La sessuofobia è in un certo senso una fobia sociale, perché intacca a 360 gradi la sfera delle relazioni, non solo quelle che potrebbero diventare intime ma anche quelle amicali.

Si ritiene che la base del fenomeno sia da ricercarsi nel tipo di educazione ricevuta ma anche nel rapporto con la religione: in altre parole, se ti viene insegnato che il sesso è sbagliato o se la tua fede dice che il sesso è sbagliato, è probabile che finirai per credere che è così. Ma vediamo di cosa si tratta in dettaglio.

Sessuofobia: cosa significa?

Sessuofobia
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Il termine è un composto che significa letteralmente «paura del sesso». Non si tratta solo di avere timori relativi ai rapporti sessuali (timori che possono essere relativi a tecnica, propria timidezza, questioni di igiene, e così via) ma perfino di parlare di argomenti inerenti ai rapporti fisici (per questo dicevamo che questa paura può intaccare le relazioni amicali). E ai timori si accompagna anche la repulsione.

I sintomi della sessuofobia

Chi soffre di sessuofobia cerca di difendersi dai rapporti sessuali evitandoli. Come riporta il sito Pazienti, tra le cause della patologia ci sono scarsa autostima, scarsa conoscenza del proprio corpo e della sessualità, non accettazione del proprio corpo ed educazione famigliare rigida o eccessivamente religiosa.

Tra i sintomi c’è l’assenza del piacere: alcuni sessuofobici potrebbero riuscire ad avere rapporti completi anche con diversi partner ma non trarne piacere. Naturalmente non manca l’ansia, gli attacchi di panico, il disturbo ossessivo-compulsivo, la depressione, come accade per molte fobie sociali, e si può arrivare a isolarsi completamente da qualunque contesto, perfino quello famigliare o lavorativo.

Sessuofobia femminile e maschile

Sempre Pazienti spiega che, in base al genere maschile o femminile, la sessuofobia può assumere diverse forme. Entrambi i sessi possono associare la propria sessuofobia alla menofobia, che è la paura delle mestruazioni: quindi sia uomini eterosessuali che hanno rapporti con donne e sia donne lesbiche che hanno rapporti con donne potrebbero risentire dell’ansia che le mestruazioni altrui potrebbero causare.

Forme di sessuofobia spiccatamente maschili sono la ginofobia (paura generica delle donne), medomalacufobia (paura di perdere l’erezione), partenofobia (paura di avere rapporti con una donna vergine). Invece nelle donne la sessuofobia può trasformarsi anche in itifallofobia (paura del pene), tocofobia (paura di restare incinte), vaginismo (paura della penetrazione vaginale).

I legami tra sessuofobia e religione

Tutte le religioni mettono in guardia dal sesso. Per capire dobbiamo fare un passo decisamente indietro: le religioni monoteiste partono da lontano, hanno radici antiche, e con esse i loro libri sacri, come la Bibbia o il Corano. In questi libri sono annoverate le proibizioni della singola religione: per esempio, i musulmani praticanti non consumano alcolici. Questa regola, benché possa apparire di natura morale, è in realtà di natura ambientale: in Medio Oriente l’umidità potrebbe creare danni sociali mista al frequente consumo di alcol.

Per i rapporti sessuali le religioni si sono regolate in maniera analoga: benché la religione si basi sul proselitismo innato (una famiglia cattolica darà alla luce figli cattolici in linea teorica), anticamente i problemi relativi alle conseguenze dei rapporti sessuali erano molti più che oggi. Quando le donne morivano di parto e non esistevano i contraccettivi, l’unica possibilità per non restare incinte era l’astensione dai rapporti. In altre parole, le religioni limitavano i rapporti sessuali alla procreazione volontaria per non mettere le donne a rischio di morte.

Questo è stato valido fino al ‘700, quando si è cominciata a sviluppare la prima consapevolezza relativa alle malattie sessualmente trasmissibili e alla salute della donna senza rinunciare al piacere. I primi contraccettivi nacquero insieme all’Illuminismo in Francia, ma comunque le religioni hanno continuato a osteggiare il controllo delle nascite, che avrebbe messo freno a quel proselitismo innato.

Le proibizioni relative al sesso hanno però un grosso ruolo nella sessuofobia: la religione è un insegnamento che ognuno di noi riceve, per cui decidiamo se seguirlo alla lettera oppure analizzarlo con animo critico. Chi sceglie di seguirlo alla lettera, si trova a fronteggiare la paura che può scaturire dalle proibizioni.

Come superare la sessuofobia

Sessuofobia
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Ci sono diversi modi per trattare la sessuofobia. La psicanalisi, come sempre, è uno strumento molto potente in tal senso, perché ci consente di andare alla base del problema e capirne le cause profonde.

Clinica della Timidezza suggerisce anche terapie farmacologiche, per contrastare effetti come depressione e attacchi di panico. Altre opzioni sono la terapia sessuale integrata o la terapia cognitivo comportamentale, che permettono di andare indietro fino al trauma che ha causato la sessuofobia.

Le “fobie sessuali” più comuni

Oltre alle fobie succitate e collegate con la sessuofobia maschile o femminile, l’Istituto Beck compila una lista di altre fobie sessuali molto comuni. Esse sono la coitofobia (paura del rapporto sessuale), l’erotofobia (paura di parlare di sesso), l’eurotofobia (repulsione per i genitali femminili), la gimnofobia (impossibilità a spogliarsi davanti ad altri o vedere altri nudi) e l’oneirogmofobia (paura di eiaculare mentre si fa un sogno erotico).

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