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Le 10 Scuse Più Assurde per Lasciarlo (o con cui ci ha lasciate?)
A cura di Raffaella Mora

Le hai provate tutte. Ragionamenti sottili – che, sappiamo, non sono roba per uomini -, sfuriate random per più che futili motivi, serate (e notti) negate a suon di mal di testa per cui la cura probabilmente non verrà mai scoperta. Hai tentato addirittura, contravvenendo allo spirito femminile, di fare in modo che fosse lui a lasciarti: sparizioni misteriose, nomi di uomini calati lì come per caso, cellulare costantemente scarico e repentino disinteresse per tutti i social network del regno. Ma lui niente, ‘na cozza.
Per lasciarlo, non ti resta che puntare sull’assurdità. Investendo minuti rubati al lavoro o riunendo comitati di amiche in summit che nemmeno al Pentagono, partorisci l’alibi sbalorditivo, quello che per stravaganza toglierà le parole al malcapitato.
Sia chiaro che qui nulla è inventato: ho fatto tesoro del mio bagaglio personale (leggi: delle amenità da me medesima pronunciate) e dei racconti di fonti maschili ad alta attendibilità. Ne è uscito un elenco di categorie femminili e delle scuse che ciascuna predilige. Ovviamente è tutto tra il serio e il faceto, pur sapendo che in ogni scherzo c’è un fondo di verità.
Siete pronte a scoprire a quale categoria appartenete?
1. L’entomologa

L’entomologa di solito esce dalla tana ed esprime al top le sue potenzialità in relazioni neonate (accettate il consiglio: in storie che superano i sei mesi risultereste davvero al limite della pazzia). Lui è il classico errore che si poteva evitare, ma la sera in cui l’ha conosciuto osservava garrula il mondo attraverso cascate di bollicine. Lui, invece, era in posizione favorevole alla freccia di Cupido. E non vuole sentir ragioni: “Sei la donna della mia vita, ma hai paura, sei ferita, devi solo darti tempo…”.
Per un romanticone così, la frase spezza-cuore è una e una soltanto: “Non sento le farfalle nello stomaco”. Bingo!
Non stupitevi però se nel giro di qualche giorno vi vedrete recapitare a casa un pacco contenente pupe con tanto di consiglio di ingerirle: in fondo fanno bene alla socialità. Non sentitevi troppo sole, perché pure la prossima rappresentante di categoria riceverà un presente, scopriamo quale!
2. La piromane

Simile all’entomologa, la piromane agisce d’impulso, bruciando di un sentimento destinato a diventare cenere in 24 ore o poco più. Ed è proprio per questo che le sue migliori performance si registrano in storie brevi, per non dire brevissime, per intenderci quelle in cui difficilmente si va oltre a qualche bacio.
“Non sento le scintille quando ti bacio”. Anche qui l’obiettivo è sicuramente raggiunto. Ma preparatevi a ricevere un pacco famiglia di accendini.
3. La scienziata

La scienziata basa le sue relazioni, ancor prima che sull’esperimento empirico, su equazioni e formule da Einstein post litteram. Se la matematica non è fallibile, però, la scienziata di quando in quando lo è, e può capitare che il risultato del complicato calcolo pre primo appuntamento sia zero, anziché due. Per dirla in termini da laboratorio, è come se la scienziata e il prescelto fossero più simili ad acqua e olio che non ad acqua e sale.
“Non c’è chimica tra noi”, prorompe lei. Mutismo e rassegnazione dall’altra parte. Attenzione: la scusa vale solo se si è già finiti a letto, altrimenti il rischio è di sprofondare nel ridicolo. In alternativa si può vagliare la prossima ipotesi. Datata, sì, ma buona per tutte le occasioni.
4. L’indisposta

L’indisposta era la regina delle giustifiche falsificate al liceo. Sa bene che sul libretto assenze avrebbero stonato dichiarazioni come “sonno incoercibile” o “voglia sotto i tacchi”, così sfoderava regolarmente l’evergreen dell’indisposizione. Che si traduce in fase di chiusura di una relazione in “Non posso avere un ragazzo”.
La forma linguistica è inconfutabile: “Non voglio avere un ragazzo” presterebbe il fianco a decine di domande e discussioni, e “Non posso stare con te” risulterebbe umiliante di poco gusto.
Preparatevi comunque a un sommesso “Perché?” da parte dell’uomo. La risposta è ovvia: “Mi si sta scuocendo l’insalata, scusa”.
5. La meritocratica

L’atteggiamento della meritocratica è facilmente intuibile. Lei se la cava con un lapidario “Non ti merito”. Non credetele, mai. Di base non è bugiarda, diciamo che pecca di omissione. Già, perché la saggezza popolare – che ha sempre ragione – recita che “chi non ti vuole non ti merita”. La parte fondamentale dell’assunto non è la seconda, ma la prima: non ti vuole.
Da prendere e portare a casa in religioso silenzio. Se la vostra categoria è la prossima, non temete: nessuno saprà cosa ribattere, ma non avrete vinto voi.
6. L’eccessiva

L’eccessiva è ovviamente quella che tende a esagerare in tutto. Anche nelle baggianate che spara. Il suo alibi preferito per liberarsi dell’uomo Bostik è “Ti amo troppo”. Punto uno, verrebbe da dire, troppo rispetto a cosa? Ah, già, troppo rispetto ai problemi cardiaci in cui l’eccessiva teme di incorrere prolungando la storia.
Da evitare, è davvero… troppo.
7. La Pico della Mirandola

È un genere diffuso soprattutto nelle relazioni di lungo corso, quelle che durano anni e magari sono già sfociate in una convivenza o che addirittura sono in odore di matrimonio. La Pico della Mirandola non ce la fa più e non sapendo come togliersi d’impiccio – non vuole ferirlo, teme le reazioni delle famiglie, sa che la situazione è complicata – opta per il ripescaggio di dettagli minuziosi, pressoché invisibili, risalenti ad anni e anni prima, di cui il partner non ha certezza né ricordo. “Ti lascio perché nel 1992, quando ancora andavamo a scuola, ti ho chiesto di copiare il compito di matematica e tu hai detto no”.
La Pico della Mirandola riesuma fatti del genere in virtù di una nuova visione della vita, che da facezie apparentemente insignificanti le consente di comprendere il reale valore di una persona. Quindi chiunque non le abbia prestato una penna è immediatamente… depennato dalla lista dei contatti. Deboluccia. Ma non devastante in termini di immagine come la successiva. Vediamola.
8. La libertina

“Ti lascio perché non sono portata per storie serie”. Citando “Santa Maradona”, cos’è una storia non seria? Una in cui si ride? E, di riflesso, cos’è un legame serio? E ancora, quando la libertina ha iniziato a uscire cinque giorni su sette con il ragazzo in questione, cosa pensava di star facendo? E soprattutto, cosa credeva avrebbe pensato lui?
Da escludere categoricamente, a meno che non abbiate 15 anni. Lui non ribatterà, ma voi ne uscirete malissimo.
9. La previdente

Non vede il futuro, ma è convinta di saperlo immaginare alla perfezione. E sa che la vita potrebbe riservarle di tutto. Perciò si porta avanti: “Meglio adesso che dopo”. Infallibile. Nemmeno io, che tendo a rispondere a qualsiasi stravaganza colpo su colpo, riuscirei a trovare un responso degno di una simile, incomprensibile assurdità.
10. Il Nobel per la Letteratura

La peggiore di tutti i tempi e di tutti i modi è la famigerata frase “Non sei tu, sono io”, ahinoi ancora molto in voga. Funziona, ma solo perché deludente al punto giusto. Da non usare mai. Mai e poi mai. È banale, inflazionata e stupida. Da rispolverare se e solo se un giorno l’ignoto autore di cotanto capolavoro vincesse il Nobel per la Letteratura. Quindi mai, l’avevo già detto?
Infine, che siate uomini o donne, e con qualsiasi scusa veniate lasciati, ricordate che “La verità è che non gli (le, ndr) piaci abbastanza”. Punto.

Scrivo perché è l'unico modo che conosco per dire, raccontare e raccontarmi senza dover parlare.
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