La verginità è una virtù e perderla una mancanza? Quando è il momento giusto, nella vita di ognuno per avere un rapporto sessuale con penetrazione? Ciascuno ha una sua idea in merito, che dipende dall’educazione ricevuta, dalla cultura, dal senso del pudore, dal proprio carattere e anche da questioni “esterne”, ambientali in un certo senso. E a quanto pare sono proprio le questioni ambientali in senso lato ad attanagliare i giapponesi nella scelta dell’età per la loro prima volta, come attesta uno studio dell’Università di Tokyo pubblicato su Bmc Public Health.

La ricerca, che si è avvalsa dei dati di 7 cicli del National Fertility Survey of Japan 1987-2015, ha coinvolto donne e uomini di età compresa tra i 18 e i 39 anni. Tra loro, le donne vergini sono il 24,6%, mentre i maschi vergini sono il 25,8%. Decisamente tanti, rispetto ai loro coetanei di altri Paesi (i trentenni vergini si attestano a una percentuale tra l’1 e il 5% nel Regno Unito, in Usa e in Australia), ma soprattutto se confrontati con il campione giapponese del 1992: in quell’anno, le donne vergini in quell’intervallo di età erano il 21,7% e i maschi il 20%.

Lo studio include solo i rapporti eterosessuali con penetrazione, quindi non vi sono state coinvolte persone Lgbtq né gli asessuali. E neppure chi è sposato, perché si suppone abbia fatto sesso almeno una volta nella sua vita.

La proporzione di giovani adulti giapponesi senza esperienza di rapporti eterosessuali – si legge nello studio – è aumentata negli ultimi due decenni. Tra gli adulti sulla trentina, circa uno su dieci non ha avuto esperienza eterosessuale. Disoccupazione, lavoro temporaneo / part-time e basso reddito sono associati all’inesperienza eterosessuale tra gli uomini.

Sono necessarie ulteriori ricerche sui fattori che contribuiscono alla potenziale salute pubblica e alle implicazioni demografiche dell’elevata percentuale della popolazione giapponese che rimane sessualmente inesperta fino all’età adulta.

Ma quali sono le ragioni di questa verginità tardiva? Se fossimo in un celebre film con Steve Carell, 40 anni vergine, diremmo che la questione dipende dai casi e dagli eventi della vita. Nella vita reale dei giapponesi, le cose stanno molto diversamente. Lo studio spiega che per gli uomini la verginità è legata a fattori socio-economici.

Qui si affiancano il disinteresse al sesso in generale – i giapponesi sembrano più orientati a cercare il romanticismo in un rapporto, a fronte di una sempre fiorente industria del porno, il che sembra un palese controsenso – e una certa difficoltà a trovare il partner giusto. Ma il fenomeno non ha solo delle cause, ma anche delle conseguenze notevoli.

L’inesperienza sessuale è diventata un problema nazionale in Giappone – spiega il ricercatore e uno degli autori dello studio Peter Ueda, come riporta la Cnn – ma la ricerca precedente (quella del 1992, ndr) non ha preso in esame la tendenza attraverso diverse età, diversi gruppi e diversi retroterra socio-culturali.

In Giappone, l’invecchiamento della popolazione è un problema tangibile e preoccupante: il 20% dei residenti ha un’età superiore ai 65 anni e c’è chi ritiene che implementare la sessualità sia una parte fondamentale del poter tornare a fare figli, e quindi ringiovanire la nazione. Come riporta la Cnn, tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e gli anni ’80, il Giappone è stato fortemente influenzato dallo stile di vita occidentale, che ha portato benessere economico ma anche una maggior disinvoltura nell’approccio personale al sesso.

L’economia di allora ha creato degli uomini di affari che hanno influito sull’immagine dell’uomo-tipo, del partner ideale con cui procreare. E ora, che si è in un periodo di crisi economica globale, tutto questo è crollato come un castello di carte, e il sesso è visto dai nipponici come un tabù, come un argomento del quale non è possibile neppure parlare nominando gli organi genitali con le parole corrette. Tuttavia, non è escluso che quello che è accaduto in Giappone accadrà nel resto del mondo, dato sta già accadendo in Germania da qualche tempo e il fenomeno sta iniziando a coinvolgere gli Usa.

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