Libido femminile tra colpa, isteria e libertà: come funziona la voglia femminile
La libido femminile è stata per molto tempo un gran mistero: oggi possiamo viverla come meglio vogliamo.
La libido femminile è stata per molto tempo un gran mistero: oggi possiamo viverla come meglio vogliamo.
La libido femminile è stata in passato qualcosa che ha fatto paura al patriarcato. La questione affonda le radici nei secoli di retaggi maschilisti che sono giunti fino a noi dalla Controriforma Cattolica a oggi
Parte di quelle che venivano definite streghe erano in realtà donne libere sessualmente, che davano sfogo alla propria libido – cosa che nel Medioevo avveniva con maggiore libertà, così come ancora prima, nella società dell’Antica Roma – e che in quanto tali venivano considerate «eccentriche» rispetto allo status quo, un nemico da abbattere perché avrebbe causato squilibri in una società che risentiva di spinte esterne anche da un Nuovo Mondo.
Il modo più immediato per comprendere di cosa parliamo, oltre a libri sul tema, in particolare di storia, sono i telefilm o i film che raccontano il passato, dal Medioevo escluso in poi naturalmente. Il migliore di tutti è Hysteria, che racconta della nascita dei primi vibratori. Molte “patologie” – a volte non si trattava neppure di patologie, ma di forme di repressione della sessualità e del desiderio messe in atto dai mariti e dalla società stessa – venivano curate appunto con il parossismo, cioè con l’orgasmo. Tra queste appunto l’isteria, che veniva attribuita a tutte le donne che non risultavano essere remissive come gli uomini volevano o che semplicemente reclamavano un posto a letto anziché in cucina.
La pellicola è divertente, perché la storia è raccontata con ironia, ma rivela anche una grande verità: ci sono stati secoli bui per le donne, secoli in cui la comprensione del loro universo non era un obiettivo perseguibile. Neppure dalla scienza.
Sul forum Riflessioni, un utente compie un excursus sul fenomeno, partendo dal fatto che, secondo Sigmund Freud, la civiltà sia costruita sulla repressione delle pulsioni e sulla libido sublimata. Il femminismo ha vissuto due ondate sull’argomento, nella prima si è accentuata la differenza tra libido maschile e femminile, mentre nella seconda le differenze sono venute meno in favore di una visione romantica dell’erotismo – facendo così anche buon gioco a un numero imprecisato di retaggi. Oggi, più che mai, esiste una competizione tra uomini e donne, una competizione nel mondo del lavoro, dello sport, dei modelli culturali, che si sposta anche sul piano sentimental-sessuale. Nonostante tutte le rivoluzioni sessuali, la libido femminile però è ancora oggi un tabù.
Libido è un termine che affonda le sue radici nel latino. Il termine popolare che deriva proprio da libido (letteralmente «desiderio incontenibile») è libidine, dalla forma flessa dell’accusativo libidinem che perde la -m. La forma colta, alla latina, viene utilizzata soprattutto in psicologia, come spiega la Treccani. A introdurla fu il padre della psicanalisi Sigmund Freud, per indicare l’energia vitale della pulsione sessuale, sia dal punto di vista psichico sia da quello psicologico. Per Cark Gustav Jung indica il desiderio in generale, non solo sessuale, ma di solito utilizziamo l’accezione di Freud.
Su Rivista di Scienze Sociali viene riportato come dagli anni ’60 si ritenga che la risposta sessuale venga finalizzata in quattro stadi: desiderio, eccitazione, orgasmo e risoluzione. Il desiderio è considerato come un processo mentale, al contrario dell’eccitazione che può avvenire come risposta fisica a una stimolazione. In tempi più recenti le cose sono cambiate, perché in base ad alcune interviste, alcune donne hanno ammesso di non aver mai provato desiderio di un rapporto sessuale, nonostante l’eccitazione e il piacere.
Per questo si pensa che molte donne abbiano una maggiore voglia e necessità dei preliminari o non prendano l’iniziativa, pur trovando il sesso appagante. Tanto che nel suo libro Come As You Are, la sessuologa Emily Nagoski attesta come solo il 15% delle donne abbia una libido spontanea, mentre tutte le altre percepiscono il sesso con fatica e non comprendono da dove arrivi il desiderio. Tranne un 5% in cui la libido è del tutto assente.
La libido spontanea funziona invece meglio per la maggior parte degli uomini e spesso siamo obnubilati dalla leggenda per cui ognuno di noi abbia una pulsione sessuale congenita – e invece sappiamo benissimo che esistono degli individui che si definiscono asessuali. Le persone invece nascono con un potenziale di eccitazione e per le donne non c’è corrispondenza tra mente e organo sessuale quando parliamo di desiderio, anche perché la libido è soprattutto un fatto mentale nel cosiddetto gentil sesso. Ed è questa la ragione per cui non esiste uno stimolante chimico sul modello del Viagra, che abbia un’efficacia su tutto l’universo femminile.
L’amore – scrive Anna Maria Mori nella prefazione de La terza donna di Gilles Lipovetsky – resta un elemento costitutivo dell’identità femminile. […] Le donne di oggi, da una parte rivendicano il diritto a una riappropriazione di sé, dall’altra, attraverso il perpetuarsi della domanda d’amore e di passione che si assoggetta al potere, piuttosto che esprimere il desiderio, rinunciano a riappropriarsi di se stesse.
Viviamo tempi un po’ particolari, frenetici. Alle donne in particolare è richiesto impegno su molti fronti, nonostante da tempo si stiano cercando di accantonare stereotipi e modelli tradizionali. La velocità della tecnologia rende il nostro lavoro più svelto, ma ne aumenta spesso la mole. Dalle insegnanti alle operaie, fino alle imprenditrici l’impegno è moltissimo – senza contare che anche in presenza di un aiuto in casa (da parte del proprio compagno o di tipo professionale), c’è sempre qualcosa da fare, non si si può concedere il completo relax, la mente libera che il desiderio sessuale richiederebbe.
Le donne che vengono da me – ha spiegato Shirley Zussman, intervistata dalle autrici de Il libro della vagina, lei che è stata allieva di William Masters e Virginia E. Johnson – sono così stanche che preferiscono giocherellare con i loro maledetti cellulari piuttosto che trovare un momento per l’intimità. Ci dimentichiamo di toccarci e di guardarci negli occhi.
Le alterazioni ormonali sono fisiologiche, ma sono anche nemiche della libidine. Accadono in particolare durante i cambiamenti della vita di una donna – come alla fine del puerperio o all’inizio della menopausa – e segnano un forte calo del desiderio. Il problema si contrasta rivolgendosi a un ginecologo.
A influire su un possibile calo del desiderio ci sono anche degli stili di vita poco salutari, che comportano alcol e fumo in primis, ma anche sovrappeso, mancanza di attività fisica, junk food.
La libido è supportata soprattutto da questioni psicologiche, soprattutto nelle donne. Depressione, ansia, mancanza di autostima sono fattori che influenzano moltissimo il calo del desiderio. Un po’ di psicanalisi può rappresentare un vero toccasana in questi casi.
Innanzitutto, per aumentare il desiderio, si dovrebbero eliminare le distrazioni e condurre uno stile di vita sano. Mettete in pausa il lavoro e la tecnologia, cercate di svuotare la mente e rilassare il corpo, magari con una passeggiata o una seduta di yoga. Mangiate frutta e verdura fresche, eliminate alcol, fumo e naturalmente anche droghe (marijuana compresa).
Se per voi il calo della libido o la sua assenza è un problema, rivolgetevi a uno specialista, a un ginecologo se la causa è fisica o a uno psicologo se, come accade più spesso, il fatto risiede nella nostra mente. Questo naturalmente, con l’eccezione del ginecologo, per le chiare implicazioni di salute, se sentite il bisogno di avere un desiderio sessuale.
Se siete tra le persone che hanno perso interesse nel sesso e non sentono il bisogno di cambiare le cose, beh, non cambiatele. Ognuna di noi ha diritto di scegliere per la propria mente, il proprio cuore e la propria vagina.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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