Per anni molte di noi sono cresciute non solo con tabù sul sesso più imponenti della Grande Muraglia cinese, ma anche con certe convinzioni a riguardo: che le donne fanno solo l’amore, mai sesso, che le avventure e i rapporti occasionali (ovvero le cosiddette “botte e via”) non sono roba da brave ragazze, che la masturbazione è la strada più corta per guadagnarsi l’inferno e, soprattutto, che la pornografia è riservata esclusivamente all’universo maschile.

Balle.

Alle donne il porno piace, eccome. Solo che non piace quel tipo di porno che generalmente troviamo sui canali a tema o sui vari siti Internet, quelli, per intenderci, dove il gioco di ruolo è sempre più o meno quello del dominatore-dominata.

Forse anche la pornografia risente dell’influenza generale della cultura maschilista che, vuoi o non vuoi, impregna un po’ tutti gli aspetti della nostra società? Sicuramente sì, ed ecco perché le donne non sono attirate da questa tipologia di porno.

Il che, però, non vuol dire che non amino il porno tout court.

C’è da fare un distinguo, quindi, ma prima di tutto, per poter affrontare questo argomento, occorre necessariamente prendere consapevolezza di alcuni fatti: che le donne abbiano una libido ben sviluppata, in primis, che amino il sesso senza che questo implichi per forza un coinvolgimento sentimentale o la ricerca del grande amore della vita, e che non disdegnino di guardare film a luci rosse, a patto di non trovarvi condensati tutti i peggiori stereotipi sessuali figli del machismo tipici delle pellicole pensate per gli uomini.

Ecco, il punto è proprio questo; più che dubitare del fatto che le donne possano amare il porno, partendo dal presupposto, errato, che quella di guardare film hot sia un’attività appannaggio esclusivo degli uomini, c’è piuttosto da domandarsi quale tipo di porno piaccia alle donne.

La risposta al quesito si trova, ad esempio, in un bell’articolo scritto per Bossy da Irene Facheris: a disturbare le donne non è la visione del film pornografico, quanto la “trama” che solitamente li caratterizza.

E che vede presenti, immancabilmente, scene di donne prese da dietro con violenza, tirate per i capelli, quasi lacrimanti durante la fellatio. Non è un caso, in fondo, se, citando Irene

Se vuoi cercare un porno con un uomo sottomesso devi cercare ‘uomo sottomesso’, se vuoi cercare un porno con una donna sottomessa devi cercare ‘porno’.

Scene di questo genere, tanto comuni da essere diventate quasi stereotipi nel mondo del porno, sono nient’altro che l’interpretazione di quelle che dovrebbero essere le fantasie erotiche maschili, spesso estremizzate al massimo, ma non c’è da sottovalutare il fatto che incarnino il frutto di una mentalità dove, anche nel sesso, ci sono ruoli ben definiti, in cui il “comando delle azioni” è affidato alla parte maschile, e alla donna non resta che “prestarsi” (o meglio, prestare il proprio corpo) affinché la fantasia prenda forma.

È chiaro che, in un contesto del genere, qualsiasi donna spettatrice si senta a disagio. Perché dovrebbe piacere la visione di una donna del tutto sottomessa al volere maschile, priva della libertà di decidere come condurre il rapporto sessuale, considerata appena come parte passiva della faccenda?

Non sarà un caso, del resto, come giustamente l’articolo fa notare, se fra gli spettatori del porno appena il 26% è costituito di donne. Oltre a quella (consistente) fetta di donne che magari si vergognano di ammetterlo, per lo stigma sociale e lo “scandalo” che conseguirebbe alla loro ammissione, diciamo che non è divertente per nessuna essere considerata alla stregua di una bambola gonfiabile.

Esiste quindi un porno al femminile? La risposta è assolutamente sì.

Pornografia femminile: caratteristiche e differenze

Per quanto i numeri siano decisamente risibili rispetto al mercato destinato al consumo maschile, esiste un intero filone di pellicole a luci rosse dedicato al pubblico femminile, con caratteristiche ben definite, come spiega un articolo di Focus.

Prima di tutto, esistono una trama e rapporti più elaborati rispetto al porno maschile. Anche se, chiaramente, il fine è lo stesso, mirato al rapporto sessuale.

Anche le sceneggiature sono più verosimili, con tratti persino umoristici, dove la sensualità è un elemento fondamentale. Le attrici sono molto naturali, gli attori uomini gradevoli ma normali. Soprattutto, però, le protagoniste non sono segretarie da domare, clienti di idraulici focosi o, più in generale, oggettini nelle mani del partner.

Il sesso orale c’è, ma solo se reciproco, e non a senso unico, mentre sono assolutamente banditi dettagli anatomici e zoomate volutamente voyeuristiche.
Insomma, lo scenario è sicuramente molto più naturale, gradevole, ben lontano dai set squallidi e anonimi di tanti film per adulti così come siamo abituati a pensarli nel nostro immaginario.

Pornografia femminista

È grazie a registe come Erika Lust, ad esempio, che il porno al femminile sta diventando una realtà consolidata e da prendere in considerazione. Il suo mantra è che il mondo del porno sia ben più complesso del semplice rapporto sessuale, ma interessi componenti sociologiche, culturali, e che debba ampliarsi a una discussione sui ruoli di genere.

Non voglio le donne fuori dal porno – ha detto durante il suo TEDx a Vienna – le voglio dentro il porno, dall’altra parte dell’obiettivo, produttrici, registe, sceneggiatrici.

Anche Tristan Taormino, altra regista di film a luci rosse al femminile, pensa che il porno fatto dalle donne racconti il vero volto della sessualità, a 360°, compresa quella gay, lesbica, pansessuale, ma in maniera del tutto naturale, senza artifizi o forzature.

Bree Mills ha fondato Girlsway, una casa di produzione di porno con sole attrici donne; anche per lei il mondo del porno è ancora rivolto principalmente a un pubblico maschile, mentre la pornografia al femminile si concentra “più sull’aspetto emozionale del sesso, che tende ad attrarre un pubblico più ampio che cerca qualcos’altro rispetto alle donne tutte truccate e che riescano a fare certe posizioni ma alle quali chiaramente non piace quello che stanno facendo”.

Insomma, levatevi dalla testa che le donne abbiano paura del porno; semplicemente, lo vogliono a modo loro.

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