Aggiornamento del 22 gennaio 2018:

Conosciuta con il nome d’arte di Olivia Voltaire, Olivia Lua è la quinta vittima del mondo del porno in tre mesi, ritrovata senza vita nella clinica di riabilitazione di West Hollywood di cui era ospite. Su Twitter, poche ore prima di essere trovata morta, aveva scritto: “La sento ovunque. Non mi fa più paura”. Stando agli accertamenti effettuati finora, la ventitreenne sarebbe stata uccisa da un cocktail di farmaci e alcool assunto la sera stessa. Dall’inizio di ottobre la giovane pornoattrice aveva deciso di curarsi, entrando nella clinica di riabilitazione, e da qualche tempo pubblicava tweet che preoccupavano fan e parenti. Ha inoltre un punto in comune con Olivia Nova, trovata morta nella sua casa di Las Vegas il 7 gennaio: facevano parte della stessa agenzia, la LA Models. La quale, però, ha dichiarato che si tratti solo di una spiacevole coincidenza.

Articolo originale del 17 gennaio 2018

L’ultima è Olivia Nova, nome d’arte di Alexis Rose Forte, appena ventenne, ritrovata senza vita il 7 gennaio 2018 in un appartamento di Las Vegas. Le cause della morte, hanno spiegato gli inquirenti, sono tuttora da chiarire, e le prime risposte non si avranno prima di sette/otto settimane, ma non si esclude l’ipotesi che la ragazza possa aver avuto una overdose dovuta all’assunzione di medicinali.

La sua scomparsa improvvisa fa riemergere un giallo che, negli ultimi tre mesi, ha travolto la Porno Valley californiana: quattro, infatti, le attrici di film a luci rosse tragicamente e prematuramente morte da novembre. Prima di Olivia, a morire sono state Yurizan Beltran, di 31 anni, August Ames, 23 anni, e Shyla Stylez, di 35. Se per Beltran si è trattato di overdose e per Ames di un suicidio, ancora ignote restano invece le cause del decesso per la Stylez, la più  grande tra le quattro.

Cosa sta succedendo nel mondo del porno? Le teorie e le tesi che assicurano di spiegare le ragioni di queste morti improvvise e insospettabili sono tante, ma le più credibili puntano soprattutto a raccontare di pornostar sempre più colpite da casi di depressione, e denigrate per la loro professione da migliaia di utenti sui loro profili social.

Insomma, le stelle dell’hard subirebbero una forte discriminazione e sarebbero vittime del pregiudizio; niente di nuovo sotto al sole, certo, ma è indubbio che il propagarsi dei social network e la possibilità, per tutti, di comunicare con chiunque – potendo quindi lasciare commenti anche nelle pagine dei personaggi pubblici – abbia dato maggiore rilevanza ai preconcetti che circolano sul mondo del porno e su chi ne fa parte. E le pornoattrici, o almeno una buona parte, subirebbero le conseguenze di questa messa alla berlina cadendo in depressione.

L’attrice Shy Love, amica di Yurizan Beltran, ha dichiarato all’Huffington Post, a questo proposito, che “Essere una pornostar è particolarmente difficile, più di quanto si possa immaginare“. Proprio la pressione avrebbe portato la sua amica e collega, il 13 dicembre del 2017, a ingerire numerose pillole di sonnifero. L’attrice ha poi aggiunto “Spero che le ragazze che lavorano nel porno riescano a guadagnare più rispetto per l’impegno che mettono nella loro professione“.

Odette Delacroix, anche lei attrice hard, ha invece parlato esplicitamente di problemi di natura psichica, mentale, di disturbi alimentari e del frequente abuso di sostanze, questioni di cui le pornostar si rifiutano spesso di parlare, per la paura di perdere possibili opportunità lavorative.
Le conoscevo tutte – ha detto Odette in riferimento alle quattro attrici scomparse – soprattutto Yuri e August, erano belle e di successo, facevano tanti soldi e avevano migliaia di fan. Quindi, in teoria, sarebbero dovute essere felici“. Eppure, racconta, entrambe erano depresse, forse anche spaventate dall’arrivo delle nuove leve, come Olivia. Soprattutto Yurizan, sottolinea la Delacroix, era intimorita dalle colleghe più giovani: “Temeva che la prima diciottenne nuova arrivata potesse rubarle il lavoro. Abbiamo festeggiato il compleanno insieme, era felice. Poi si è uccisa“.

Ma c’è un altro elemento che emerge, secondo quanto riferisce l’Huffington, dalle indagini nel mondo nel porno, ed è la richiesta, fatta da produttori e registi, di diventare sempre più magre, per apparire più giovani e soddisfare così la richiesta degli utenti, maggiormente attirati dallo stile Lolita.
Molti chili in meno e scene spesso sgradite ma da girare comunque, sempre per la paura di perdere il posto. È un mondo, quello che emerge dalle testimonianze di chi ne fa parte, dove non sembra regnare una gran democrazia. “Non puoi esprimere una tua opinione – dice Odette Delacoroix – ti senti molto ‘usa e getta’. Forse oggi è più facile fare un film normale“.

Alle problematiche legate all’industria pornografica, poi, si aggiungono quelle esterne, provenienti, come abbiamo accennato, soprattutto dai social.

Costituiscono un grosso problema. Penso siano loro la vera causa della morte di queste ragazze. Le molestie sono continue, gli abusi quotidiani. Non c’è giorno che passi senza ricevere commenti negativi.

I profili di queste ragazze finiscono così per essere pieni di commenti di odio, dove vengono additate per la professione scelta, criticate per l’aspetto fisico o, nei casi peggiori, addirittura invitate al suicidio, spiega ancora Odette.

Eppure, i dati, riportati ancora dall’Huffington, mostrano che il mercato del porno su Internet è più florido che mai, tanto che, su base mensile, i siti hard raccolgono più visitatori di Amazon, Netflix e Twitter messi insieme. Il 30% di Internet è costituito da siti porno, e solo i video pubblicati su PornHub, uno dei siti pornografici più famosi al mondo, nel 2016 hanno totalizzato ben 87,6 miliardi di visualizzazioni, crescendo in maniera esponenziale rispetto agli anni precedenti.

Insomma, dove sta il vero problema? Sembra che le attrici porno siano “gradite” nei film a luci rosse, ma che non esistano in quanto persone, e che la loro figura sia considerata socialmente inaccettabile al di fuori del contesto del film hard. Questo, nell’idea dei detrattori e de molestatori, legittimerebbe improperi e minacce. Davvero uno straordinario paradosso.

Forse le quattro morti delle pornoattrici serviranno a far emergere un mondo ancora sommerso, e a portare a galla le verità indicibili legate all’industria del sesso. Temiamo, però, che non serviranno invece a mettere a tacere la stupidità dei cyber bulli, che magari, poi, sono gli stessi che guardano i film delle attrici che insultano sui social.

Cinque in 3 mesi: di cosa stanno morendo le stelle del porno
twitter/wikipedia
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