Si chiama dogging ed è l’ultima frontiera del voyeurismo. Anche se forse dire ultima frontiera è un po’ azzardato, dato che si tratta di una pratica che esiste da decenni, o forse anche prima di avere un nome. Si tratta del sesso occasionale con sconosciuti in posti pubblici, come per esempio parchi, parcheggi di scambio o altro. A volte c’è chi ricorre anche alle app di incontri. Non vogliamo giudicare  questa pratica dal punto di vista etico (non è qualcosa che ci compete, tanto più che ognuno è libero di fare ciò che più piace in materia di sesso), ma chi la fa deve anche essere consapevole di una serie di rischi di tipo igienico, legale e fisico cui ci si espone praticandola. Se la consapevolezza è fondamentale in qualunque pratica sessuale, in questo caso di tratta di una condizione indispensabile: il dogging non è qualcosa che può essere preso alla leggera, non è una forma di feticismo privato e le accortezze non sono mai troppe.

Cosa significa dogging?

Dogging
Fonte: Pexels

Il termine «dogging» viene da «dog» e si tratta appunto di uno slang che vuol dire più o meno «portare a spasso il cane». L’espressione, stando al quotidiano Sunday Herald of Scotland, viene utilizzata per la prima volta negli anni ’70 per descrivere una situazione di voyeurismo – in cui c’è qualcuno che fa sesso e qualcun altro che guarda. Tuttavia c’è chi ritiene che la parola possa avere a che fare con l’eventuale scusa millantata da chi veniva beccato a fare sesso in pubblico. Sempre che il cane non si riferisca al membro maschile, per via della sua doppia funzione urinatoria: di solito, infatti, si porta in giro il cane affinché faccia la pipì.

Una forma di esibizionismo?

Chi decide di praticare il dogging sa che si tratta di qualcosa che mescola esibizionismo e voyeurismo. Da un lato c’è chi ha una parte attiva nel processo – cioè chi fa sesso con l’estraneo incontrato in qualche luogo – e chi ha un ruolo passivo, cioè guarda cosa sta accadendo. Ognuna di queste parti è in gioco durante il dogging, che non può esistere se una delle parti manca. In altre parole, non è dogging se qualcuno non vi guarda fare sesso con estranei. E se non c’è nessuno a fare sesso il voyeur cosa guarda?

Dogging, i rischi

Dogging
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Dicevamo: sono tanti i rischi del dogging. Iniziamo da quello che forse è il più importante o comunque è in cima alla lista: il rischio igienico. Fare sesso con uno sconosciuto significa rischiare di contrarre una malattia sessualmente trasmissibile, come Hiv, epatite, papilloma virus e altro. Per cui, se proprio non riuscite ad astenervi da questa pratica, non dovete mai dimenticare il preservativo, e soprattutto lo dovete usare in un modo corretto dopo averlo conservato in circostanze ottimali

Neppure il rischio legale è da sottovalutare. Ci sono Paesi al mondo in cui fare sesso in pubblico è punito con il carcere, ma neppure in Italia è una passeggiata. Benché gli atti osceni in luogo pubblico siano stati depenalizzati, questo non vi salva da un’eventuale multa che può essere anche molto alta da pagare.

L’ultimo rischio è di tipo fisico. Fare sesso con sconosciuti, avere degli sconosciuti che ci guardano fare sesso significa essere nudi e vulnerabili di fronte a persone che non si conoscono. Persone che possono essere pericolose se decidono di farvi del male. Non vogliamo spaventarvi, ma è qualcosa che dovete mettere in conto. Non vogliamo neppure suggerire un’equivalenza tra persone dedite a certe pratiche e la violenza: già quando si conosce una persona, si potrebbe rivelare sempre pericolosa, figurarsi quando non la si è mai incontrata prima quale interrogativo essa possa rappresentare.

Se conoscete tutti questi rischi e sapete come affrontarli nel migliore dei modi, allora forse il dogging è una pratica che fa per voi se lo volete.

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