguenza sono molto fiero del mio percorso.
Adesso vivo a Milano, più per lavoro che per scelta, ma punto di spostarmi per l’estate negli Stati Uniti per vedere cosa potrebbe offrirmi questo viaggio.
Ogni partenza è una crescita. Vivo da sempre questo perenne sentimento di urgenza; voglio sempre di più, scoprire di più, vedere di più. Penso sempre che il tempo non mi basti mai. Difficilmente riesco a stare fermo in un posto per più di un anno, mi annoio molto facilmente. I soggetti che immortalo devono trasmettermi libertà, emozioni, devono esprimere attraverso il loro corpo qualcosa, qualsiasi cosa, purché si riesca a percepire.

Alcune delle sue immagini più belle, condivise anche sul suo profilo Instagram, sono raccolte nella nostra gallery.

I ragazzi che si amano di Paolo Raeli: 12 immagini di gioventù innamorata
instagram @paolo raeli
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