Noi donne sappiamo cosa sia la menopausa, di cui il sintomo di più facile lettura e maggiormente importante è la perdita del ciclo mestruale. Questo processo, del tutto naturale con l’avanzare dell’età, comporta la fine del nostro periodo fertile. Il corrispettivo negli uomini è l’andropausa, un processo altrettanto fisiologico.

Cos’è l’andropausa?

Andropausa
Fonte: Pixabay

Termine non corretto – si legge sul glossario dell’Istituto Superiore di Sanità – che spesso viene utilizzato per indicare un periodo della vita sessuale maschile in cui si verifica una riduzione della produzione di testosterone. A differenza della donna (menopausa) nell’uomo la riduzione di androgeni non è improvvisa ma graduale e non necessariamente provoca sintomi o alterazioni cliniche o stato di infertilità.

Lo usiamo in questo articolo, ma il termine «andropausa» è stato messo in discussione e, come spiega il sito My Personal Trainer, nella comunità medica si parla di Padam, acronimo anglosassone traducibile come «Sindrome da parziale carenza di androgeni nella terza età» o Adam, «Sindrome da insufficienza androgenica nella terza età».

L’andropausa può essere “misurata” con i livelli sierici di testosterone. Negli uomini la sintesi di quest’ormone regola non solo la fertilità, ma anche l’erezione e perfino la capacità di tenere sotto controllo il peso, tanto che le iniezioni di androgeni sono usate nella pratica del culturismo per sviluppare più facilmente massa magra e scapito degli accumuli di grasso. Ovviamente, se per i culturisti questo utilizzo si profila come doping, all’insorgere dell’andropausa, seppur con dosaggi medici più bassi, si può rallentare il processo.

L’andropausa può partire sin dai 25-30 anni, quando cioè la sintesi giornaliera di testosterone diminuisce dell’1-2% all’anno, fino a dimezzarsi intorno ai 70-80 anni d’età. La sintesi ormonale non si limita al testosterone, tra gli androgeni diminuiscono pure l’androstenedione e il diidrotestosterone.

Gli androgeni vengono prodotti dalle ghiandole surrenali e da quelle sessuali. Negli uomini il lavoro maggiore lo fanno i testicoli, seguendo il ritmo circadiano, ovvero con una produzione mattutina ben maggiore rispetto a quella serale e notturna. Di fatto, negli anziani la produzione mattutina diminuisce sempre più (un sintomo può essere il diminuire dell’erezione spontanea al mattino) fino ad appiattirsi totalmente, quando l’andropausa è in fase avanzata.

Si può fare qualcosa per contrastare il processo? In realtà molto, a partire dalle buone abitudini per vivere meglio. L’andropausa è più veloce quanto maggiori sono altre cause scatenanti, come obesità, sedentarietà, fumo e altri fattori.

L’esercizio fisico, anche blando, si è dimostrato essere la prima “cura” per ritardare l’andropausa.

I sintomi dell’andropausa

Come abbiamo detto, uno dei sintomi possibili, e a cui gli uomini tengono molto, è l’erezione. Non solo quella spontanea mattutina, ma anche la facilità di raggiungerla in determinati momenti d’intimità: essendo regolata dal testosterone, bassi livelli di quest’ormone rendono l’erezione difficoltosa, ma come abbiamo visto bassi livelli di questo ormone sono propri dell’andropausa.

Ci sono altri sintomi, come l’insorgere di una maggior massa adiposa col passare degli anni. Certo, la variazione del metabolismo incide, ma anche l’aumento di massa adiposa (la pancetta) è un altro sintomo dell’andropausa, perché col diminuire degli androgeni il corpo non riesce a convertire al meglio quello che mangiamo in massa magra.

Un andrologo può poi togliere diversi dubbi sugli altri sintomi, che di norma possono essere associati anche alla cosiddetta vecchiaia: pelle più sottile, diminuita crescita dei peli, calo delle energie, disturbi del sonno, depressione e altro. Se la situazione è ben monitorata, si può capire se tutto ciò è parte dell’andropausa o no.

Andropausa precoce

Andropausa
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L’andropausa può insorgere fisiologicamente dopo una certa età o essere precoce, cioè ben prima dei 70 anni. I due maggiori fattori per la precocità sono obesità e diabete. L’obesità in particolare dà vita a un circolo vizioso che può essere interrotto tenendo sotto controllo il peso in modo naturale (dieta equilibrata ed esercizio fisico).

Accade che, in caso di lieve ipogonadismo, ovvero una riduzione più o meno marcata dell’attività delle gonadi (i testicoli che producono testosterone), l’obesità che porta a un aumento di grasso viscerale peggiora esponenzialmente l’ipogonadismo stesso.

Per il diabete, a entrare in gioco è l’iperglicemia, che può danneggiare i vasi sanguigni coinvolti nell’erezione e nella buona salute delle ghiandole deputate alla sintesi di androgeni. Dando di conseguenza un brusco peggioramento all’andropausa, se nei primi stadi.

In ogni caso, per prevenire l’andropausa, possono essere effettuati degli screening durante il periodo della crescita, dai bambini appena nati fino ai 19 anni. Sul sito del Ministero della Salute ci sono delle tabelle che fanno riferimento a controlli medici (come l’esame dei genitali) e buone pratiche specifiche (come una corretta educazione sessuale).

Conseguenze dell’andropausa

Ci sono due tipi di conseguenze, il primo di facile lettura e il secondo un po’ meno. Nel primo tipo figura la diminuzione del desiderio sessuale o la difficoltà di raggiungere l’erezione, tra l’altro statisticamente i motivi per cui ci si rivolge maggiormente al medico.

Ma l’andrologo può portare allo scoperto un altro tipo di conseguenze, meno visibile ma maggiormente pericoloso: può aumentare tutta una serie di patologie, come l’aterosclerosi o l’osteoporosi. L’aterosclerosi, con le arterie la cui potenza diminuisce, può avere conseguenze gravissime se non curata, ma lo stesso vale per l’osteoporosi: si pensi ad esempio alle fratture negli anziani che ne precludono definitivamente una corretta deambulazione.

Andropausa, cosa fare? 3 consigli per affrontarla

Andropausa
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1. Puntare sull’intimità

Quando si è in coppia con un uomo che sta affrontando l’andropausa e sintomi come problemi erettili e calo del desiderio, un buon consiglio è investire sull’intimità e provare qualcosa di nuovo a letto. Sono molte le attività di coppia che possono essere provate insieme: il sesso penetrativo non è il solo e unico modo per avere un rapporto fisico.

2. Consigliare per il meglio

Quando si parla di problemi che interessano la sfera sessuale, ci può essere un grande imbarazzo a chiedere aiuto. Accade a noi donne per una questione di pudore, ma negli uomini si va a toccare anche un concetto come la consapevolezza della propria virilità. Se il nostro compagno è in andropausa, dobbiamo aiutarlo a capire che un medico può essergli d’aiuto a comprendere quello che tecnicamente sta accadendo al suo corpo. E, se non riesce ad accettarlo, anche uno psicologo può fare al caso vostro. L’importante è consigliare per il meglio il vostro lui, in modo che non si tenga tutto dentro.

3. Aiutare con i sensi di colpa

Mancata erezione e calo del desiderio possono portare a sensi di colpa. Dobbiamo quindi essere molto delicate a far comprendere al nostro partner che si tratta di un processo fisiologico e che non è colpa sua se tra le lenzuola qualcosa è cambiato. Essere comprensive è il primo passo, ma i punti 1 e 2 appena enunciati saranno fondamentali successivamente.

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