C’è chi parla della necessità di un Kamasutra inclusivo. Riflettiamoci un attimo: stiamo parlando di un libro del VI secolo. Sebbene il “manuale d’amore” sia nato in India, quindi un Paese che ha condotto un percorso storico, filosofico e culturale molto differente da quello europeo che conosciamo probabilmente meglio, è facile immaginare come un simile scritto poco riesca ad adattarsi in ogni caso alla sensibilità inclusiva che esiste oggigiorno.

Basti pensare che a volte ripensiamo agli anni ’90 del Novecento e molte cose che all’epoca ci apparivano comuni oggi ci sembrano offensive e discriminatorie.

Perché è necessario ripensare il Kamasutra

Tutte le opere che hanno un valore possono essere ripensate nel tempo. A volte devono essere ripensate nel tempo. A titolo di esempio: i nazisti sfruttarono il pensiero di Friedrich Nietzsche a loro vantaggio, ma il filosofo tedesco, e oggi lo sappiamo più che mai, non ha di fatto gettato le premesse dell’orrore nazista.

Ripensare non è cancellare, né snaturare, come potrebbe dire invece qualche detrattore dell’inclusività. Significa saper rileggere il passato cercando di capire come possa incidere positivamente sul presente. Quando il Kamasutra è stato scritto, non esisteva la consapevolezza di tanti orientamenti sessuali o di identità di genere diverse dal dualismo maschile/femminile.

Ripensare un Kamasutra inclusivo significa quindi fare questo, ovvero rileggere ciò che è stato ieri con le cose di cui abbiamo consapevolezza oggi.

Quali sono le categorie non incluse nelle posizioni canoniche?

Kamasutra inclusivo
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Più che di categorie di persone non incluse nelle posizioni canoniche sarebbe più corretto parlare del punto di vista poco inclusivo legato all’intero libro. Partiamo dal fatto che il volume sottende che gli amanti dovrebbero essere ricchi per potersi scambiare dei regali, oppure che le relazioni sessuali debbano intrecciarsi tra persone della stessa casta.

Non dovrebbe stupire invece che il Kamasutra parli di omosessualità, tenendo conto che il libro è del VI secolo, ma l’omosessualità – sebbene non propriamente con l’accezione di cui oggi abbiamo contezza – era ben conosciuta nell’Antica Grecia e poi a Roma.

Ma è chiaramente ancora il punto di vista che di potrebbe far sollevare più di un sopracciglio. Per esempio nel Kamasutra ci si riferisce alle lesbiche come a “donne che si comportano come uomini”. Però dobbiamo aggiungere anche, che probabilmente parte di questo punto dei vista potrebbe essere fuorviante a causa delle problematiche connesse con la traduzione: il “manuale dell’amore” è naturalmente una grande sfida per gli interpreti, proprio a causa della distanza nel tempo.

Esiste un Kamasutra inclusivo?

Nel 2023 è uscito anche in Italia il libro di Théa Lime-Lyet dal titolo Kama sutra per tutte e tutti – Guida illustrata e inclusiva a sesso favoloso. Si tratta di un libro interessante, che mira a sfatare tutti i pregiudizi e i luoghi comuni sul sesso, proponendo rapporti, posizioni e prestazioni non solo al di là del genere e dell’orientamento sessuale, ma anche e soprattutto al di là del censo, dei canoni estetici (che, volendo, tra l’altro sono mutevoli in base alla zona del mondo) e ai dettami che derivano dal porno oppure dall’industria della moda.

In generale, nel libro di Théa Lime-Lyet viene sposata un’idea che pure era già presente nel Kamasutra di Milo Manara, ovvero che è importante inseguire il piacere (e a volte anche l’amore, per se stessi o per altr*) senza badare troppo a interrogarsi sulle sue modalità di raggiungimento (naturalmente consensuale, sempre).

4 posizioni del Kamasutra inclusive

Kamasutra inclusivo
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È un discorso un po’ complesso da affrontare, per cui è necessario fare una premessa. L’attuale demonizzazione della penetrazione che qualcuno fa dovrebbe essere compresa come punto di vista personale.

La penetrazione, che avvenga con un organo sessuale maschile, con un sex toy, con le dita o con la lingua, è una delle forme che il rapporto sessuale può assumere. E anche se non tutte le persone possiedono un organo sessuale maschile, possono benissimo fare in altro modo, poiché per esempio i rapporti orali, che sono ritenuti maggiormente inclusivi, non rappresentano in molti casi la penetrazione tout court.

Posizione del ragno

Abbiamo scelto la posizione del ragno, che è una posizione penetrativa (ma anche non necessariamente), per via del fatto che, essendo i due partner o le due partner posizionat* l’un* di fronte all’altr*, l’accesso a diverse zone erogene dell’altra persona è più facile. In questa posizione c’è un partner che sta in ginocchio, mentre l’altro partner semi-steso, appoggia i propri polpacci sulle spalle dell’altra persona.

Posizione del 69

Molto conosciuta, la posizione del 69 consente un piacere orale reciproco, ma anche la stimolazione contestuale di varie zone erogene. Prevede un partner sdraiato sulla schiena e un altro sdraiato sulla prima persona, in una direzione e in un verso che consentano il contatto reciproco tra bocca e organi sessuali.

Posizione del loto

Che ci sia penetrazione oppure no, la posizione del loto consente ai due partner o alle due partner di stare abbracciati l’uno di fronte all’altro, gli organi sessuali tangenti e la possibilità di baci e coccole. In questa posizione si sta seduti e si abbraccia il partner, aprendo le gambe l’uno verso l’altro.

Posizione del cucchiaio

Anche in questo caso la posizione può essere penetrativa oppure no, ma il contatto, l’intimità e l’accesso alle zone erogene (soprattutto del “cucchiaio piccolo”) possono essere significativi. La posizione del cucchiaio si avvale di due persone che si posizionano formando delle piccole cupole con le parti basse, in cui una persona accoglie l’altra (il “cucchiaio grande” accoglie “quello piccolo”).

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