La Fine Di Una Storia. Perché Alle Donne Va Sempre Meglio.

La fine di una storia non è mai facile, è triste per tutti, deprimente per entrambi e dannatamente irritante, ma per noi uomini lo è un pochino di più. Vi spiego quindi come mai per voi donne una rottura va sempre un po' meglio rispetto a noi. Perché, almeno in questi casi, siamo in effetti più complicati di voi.

Chiariamoci, qui si parla di storie serie, quelle durate abbastanza da aver partorito almeno una volta il pensiero “forse è quello/a giusto/a”. Quelle che quando finiscono in fondo non è colpa di nessuno, nelle quali entrambi sono tristi, a prescindere da chi ha mollato chi.

E te ne accorgi sempre dopo se era davvero seria. Attenzione: seria, non giusta.

Te ne accorgi dallo sguardo del tuo amico, quello più cazzaro di tutti, che improvvisamente si fa preoccupato, dal fatto che nulla sembra dar conforto, dall’inaspettato disinteresse che inizi a provare nei confronti delle altre ragazze. 

Te ne rendi progressivamente conto mentre ti appresti ad attraversare tutte le fasi dell’elaborazione del lutto, per rimanere poi incastrato in un loop continuo che ti rimbalza dalla depressione alla rabbia, quando capisci che, mentre tu affronti quella che ti pare la più grave crisi esistenziale della tua vita, schiacciato dal livello di serietà della storia appena conclusa, lei in realtà svolazza già allegra, manco fosse una panfarfalla di Alice, ovviamente a braccetto con un nuovo corteggiatore.

Ed eccola qui la grande differenza tra uomini e donne quando una storia finisce: la capacità di ripresa.

Noi ce ne stiamo ancora in pigiama a macerare nella nostra autocommiserazione, mentre voi, belle come non mai, uscite con le amiche, andate agli aperitivi, vi scatenate in discoteca, scambiate numeri, sorridete ai complimenti e se ci scappa, limonate pure con qualcuno che, senza ombra di dubbio, sarà sempre più bonazzo di noi.

Perché a voi la rottura fa bene.

Se era la morte che rendeva Meryl Streep più bella, per voi è la fine di una storia. Sarà che tornate a essere libere, “a essere sul mercato” se vogliamo usare un termine poco politically correct, il che coincide con l’agitarsi di tutti i maschi single nei paraggi, risvegliati dai loro “sensi di ragno”, che vi saranno addosso in pochi attimi. E inutile che fingiate, la maggior parte di loro li schifereste anche sotto ipnosi, ma l’essere al centro delle altrui attenzioni vi piace e non può che fare bene alla vostra autostima.

La nostra invece è là in fondo, sotto le pantofole a forma di Spongebob con le quali ci aggiriamo come zombie per casa.

Non voglio certo dire che voi non soffriate, che siate creature fredde e senza cuore. No, siete solo più brave a riprendervi dalla fine di una storia, così da essere libere di trovare in fretta un nuovo amore e dimostrarci come in realtà siamo sempre stati assolutamente sostituibili. Ok, quest’ultima frase non è vera, ma sappiate che è quello che penseremo quando vi vedremo felici a fianco di altri, mentre noi non lo saremo.

Non è vero che ci avete sempre considerati sostituibili, come di sicuro non siete esseri freddi e senza cuore. In più, ci scommetto, nella felicità che osteggiate con le foto postate su Facebook c’è molto di costruito, una forzatura dettata dall’orgoglio, che non può farvi che bene per riprendervi.

Il punto è che uomini e donne sono molto diversi. Come diceva quel libro? Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere? Forse i due pianeti sono fin troppo vicini a mio avviso. Perché, soprattutto in questi casi, le differenze tra i due generi sono davvero abissali.

Dipende tutto da come viviamo i tempi della relazione. Noi uomini all’inizio siamo dei bradipi, nel senso che ci guardiamo bene dal farci coinvolgere emotivamente, interessati più a farci coinvolgere dalle lenzuola del vostro letto. Voi, al contrario, avete un propensione al coinvolgimento emotivo più veloce, che vi porta a fantasticare, a far progetti, a “sentire le farfalle nello stomaco” mentre noi siamo ancora fermi al ricordo delle vostre tette.

Abbiamo semplicemente bisogno di più tempo. Poi, quando finalmente ci siamo convinti ad abbassare le difese e a provarci seriamente, ci “addivaniamo”, ci rilassiamo, ci avvinghiamo ai sentimenti che proviamo per voi come una macchia di sugo sulla camicia. E anche quando la storia finisce, anche quando siamo noi stessi a capire che quel sentimento era più nocivo che benefico, rimaniamo restii ad abbandonarlo del tutto e prima di farci coinvolgere emotivamente di nuovo da un’altra, passerà ancora più tempo.

Al contrario voi, tanto quanto siete veloci a innamorarvi, tanto lo siete a “disinnamorarvi”.

Quindi anche noi magari usciremo con gli amici, andremo a bere e a ballare e forse, in un improvviso e alquanto improbabile colpo di fortuna, ci scapperà anche uno scambio di saliva con altre ragazze. Ma state pur certe che ne serviranno molte (di ragazze, ma anche di saliva) per riuscire a dimenticarvi. Voi invece starete già programmando le nozze con il tipo che vi ha accolte con il famoso “Buonaseeeera” della vecchia pubblicità.

Sia chiaro, la mia non è un’accusa, anzi, vi invidio con tutto il cuore.

Ecco perché la fine di una storia a voi va sempre meglio, quantomeno nel breve tempo, poi, si spera, anche noi ne usciremo. Certo, le mie sono semplificazioni e quindi sbagliate per definizione, ognuno ha un modo tutto suo per gestire la fine di un amore, ma a livello statistico credo che un fondo di verità ci sia.

Tutto questo perché ve l’ho detto? Perché gli uomini non amano molto parlare di se stessi, in special modo dei loro sentimenti, e quindi a volte possiamo apparire misteriosi ai vostri occhi, tanto quanto voi siete indecifrabili per noi. Volevo quindi darvi uno spaccato di quello che accade nella nostra testa in uno dei quei rari momenti della vita in cui siamo in effetti più complicati di voi.

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