Il corteggiamento non avviene più come una volta. O meglio, in alcuni casi avviene ancora in questo modo, ma in altri la tecnologia la fa da padrona. Ci si conosce in chat su social network, oppure con le app di incontri, poi magari si programma un incontro e ci si vede di persona. Infine si va avanti: si capisce che forse un ulteriore appuntamento non serve o invece che l’altra persona è qualcuno con cui si può investire la propria emotività.

I rischi però ci sono e sono tanti: c’è il ghosting, per esempio, e poi ce ne sono altri, come il cloaking,

Il ghosting sappiamo bene cos’è. Si tratta di interrompere vigliaccamente una relazione (ma anche un’amicizia a volte), tagliando semplicemente i contatti con l’altra persona senza avvertirla. È un po’ la versione social di «vado a prendere le sigarette», espressione simbolo che in passato indicava qualcuno che usciva dalla propria casa, condivisa con la famiglia, per non farvi più ritorno.

Il cloaking è invece qualcosa di più subdolo. Non fatevi ingannare dall’assonanza del termine – anche se il fenomeno arriva dalla cloaca emotiva del Web – l’espressione è mutuata dall’inglese per indicare qualcuno che sparisce sotto un mantello (cloak, appunto), proprio come farebbe Harry Potter, se fosse reale e se fosse una pessima persona.

Ma in cosa consiste? È abbastanza semplice: incontriamo qualcuno su un’app di incontri, nel momento in cui si vuole passare dal virtuale al reale ci si dà appuntamento, ma allora l’altra persona non si fa vedere. E quando si riprova a ricontattarla… puff, il profilo non c’è più. Sembra uno scherzo inoffensivo, ma non lo è, proprio perché nel virtuale la persona che riceve la buca è stata preparata da un corteggiamento e magari si è invaghita.

Si fa presto a dire di restare con i piedi per terra, a volte riceviamo da queste persone proprio le parole di cui avevamo bisogno. Ma qual è la ragione di tanto cinismo?

È senza dubbio – spiega a Vanity Fair la psicoterapeuta Elena Benvenuti – una pratica in linea con l’attuale periodo storico, che vede gli attacchi passivo/aggressivi farla da padroni. Stiamo vivendo in una società dominata da forti pulsioni violente e distruttive, cui si aggiunge la tipica vigliaccheria di chi si nasconde dietro lo schermo di un cellulare o del pc. Ognuno di noi ha la necessità di dare sfogo, ogni tanto, alle proprie cariche aggressive, ma dovrebbe farlo in modo equo e mai gratuitamente e a scapito degli altri.

In altre parole, non siamo poi così lontani dalla tipica vigliaccheria di altri fenomeni social: nascoste dietro lo schermo di un computer, queste persone assolvono se stesse e negano di avere una responsabilità nei confronti degli altri, come appunto sottolinea il medico ed esperto Giuliano Porcellini:

Il fatto di affidarsi a un canale impersonale come lo smartphone può limitare il senso di responsabilità verso l’impegno preso.

Ma come si fa a tutelare se stesse e il proprio cuore? Chi farà cloaking potrebbe essere una persona che già sul Web dimostra scarsa empatia o egoismo: le avvisaglie potrebbero essere davvero minime, per cui va bene tenere gli occhi aperti e stare attente alla persona con cui apriamo il cuore senza nemmeno conoscerla. Ognuna di noi potrebbe reagire in maniera diversa a una buca del genere, ma chi tra noi difetta di autostima potrebbe aver bisogno di un aiuto terapeutico o rischia di sviluppare una depressione.

Chi pratica il cloaking ha un modus operandi abbastanza schematico. Potrebbe chiedervi di vedervi subito o rimandare più volte l’appuntamento vis a vis. Solitamente, il profilo di questa persona è ammantata di mistero: non ci sono foto nel profilo e anzi è lei a cercare di scandagliare la vostra intimità con domande indiscrete – anche e soprattutto a sfondo sessuale.

Meglio non essere accondiscendenti, soprattutto in relazione a queste ultime: rispondete invece che preferite non svelare tutto subito. Infine, non eccedete con i castelli in aria, non correte troppo o al massimo fatevi qualche fantasia solo dopo aver visto questa persona almeno tre volte dal vivo.

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